capitolo 32.

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MariaSole's pov.
-ma ch' schif sta robb- Silvia sussurra un ennesimo lamento, assecondata da Nad che non fa altro che lagnarsi anche lei.
-che puzz!- esclama mentre io ridacchio.
-invece è rilassante- commento io, riferendomi all'argilla che stiamo modellando tutti, ragazzi e ragazze.
-è tost pegg re' pret, rilassante o' cazz- mi risponde subito Totò dal tavolo affianco al nostro.
-ma se non aggiungi un po' d'acqua è normale che sia dura, ne' babb- prendo un po' d'acqua con una mano, buttandogliela in faccia.

-mi viene da vomitare!- Nad, corre subito in bagno, situato poco prima della porta dell'uscita del laboratorio.
È sensibile ad ogni tipo di odore e vomita così spesso da poter dire quasi che c'ha fatto l'abitudine.
-vado a vedere come sta...- sussurro a Silvia.
Mi sciacquo prima le mani e poi la raggiungo a passo svelto.

-Nad?- la chiamo, bussando vicino la porta.
-vie..- non finisce neanche di parlare che ha un altro conato di vomito.
Entro, chiudo velocemente la porta e le porto i capelli all'indietro, fermandoli con un elastico per poi mantenerle la fronte.
-liberati amo'- dico, accarezzandole la schiena senza mai spostare, però, l'altra mano dalla sua fronte.
-tieni- prendo un pezzo di scottex e glielo pongo.
-mi scoppia la testa!- dice, mentre si accascia a terra, findendosi di pulire la bocca.
-vuoi andare in cella?- le chiedo.
Scuote la testa, abbozzando un "no".
-dai, ti sentirai meglio, almeno ti stendi sul letto e ti riposi un po', mh?- allungo la mano, così che lei possa afferrarla ed è quello che fa.
-resti con me però- le sorrido annuendo, dandole un bacio sulla guancia.

-Liz, Naditza non si sente bene, posso andare in cella con lei?- chiedo alla guardia e soltanto dopo aver avuto il suo consenso, io e la mia amica ci incamminiamo verso i dormitori.

-Gnnà, ha sempre deciso lei per me, semp! Foss stat na mezza vot ca e' pnsat a comm m' sntev ij, a chell ch' pruvav ij; e manc stavot le' fatt pur si sap quant è important p' me chella uagliuncell!- sento la voce di Edoardo, in lontananza, mentre saliamo le scale.
-vedrai che si sistemerà tutto, sta tranquill- prende parola Gennaro.
-no Gennaro non si sistemerà niente perché oramai o' guaij è stat fatt ed io m'aggia tnè sta vit senza se e senza ma-  mi blocco sul posto appena ritrovo lui e la guardia davanti.

-oh amo'..- Edoardo sbianca appena mi vede, cercando di nascondere il suo nervosismo, invano.
-tutto bene?- gli chiedo, corrugando le sopracciglia.
-perchè cosa dovrebbe succedere di male?- fa il finto tonto.
-boh ti ho sentito prima mentre parlavi con Gennaro- lo guardo fisso, cercando di capire cosa mi nasconde.
-tutt'appost- mi stampa un bacio in fronte cercando di calmarmi ma lo vedo nei suoi occhi, che mai come questa volta emettono una tristezza assurda, che qualcosa non va.
-io mi avvio in cella...- dice Nad allontanandosi, seguita da Gennaro che, sentendo la tensione creata nell'aria, capisce che è meglio lasciarci soli.
-dieci minuti, non di più- parla la guardia, ricevendo la nostra approvazione.

Guardo Edoardo, incrociando le braccia.
-oh!- mi prende il viso a coppa fra le mani -va tutto bene e capit?- continua, unendo le nostre fronti.
-chi è la ragazza di cui parlavi con Gennaro?- mi stacco subito da lui.
Con me non attacca.
-marò nun è nisciun- sbuffa alzando gli occhi al cielo.
-va bene- mi volto e faccio per raggiungere Nad in cella quando vengo tirata per un braccio.
Mi giro, guardandolo male e anche lui fa la mia stessa cosa. So quanto odia quando le persone si comportano nel modo in cui sto facendo io in questo momento.
Ma il suo sguardo, però, si addolcisce non appena vede i miei occhi leggermente lucidi e capisce subito il perché dato che non esita a stringermi forte tra le
sue braccia e il sol pensiero che fra una settimana non saranno più qui, sempre pronte a supportarmi, tutte le volte che voglio, mi fa male il cuore.

So di essere esagerata e che il tempo che mi rimane da scontare qui dentro non è molto ma credetemi quando dico che se una persona non vive una situazione, non potrà mai capire come ci si sente ed un supporto in queste circostanze è l'unica cosa che riesce a farti sentire vivo.
Ho le mie amiche e persone che mi riempiono di bene, ma come ti fa sentire al sicuro una semplicissima carezza dall'uomo che ami, niente mai. 

Penso che l'empatia sia una delle cose più belle che ci possa essere in una coppia e nella nostra, di certo non manca.
Ci capiamo senza parlare, semplicemente leggendoci negli occhi ed io amo da impazzire questa cosa.
Mi lascia un bacio sulla tempia mentre sento anche da lui emettere un sospiro pesante.

-perché non parli con me?- sussurro, stringendomi ancor di più tra le sue braccia.
Io so che c'è qualcosa che lo tormenta.
-perché io non posso trascinarti nella merda in cui mi ritrovo. Nun 'o pozz fa e nun 'o voglij fa.-
-tu invece devi liberare tutto quello che tieni dentro perché continuando a tenere tutto per te non porta da nessuna parte...- mi stacco dall'abbraccio.
-non ti giudicherei mai, qualsiasi cosa sia- continuo.

-apriti con me, Edoardo- appoggio la mia fronte sulla sulla, accarezzandogli la guancia.
-non posso...- sussurra, mentre una lacrima riga sul suo volto e sento mancarmi il respiro vedendolo così.
-Edo, per favore..- non smetto di accarezzagli il volto, mentre lui scuote la testa.
-so che è difficile farlo, perché anch'io sono così, ma è grazie a te se sono riuscita a liberarmi mettendo il mio cuore nelle tue mani- dico, mentre accolgo un suo bacio -fallo anche tu con me- gli asciugo un'altra lacrima sul suo viso, mentre una cade sul mio di volto.

-hai un peso qua- gli indico il cuore -e questo peso deve essere alleviato perché altrimenti non vai più avanti- continuo.
-i tuoi occhi non sono mai stati così spenti e capisci che sto male anch'io nel vederti così?-
-per caso non ti fidi di me?- chiedo con un cenno di delusione.
-non dire stronzate- risponde.
-e allora perché?-
-perché io non ci riesco. Nun c'ia facc e so che puoi capirmi perché sei l'unica capace di farlo- ammette.
-va bene...- sussurro, arresa.

-dammi un bacio, Sole- dalla sua bocca esce soltanto questo, un piccolo sussurro e noto che cerca disperatamente le mie labbra.
Appoggio le mie labbra sulle sue e lui non aspetta un momento per prendermi il viso tra le mani e attaccare di più le nostre labbra nonostante la distanza sia praticamente assente.

-ti amo Edoardo-
-anch'io ti amo, nun può immaginà quanto- ci stacchiamo, solo per riprendere fiato ma dopo due secondi le nostre labbra sono nuovamente attaccate.
-si o' respir mij, piccrè- abbozzo un sorriso sulle sue labbra e il mio cuore fa una capriola all'udire di quel nomignolo che mi ha attribuito fin dal primo giorno in cui quegli smeraldi hanno incontrato i miei occhi.

Non so cosa sia successo e in questo momento capisco che non vuole aprirsi, ma so per certo che un domani lo farà, ed io non aspetto altro che accogliere il suo cuore, come già sto facendo da un po' di mesi a questa parte.

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⏰ Last updated: Aug 08, 2022 ⏰

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"𝑠𝑡𝑢 𝑐𝑜𝑟𝑒 𝑡'𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛" || Edoardo Conte.Where stories live. Discover now