Capitolo 10

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Passarono giorni da quando restituì ad Heric il suo skate. Cominciammo a vederci molto spesso, e il nostro legame si stava rafforzando.

La nostra prima giocata a basket fu memorabile. Talmente tanto che ci divertimmo da morire.
Heric era bravo, ci sapeva proprio fare: aveva un buon controllo della palla. Il mio, forse, era minore rispetto al suo, ma in velocità ero leggermente superiore. Ammetto che insieme colmavamo uno le lacune dell'altro.
Ma la cosa più bella fu proprio il modo libero e spontaneo di giocare che avevamo. Non c'era competizione antisportiva, invidia o cattive intenzioni. Anzi, eravamo capaci di divertirci e prenderci in giro a vicenda senza che nessuno dei due se la prendesse mai.
Spesso, anche quando giocavo coi miei vecchi amici, capitava di scannarsi, litigare o discutere, ma con Heric no.

Se mi avessero detto prima che una volta arrivati alla N.Y.C. avremmo fatto le peggiori scenate e giocato senza nemmeno guardarci in faccia o passarci la palla neanche per sbaglio... non ci avrei mai creduto. Mi sarei messo a ridere, sicuramente.

E forse, a saperlo prima, mi sarei goduto ancora di più quelle partite con lui, sotto il sole, a correre e passarci la palla (perché sí, da piccoli stranamente lo facevamo).

~

"Ultimo tiro di Jordan Jace, signori!" Esclama Heric, riparandosi dal sole con una mano per guardare il mio canestro.

Con fierezza recupero la palla, per poi sdraiarmi a terra, completamente sudato.

"Adesso non puoi più sfottermi mi sa."

Heric si avvicina a me, sedendosi a gambe incrociate. Anche lui ha il respiro più veloce e dai suoi ricci biondi scendono delle gocce di sudore.

"Mh, no dai. Sei bravo." Ammette.

Ci fissiamo in silenzio con uno sguardo da ebeti e gli occhi socchiusi per via del sole che ci batte in faccia.

"Oh, lo so." Rido, sempre più fiero.

Heric pensa un attimo, per poi riprendere a parlare.

"Oh, cavolo!" Salta sul posto improvvisamente, e a me viene un colpo.
"Che c'è?" Alzo la testa per guardarlo meglio in faccia.
"Ho dimenticato una penna..." Dice, abbassando la testa sulle ginocchia e infilando le mani tra i capelli.
"La penna? Che te ne fai di una penna, ora?"
"Dovrò pur averlo l'autografo del futuro giocatore di basket più forte al mondo!"

Appena mi rendo conto che mi sta sfottendo prendo con forza la palla e gliela lancio addosso, nascondendo una risata.

"Ah, ma che cazz-"
"Così senti sulla tua pelle il tiro del futuro giocatore di basket più forte al mondo!" Ripeto le sue parole, sfottendolo io però, stavolta.

Il pomeriggio passa, e noi siamo stanchi morti. Abbiamo passato tutto il tempo a giocare e correre sotto il sole, che quasi è un miracolo se non siamo ancora svenuti.

Stiamo per andarcene, ma lo scoppio di un motorino mi fa sollevare di scatto la testa, e da seduto mi guardo intorno, fino a scorgerne ben due, di motorini.

"No vabbè, cazzo vuole ora?" Sbuffo appena vedo Jeremy scendere di fretta dal motorino di Simon per poi venire verso di me.
"Chi sono?" Domanda Heric, rimanendo però abbastanza impassibile.
"Troppo lungo da spiegare." Taglio corto, alzandomi svogliato.

Heric non insiste, se ne resta seduto per terra, prendendo il sole in faccia.

Fanculo, vorrei avere la sua spensieratezza ora, e invece mi toccherà sopportare qualche stronzata di Jeremy.

"Jace! Bello mio!" Ride isterico, mentre entra nel campo da basket, seguito da Simon, Ry e Nate, di cui già posso vedere lo sguardo scocciato.

"Amici di quei gemelli che ti hanno rotto?" Mi chiede Heric, ma ci metto qualche secondo a realizzare la sua domanda.
"Eh? Ah, no no. Amici miei." Dico, alzando la mano per stringerla controvoglia a Jeremy. "E ora cosa ti serve?" Gli domando, recuperando la palla per avere qualcosa in mano che mi faccia da anti stress.
"Hey amico, non è che se vengo da te mi serve per forza qualcosa!" Ridacchia, sedendosi lui stavolta, per terra.
"No, certo." Sussurro con velo di ironia, per poi stringere la mano agli altri.
"Remy ha da farti i complimenti oggi, non è così?" Interviene Ry, togliendomi la palla dalle mani per fare un tiro, che però non c'entra per pochi centimetri.

Il mio Peggior Nemico Där berättelser lever. Upptäck nu