capitolo diciotto.

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Taehyung era a casa di Jimin mentre questo era seduto sulla sedia di casa sua mentre messaggiava al cellullare con qualcuno.

Taehyung stava mangiando del ramen istantaneo mentre guardava il suo cellulare. Non ricevette messaggi da Jungkook, per quanto credesse che l’altro l’avrebbe fatto. Ma no, ovviamente Jungkook non aveva fatto nulla per rincorrere Taehyung.

«a volte sento che il suo amore é cosí povero. Non lotta per me neanche un pó.»

Jimin alzó lo sguardo su Taehyung, mise la sua mano su quella del castano, che borbottò qualcosa.

«Non so piú che pensare di lui.»

Jimin deglutí quando vide il messaggio che gli arrivó.

«V-Vuoi distrarti un pò?»

Taehyung alzó le spalle, non notando l’agitazione di Jimin.

«Ma sí, perché no. Non che io abbia qualcosa da fare.»

Jimin annuí alzandosi dalla sedia spegnendo il cellulare, che non ci mise poco a squillare ancora.

«Magari andare a fare la spesa ti aiuterebbe?»

Taehyung guardó il foglio che Jimin gli diede e mise le labbra in una riga dritta. Jimin era strano da tutta la giornata, alzó un sopracciglio prendendo la lista con gli alimenti scritti sopra e mugoló qualcosa.

«Va bene. Cucino io stasera credo, vado a mettermi il giubotto.»

Si alzó, alzandosi il pancione e mettendosi un cappotto che andava bene per le sue forme e salutó Jimin, l’altro non gli rispose e sospiró.

Taehyung aveva inteso che Jimin volesse stare da solo e che sicuramente quella sera avrebbe avuto un ospite in casa, quindi tanto valeva uscire e passare del tempo all’aperto.

Andava al supermercato vicino alla piazza siccome Jimin viveva in una parte di Seoul molto movimentata, dove la maggior parte delle persone usavano le macchine. Molto diversa dalla strada in cui Taehyung abitava, la sua era piú vasta e isolata, perché a Jungkook piaceva la tranquillità e non voleva essere distirbato quando lavorava nell’ufficio di casa sua.

Altre volte Jungkook faceva a cambio, quando non aveva tempo, rimaneva in casa mentre altre volte andava in azienda. Taehyung lo aveva sempre preparato la cena alla sera, e gli faceva sempre ritrovare le camice pronte per il giorno dopo, quando questo prontamente lasciava quelle già usate sul pavimento della loro stanza, come se niente fosse.

Taehyung ridacchió, si chiese ora come avrebbe fatto Jungkook ha fare il bucato. A spazzare a terra, a prepararsi la cena, a pulire le lenzuola del letto. Non che fossero sporche – ma era comunque ovvio che le coperte dopo un pó avrebbero dovute essere lavate. Jungkook non sapeva neanche piegare i vestiti, che da quando Taehyung aveva comprato un’asciugatrice questa asciugava i vestiti perfettamente e doveva solamente piegarli.

Jungkook non sapeva niente di faccende di casa, e Taehyung si odiava per il fatto che stesse pensando a questo; Jungkook lo aveva tradito porca miseria!

Taehyung tiró sú col naso. In quel momento si sentiva esattamente come un piccolo orsetto, lasciato al freddo da solo e indelonzito. Le persone lo guardavano con aria strana, altre cattive, altre con pietà. Sentivano dal suo odore che era un’omega e che fosse incinta. Tutti quegli sguardi peggiorarono solo la situazione.

Taehyung si odiava per Jungkook, da quando é che la sua vita era diventata cosí complicata?

Arrivó al supermercato e molto teneramente strinse il marmo del carrello e lo trascinó a sé. Una volta entrato nel supermercato si spoglió del giubotto e aprí la sua borsetta per fare la spesa.

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