☘ QUIS ES? ☘

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27.

<<Un batticuore incontrollabile>>

Dalla prima seduta di gruppo ne avvennero altre, quel ragazzo misterioso non venne mai, dicevano che il lavoro gli toglieva troppo tempo e che probabilmente avrebbe cambiato il suo turno in ospedale scendendo a compromessi, ma sinceramente non me ne importò più di tanto. Lì mi distraevo, chiacchieravo e presi anche a parlare di me e sì, anche di te Jungkook. In molti mi dissero che da come ti descrivevo, eri stato sicuramente un ragazzo squisito, dal buon cuore. Avevano proprio ragione, tu eri speciale. 

Però la magia si bloccava a quelle due ore in compagnia, dopo di ché tornato a casa, mi rimettevo sotto le coperte e dormivo per non piangere, mangiavo poco e niente e mi facevo la barba per inerzia. Era passato un ulteriore mese. Sessanta giorni senza te. Un inferno sceso direttamente in terra. Jimin mi veniva a trovare ogni giorno di pomeriggio, si portava anche il lavoro dell'università da fare e provava a coinvolgermi, con scarsi risultati però.

Yoongi durante quella settimana mi chiese se volessi parlare da solo con lui e allora decisi di fare quell'ulteriore passo. Magari mi avrebbe aiutato, mi avrebbe fatto bene. Mi stavo fidando sempre di più di lui, a quanto pare ci sapeva fare, tutti me ne parlavano bene ed io stesso stavo vedendo con i miei stessi occhi i risultati sui suoi pazienti. Così come spesso accadde mi ritrovai seduto nella poltrona davanti la sua scrivania e per la prima volta mi aprii anche con lui «Mi sento vuoto. La mia esistenza è cambiata completamente: nulla è più come prima, mi sento perso, impreparato ed incapace di cavarmela da solo. Fragile, disorientato, disperato»

Yoongi mi guardò con gli occhi di chi sapeva, chissà quanti come me gli passarono sotto il naso e quanti ancora ne aveva aiutati «Hai ragione Taehyung. È del tutto normale. La vita può apparire senza più senso e per mesi e, a volte, per anni, può sembrare che abbia cambiato definitivamente colore» ed era vero, senza te, Kook, sembrava tutto un bianco e nero, neanche l'arte aveva più senso ormai.

«Spesso mi accade che parenti e amici, ovviamente con buone intenzioni, mi dicano di dovere reagire e riprendere la vita normale al più presto. Sinceramente questa cosa non mi fa sentire a mio agio. Trovo difficoltà a confidarmi con gli altri, l'ho fatto solo a pieno con i miei due migliori amici, le altre persone, estranee a questo mondo, sembrano non capire. E ciò mi porta a pensare che non mi stia comportando nella maniera giusta o addirittura che non sia normale il mio modo di sentire o di fare» ma stavo cambiando questa cosa, questo modo di vedermi, avevo conosciuto quelle perone così simili a me che mi facevano capire di non essere esagerato.

«Ogni persona ha bisogno di un suo tempo specifico per riprendersi, diverso da quello di tutti gli altri. Ma è bene cercare di non isolarsi dagli altri e dalla vita in generale. Se il pensiero di reagire ti sembra inaccettabile, cerca comunque di non rifiutare e contrastare le tue emozioni, ma anzi di prenderle in considerazione per riconoscerle e renderle dicibili a te stesso e agli altri: in questo modo diventa pian piano possibile mutare il rapporto con le proprie emozioni e non esserne totalmente invasi» mi spiegò e si poteva benissimo notare il suo essere medico nel suo modo di parlare ed allora proprio perché sembrasse avere sempre una spiegazione a tutto glielo chiesi.

«Come posso riuscire a convivere con il dolore e a superare la sofferenza? Vedo solo degli scogli altissimi davanti a me e io-» cercai le parole giuste ma lui mi aveva già capito «Ci vogliono tre cose: tempo, energia e il desiderio di stare meglio. È un percorso che ogni persona compie a proprio modo e coi propri tempi: non si può rinviare né accelerare e non può avere luogo senza un forte impegno e coinvolgimento personale. Si creano infatti molti vuoti nella vita di chi resta, che col tempo si può cercare di colmare. Ciò non significa dimenticare la persona perduta. Essere di nuovo capaci di godere della vita non significa non sentire più la mancanza della persona amata e il tempo necessario per sentirsi meglio non è una misura per valutare l'amore per, in questo caso, Jungkook» abbassai lo sguardo, sconsolato, era ovvio che non ti avrei mai dimenticato. Eri stato una parte di me e così saresti restato per sempre «Vedrai Taehyung che tra non molto ti ritroverai con una persona nella tua vita, che ti prenderà per mano, senza chiederti il permesso e ti farà rialzare senza fartene accorgere»

Magari fosse stato vero, eppure non ci credevo per niente, per me Kook, tu eri l'unico che potesse farmi stare bene, l'unico sulla faccia della terra che potesse donarmi il sorriso. Ma quel giorno imparai una nuova lezione di vita, al mondo esistono tanti tipi di amore e se tu per me rappresentavi quel sentimento che non si sarebbe rotto neanche con la morte e la lontananza, quel sentimento che sarà presente anche nelle vite future; in quel momento, il ragazzo che sbucò all'improvviso dall'angolo del corridoio e che mi versò un bicchiere di thè sulla maglietta, riuscì ad aprirmi una nuova finestra sul mondo.

«Oh Dio, scusa. Mamma, guarda che disastro» il bicchiere gli cadde dalle mani ed esse andarono alla frenetica ricerca di un qualcosa nella tasca della sua felpa gialla «Aspetta, ho dei fazzoletti» ne tirò uno fuori e prese a tamponarmi la maglietta, con lo sguardo più preoccupato del mondo «Ah diamine, non funziona per niente. Vieni, andiamo in bagno» mi prese la mano ed io scioccato più che mai, non reagii nemmeno e mi feci trascinare.

Lo continuai ad osservare in religioso silenzio mentre dal dispenser prendeva della carta ed imbevendola con l'acqua fredda andò a contrastare il calore sulla mia pelle.  Mi chiese il permesso di alzarmi la maglia ed io annuii, sinceramente lo feci un po' automaticamente, non capii neanche cosa mi avesse chiesto. Ero solo...Confuso. Le sue lunghe dita mi tenevano fermo da un fianco, così che potesse pulirmi per bene. Leggermente piegato in avanti, all'altezza del mio petto, mi scrutava attentamente, cercando forse di capire se il danno fosse stato grande «Dimmi che non ti sei bruciato, te ne prego. Ti fa male da qualche parte?»

Aveva i capelli divisi in due parti sulla fronte, un tatuaggio sulla mano a forma di smile e del jeans stretti e strappati «N-no io, sto bene» mi uscii quel balbettio involontario e lui fece un lungo sospiro di sollievo e mi guardò sorridendo «Oh meno male, ne sono contento» lasciò andare la presa sul mio fianco ed io ripresi a respirare.

Probabilmente vide il panico più totale sul mio volto ed anche lui spalancò gli occhi «Ah sì, certo, scusa» allungò una mano nella mia direzione ed io la guardai per un attimo, prima di ritornare sul suo viso e domandandomi chi fosse quella persona che riusciva per così tanto tempo a mantenere un sorriso a trentadue denti «Sono Jung Hoseok, piacere»

Ricambiai timidamente la stretta, ma lui la rafforzò, scuotendo poi le nostre mani unite «Kim Taehyung»

In quel momento Kook, mi passarono per la mente prepotenti le parole di Yoongi e quasi mi venne da ridere tristemente. Non era possibile, solo tu potevi farlo. Non me ne capacitavo. Ma allora perché quel sorriso mi stava scaldando così tanto il cuore? 

Mi rifiutavo, era categoricamente un no. Non volevo andare avanti, non volevo dimenticarti e mi sentii uno schifo, perché mi sembrava di star sminuendo l'amore che provo ancora ad oggi per te. E se tu in qualche modo mi avessi visto? Non volevo minimamente che potessi pensare che quello che ci fu tra di noi, fosse stata una cosa poco importante. Eri tu il mio universo, eri tu il mio ossigeno, nessun altro poteva prendere il tuo posto. Così corsi via da là, sicuro che non lo avrei più rivisto. 

Ma il cuore ha sempre un posto di riserva ed i polmoni riescono sempre a ritrovare l'aria che manca loro. 

Avevo bisogno anch'io del mio angelo, da solo non ce l'avrei fatta.

E non era un allontanare te, ma un accettarti maggiormente.

Solo che, ancora, non ero in grado di capirlo.

ANGOLO AUTRICE
Penso che sia piuttosto facile ritrovarsi in disaccordo con l'apparizione di un personaggio come Hoseok, perché il pensiero che potesse surclassare in qualche modo Jungkook, all'inizio faceva storcere il naso anche a me.

Per adesso, posso solo dire che no, non lo farà, non prenderà il posto di nessuno. E questa storia resterà una Taekook a tutti gli effetti.

Comunque sia nel prossimo capitolo ho già scritto una corposa spiegazione e spero che poi leggendola, potrete capire il ruolo che, effettivamente, Hoseok ha.

ILY-Ely❤️

𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now