capitolo 26.

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I giorni passano, ma la noia no.
Qui, all'IPM, nulla è cambiato.
Da sei mesi a questa parte, le mie giornate sono sempre uguali e la gran voglia di uscire da queste quattro mura per respirare un pò d'aria e sentirmi libera, è davvero tanta, esageratamente tanta.

Sono quasi due mesi che Alessio è all'IPM,  ma non si è più avvicinato a me, anche perchè ha capito cosa succederebbe nel caso in cui lo facesse. Continua solamente a lanciarmi occhiatacce indecifrabili, che io ricambio con altre peggiori, accompagnate da sguardi fulminanti di Edoardo.

Naditza porta in grembo uno splendido bambino oppure una fantastica femminuccia, ancora non si sa, e la sua pancia, col passare dei secondi, dei minuti, delle ore e dei giorni, cresce sempre un pò in più rispetto al dì precedente, facendo notare a tutti che è in dolce attesa. Fra un mese purtroppo esce ed io, vorrei che quel momento non arrivasse mai. Chi mi consolerà? Silvia non sopporterebbe le mie lamentele, ha troppa poca pazienza.

La mia relazione con Edoardo, procede a gonfie vele e varie rivelazioni hanno fatto largo nella nostra vita, tra cui una in particolare: il bambino che Carmela, uscita un mese fa dal carcere, aveva in grembo, non è di Edoardo.
Già, aveva. Pochi giorni fa è nato Gennaro e, tramite un test del DNA, la verità è venuta a galla! Inizialmente ci è rimasto male, ma poi ha capito che persona fosse la sua ex.

Edoardo, fra un paio di mesi, finisce la sua pena. Non so cosa farò senza di lui. I suoi baci, le sue carezze, i suoi momenti di gelosia, le sceneggiate romantiche, gli scherzi, le litigate e le sue coccole mi mancheranno senza dubbio, ma ora cerco di passare la maggior parte del tempo insieme a lui, senza pensare al futuro.

Per quanto riguarda la faccenda Silvia-Pino, niente di particolare. Un bacio, un misero bacio e via. Silvia c'è rimasta di merda, ma neanche ha fatto qualcosa per far si che qualche altra azione inaspettata o non, accadesse. Pino è indifferente, nun s n' fott proprj, è come se la cosa non gli riguardasse affatto.
Si vede che è amico di Ciro, anche lui rimasto imperturbabile dall'attuale condizione della mia amica, Naditza.

-Terra chiama Sole, ripeto, Terra chiama Sole- la voce di Totò, fa spazio nei miei pensieri, facendomi svegliare completamente.

-ci sono, ci sono- mi stropicciato gli occhi e alzo la testa dal banco, dove fino a poco tempo fa ero appoggiata.

-beh, allora se ci sei, spiegami di cosa stavamo parlando poco fa- dice la professoressa. No cazzo! La verità è che stavo dormendo, o perlomeno, ci stavo provando.

-prof, mi scusi, mi è venuto sonno, posso andare in cella?- le chiedo gentilmente.

-chissà cosa farà la notte con il suo ragazzo- l'irritante voce a cornacchia di Jessica, rimbomba nella classe facendomi arrossire come un peperone.
Che grandissima zoccola.

-fatt e cazz tuoj, almen ess o nammurat o' ten- Edoardo la ammutolisce subito.

-basta coi litigi, torniamo a noi- l'insegnate ci guarda seria - cos'è l'amore per voi?- passa tra i banchi, ponendo questa domanda ad ognuno di noi per poi giungere ad Edoardo.

-non si può spiegare, professorè- la voce del mio ragazzo rimbomba nell'aula, mentre fa le spallucce prima di rivolgermi uno sguardo.

-prova almeno a descriverci cosa provi- la docente cerca di convincerlo, ma lui non ne vuole sapere.

-ja, nun teng genio- sbuffa, come ogni singolo istante della sua vita, d'altronde.

-quindi a nessuno interessa un permesso premio per Posillipo?- dice la professoressa, prima di far scatenare il putiferio: tutti i ragazzi fanno domande di ogni tipo sul "premio". Non capita certamente tutti i giorni di uscire dal carcere per andare a Posillipo.

-mi tremano le gambe, o cor mij impazzisce, ho bisogno di vedere quella persona per stare bene- prende parola Edoardo attirando l'attenzione di tutti. Di certo non gli dispiacerebbe andare via da queste quattro mura per un pò.

-per me l'amore è qualcosa che va tenuto con cura, che imbroglia la mente ed accellera il cuore- parlo senza neanche accorgermene dopo varie definizioni personali del concetto di amore. Maledetta beccaccia! Ora, sicuramente, passerò per la ragazza "sdolcinata" ma il problema è che sono completamente l'opposto.
Non sono quel tipo di persona che ama rose e cioccolatini, a me basterebbe anche una passeggiata sul mare con la persona che si ama per essere felice.

-visto che avete delle idee completamente differenti, per coloro che vorrebbero ricevere il permesso premio, vi invito a scrivere una poesia- annuncia la docente.

-ma c'è bisogno della rima?-

-dei tuoi sentimenti, Conte-

-o core mij- afferma, prima di avere una conferma dalla prof.

Resto solo io, il disordine ed un silenzio tombale. Come sempre, Liz mi ha dato il compito di riordinare la classe. Oggi è giovedì e da tre settimane a questa parte, per colpa del corso di lingue che sto facendo ai ragazzi insieme alla professoressa, non esco dall'aula fin quando non ho finito di aver preparato tutto per la lezione.

Sento un profumo che riconoscerei tra mille inondarmi le narici, ed un odore di fumo provenire dalla mia destra. Non mi giro, vorrei che fosse lui a salutarmi per primo.

-ti ci vedo come donna di casa- dice ridacchiando.

-l'ho sempre fatto anche quando non ero qui- non l'ho ancora guardato in faccia, ma posso immaginare la sua posizione: in piedi, con le spalle aggoggiate al muro, gambe incrociate e sigaretta fra le labbra.

-e poi mi servirà in futuro saper fare le pulizie in modo adeguato dato che sicuramente prenderò una casa tutta mia- continuo io, cercando di vantarmi anche se non è il mio forte.

-e in questa casa ci sarò pure io?- dice, mentre calpesta la sigaretta fuori dalla classe per poi entrare in essa.

-mh, ci penserò- rido sotto i baffi mentre sento i suoi passi avanzare verso la mia figura.

-e pensaci bene- d'improvviso una mano afferra il mio braccio, facendomi girare, e delle labbra leggermente screpolate, che sanno di tabacco e menta, si posano sulle mie.

-mi piace prenderti alla sprovvista piccrè- mi da un ultimo bacio e se ne va.

-stronzo- esce involontariamente dalla mia bocca, mentre un sorriso mi si forma in volto.

Cazzo, che mi sta combinando? Perchè la stronza che c'era in me man mano sta sparendo?

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-vai dal tuo Romeo, Giulietta- mi dice Nad, mentre entriamo in sala comune.

Oggi è giovedì e con noi ci sono anche i ragazzi.

Le do una gomitata, scoppiando a ridere insieme a lei.

Mi incammino verso Edo, intento a dormire. È appoggiato sul divano, con la testa rivolta verso destra, le braccia incrociate e con una felpa per farsi calore, visto che fa leggermente freschetto.

Ma quanto può essere bello?

Mi siedo accanto a lui, prendendogli il viso tra le mani e appoggiando la sua testa sul mio petto. 

-so che sei sveglio- sussurro al suo orecchio, mordendogli il lobo. Gli scappa una risata, ma non apre gli occhi.

-stronza, ti amo-

Angolo autrice
ciao a tutti! Non ho dimenticato questa storia, ma ho un esame da fare ed è per questo che mi sto dedicando principalmente allo studio. Questo capitolo l'ho scritto in macchina, quindi non saprei se vi potrà piacere. Fatemi sapere e grazie sempre per il supporto che mi date.💙

"𝑠𝑡𝑢 𝑐𝑜𝑟𝑒 𝑡'𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛" || Edoardo Conte.Where stories live. Discover now