-sei fantastica!- urlano in coro Nad e Silvia.
Oggi arriverà il sindaco di Napoli a farci visita, ed io canterò per lui.
Non ci posso credere...
Sembra una cosa banale ma per me, la piccola bambina che da sempre sognava di cantare in mezzo alla gente e soprattutto per la gente, non lo è affatto.Ricordo i momenti spensierati passati a casa di mia cugina. Le canzoni a tutto volume, i balli sfrenati, le urla di mia zia perchè non finivamo di svolgere i compiti e le continue risate, erano le cose che preferivo fare quando eravamo insieme.
Mi manca tantissimo, è la sorella che non ho mai avuto.Mi guardo allo specchio e mi trovo bella, ma troppo provocante.
Il vestitino nero che arriva un pò più sopra del ginocchio, dei tacchi del medesimo colore, uno chignon alto ed un leggero strato di rossetto color carne non mi fanno sentire me stessa.Io: -sicuro che vado bene?- continuo a fare giri su me stessa cercando di vedere meglio la mia immagine riflessa nello specchio.
Naditza: -fai paura- mi sistema spruzza un pò di profumo.
Silvia: -ha ragione Nad, sei uno schianto. A Conte lo farai uscire pazzo- ridacchia mentre si fa già i suoi film mentali.
Naditza: -ma lei non sa nulla?- parla con Silvia e quest'ultima scuote la testa.
Queste due non me la contano giusta.
Io: -che mi nascondete?-
Naditza: -vai Silvia, racconta- caccia un sorriso a trentadue denti.
Silvia: -io e Pino ci siamo baciati- dice tutto d'un fiato.
Io: -cosa?!- per poco non urlo.
Cazzo, era ora. Il biondo si è svegliato dal sogno!
-Esposito, vieni con me. Sta per arrivare il sindaco- Nunzia fa la sua entrata, facendo chiudere il discorso creato ma che ben presto si riaprirà. Devo sapere tutto, nei minimi dettagli.
Io: -dopo tu mi racconti tutto. Non è finita qui- punto il dito contro Silvia, che non fa altro che ridere e mimare un "ci vediamo dopo", segno che sarebbero venute a vedere la mia esibizione, sempre se si può definire tale.
Io: -Nunzia, sto bene?- sono agitata, fin troppo agitata. La mia paura è che mi venga un attacco di panico nel bel mezzo dell'evento. Succede sempre quando sono in ansia.
Nunzia: -sei meravigliosa- accenna un sorriso dolcissimo ed io non faccio altro che ricambiare.
Appena arrivati in sala comune trovo tutti i ragazzi impegnati a chiacchierare, tranne uno: Alessio. Due risse in tre giorni, si è fatto sbattere in isolamento. Ben gli sta!
Filippo è intento a controllare lo spartito, super agitato tanto quanto me.
Io: - ciao- lo saluto educatamente.
Filippo: -hey-
Io: -allora? quando arriva?- mi riferisco al sindaco.
Filippo: -a breve da quanto ho capito- annuisco.
-sei bellissima- riconoscerei la sua voce tra mille, quella che preferisco in assoluto.
Io: -amore...- mi volto verso di lui buttandogli le braccia al collo.
Edoardo: -troppo corto sto vestito- mi guarda male.
Io: -ja, per una volta che mi vesto elegante lasciami fare- sbuffa, è sempre il solito geloso, ma amo questo suo lato.
Io: -sei più raggiante del solito oggi- lo trovo molto felice, spensierato.
Edoardo: -merito tuo- fa le spallucce.
Io: -scontato- ridacchio alla vista del suo sorrisetto.
-rimandiamo le scenette romantiche a dopo. È venuto, stac abbasc- il comandante interrompe il nostro momento.
Edoardo: -in bocca al lupo piccrè- mi stampa un lungo bacio in fronte, prima di sparire dalla mia vista.
Filippo: -sei pronta?- mi chiede Filippo.
Io: -si- tiro un gran sospiro prima di iniziare a cantare, devo dare il massimo!
"Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de' criature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca' non si sulo" questa canzone è pura poesia. L'abbiamo scelta io e la direttrice, non potevamo scegliere brano migliore."Napule è nu sole amaro
Napule è ardore e' mare
Napule è na' carta sporca
E nisciuno se ne importa
E ognuno aspetta a' sciorta" tutto si adatta alla mia tonalità di voce."Napule è na' camminata
Int'e viche miezo all'ate
Napule è tutto nu suonno
E a' sape tutto o' munno
Ma nun sanno a' verità" Napoli, la città più bella del mondo!"Napule è mille culture
(Napule è mille paure)
Napule è nu sole amaro
(Napule è addore e' mare)
Napule è na' carta sporca
(E nisciuno se ne importa)
Napule è na' camminata
(Int' e viche miezo all'ate)
Napule è mille culure
(Napule è mille paure)
Napule è nu sole amaro
(Napule è addore e' mare)" concludo cantando l'ultima strofa accompagnata da Filippo, la voce secondaria.Applausi, fischi e urli ci fanno capire che abbiamo spaccato!
Tutti si alzano in piedi, compresi il sindaco, tutte le guardie dell'IPM e la direttrice. Quest'ultima mi fa un sorriso e mi guarda, orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto.
Filippo si affianca a me e mi abbraccia forte.
Ci teniamo a questo progetto, speravamo che uscisse nel migliore dei modi e ce l'abbiamo fatta, non potevamo pretendere di meglio.La direttrice conclude la serata con un discorso, parlando del più e del meno prima di inaugurare il buffet.
Addetto una pizzetta, mentre mi incammino per andare a sedermi su un divanetto libero. Mi tolgo i tacchi, non li sopporto più, non sono abituata a portarli, preferisco le scarpe da ginnastica che sono centomila volte migliori di questi cosi a spillo.
-e brava la mia bimba- Edoardo si siede accanto a me lasciandomi un bacio sulla guancia, rubandomi un rustico che stava nel piatto.
Io: -hey- lo guardo male -ma mangia quello che tieni nel piatto- il mio cibo non si tocca.
Edoardo: -m magnass a te- caccia il suo sguardo pervertito prima di avere uno schiaffo da parte mia.
Io: -sto cretino- ridacchio prima di lasciargli un bacio a stampo al volo.
-tutti in cella forza- Lino, dopo un'oretta, ci chiama.
Mi alzo dalle gambe di Edoardo non prima di aver sbuffato... stavo per addormentarmi.
Provo ad indossare le scarpe ma i piedi mi fanno male.-cazzo- impreco dal dolore.
Edoardo: -oh, crè?-
Io: -i tacchi- muovo le dita dei piedi, cercando di alleviare quel male che mi ritrovo.
Edoardo: -è una scusa per farti portare in braccio?- alza un sopracciglio.
Io: -mh, forse- gli faccio la linguaccia.
Mi prende a mo' di sposa e sale le scale correndo.
Io: -Edo, vai piano. Che m curr a fa- lo rimprovero.
Edoardo: -statt zitt- mi butta sul letto, appena arriviamo in cella e inizia a farmi il solletico.
Io: -d-dai Edoar-do- rido tantissimo.
Edoardo: -mi serve una parola magica- continua con il solletico.
Non dico niente, rido solo, non riesco a fare altro.
Edoardo: -ti...- mi incita a parlare.
Io: -ti amo, ti amo, ti amo-
Angolo autrice.
capitolo più corto del solito ma spero che vi piaccia.❤

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"𝑠𝑡𝑢 𝑐𝑜𝑟𝑒 𝑡'𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛" || Edoardo Conte.
RomanceMariaSole, Edoardo ed il loro amore dietro le sbarre. Una storia inspirata alla fiction "Mare Fuori".💙