Capitolo 24

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*ULTIMO CAPITOLO*

Perdere Heric fu uno strazio.

Accadde tutto così all'improvviso.

Non volevo crederci.

Tentai più volte di contattarlo, ma non ricevetti alcuna risposta. Così mi decisi ad andare fino a casa sua, ma anche in quel caso mi andò male: la villa era vuota, gli Evans erano appena partiti per le vacanze estive.

Mi ricordai in quel preciso momento che Heric mi disse che a giorni sarebbero andati via.

Non potevo fare nulla.

Sentivo solo un vuoto enorme.

Persi il mio migliore amico... e non ne sapevo nemmeno il motivo.

Cominciai a pensare, a rimuginare e rimuginare tentando di capire cosa potesse essere successo, ma non trovavo soluzione.
Tutte le strade portavano a me. Ero l'unico a sapere dove si trovasse la roba, ero l'unico a sapere dove stesse andando Heric e a sapere quale fosse il suo zaino... ma soprattutto ero l'unico che aveva frugato tra le sue cose.

Quel mio gesto, che voleva essere una salvaguardia nei confronti del mio, ormai, ex migliore amico, si rivelò invece un punto a mio sfavore.

Come cazzo ci finí quella roba nel suo zaino dopo che l'avevamo seppellita, non lo capí mai.
Ma di una cosa ero certo: centrava Jeremy.

Preso dalla disperazione e da un momento di ira, pochi giorni dopo mi presentai da quel bastardo.

Lo aggredì in ogni modo possibile: fisicamente, verbalmente, psicologicamente.
Ci litigai, passando alle mani.
Non ero più il bambino di undici anni che aveva conosciuto tempo prima, e crescendo cominciai a mettere in difficoltà anche Jeremy.

Fu Nate a bloccarmi, perché nonostante la rabbia e l'aggressività che sprigionavo, ero pur sempre un ragazzino di quattordici anni, mentre Jeremy ne aveva già diciotto.
Lui, nonostante la mia reazione e i brutti colpi che gli sferrai, non ammise nulla.
Non raccontò neanche per sbaglio come fosse andata realmente.

Ma lo sapeva. Lo sapeva che l'avevo capito centrasse lui.

Così, quando Nate mi riportò a casa, perdemmo definitivamente i contatti con Jeremy.
Non saprei raccontare come mi sfogai in camera mia. Cominciai a spaccare e lanciare oggetti a caso. Ebbi un vero e proprio attacco di rabbia.
Tutto perché mi sentivo impotente.
Tutto perché persi una delle persone a me più care in tutta la mia vita.

Mi vergogno a dirlo, ma mi dovetti trattenere dal non far uscire le lacrime.
Ma Nate era lì. Lui non mi lasciò mai.
Era l'unico di cui ancora potevo fidarmi e che soprattutto... ancora si fidava di me.

I mesi passarono, e con Heric nessun altro contatto.
Pensai più volte di andare da lui, ma non ne avevo il coraggio.

Cosa avrei potuto dirgli? Non avevo neanche idea di come dimostrargli la mia innocenza!
Mi arresi... e ne soffrivo.

Ne soffrivo tanto.

Cominciai il mio primo anno di superiori.
Tentai di voltare pagina e mi feci nuovi amici.
Erano tutti simpatici, mi ci trovavo bene.
Ma finiva lì.

Nessuna amicizia era paragonabile a quella con Heric, escludendo Nate ovviamente.
Con nessuno ebbi le avventure, i guai, le partite di basket, le giornate sullo skate, le feste e le bevute che mi feci con lui.
E forse era meglio così. Mi ripromisi che nessuno a scuola avrebbe dovuto sapere dei miei guai passati o degli incontri che continuai a fare.
Me li tenni per me.
Erano amici di scuola, di qualche fumata, bevuta o canna ogni tanto. Ma basta.

Il mio Peggior Nemico Where stories live. Discover now