Capitolo 12

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Il giorno dell'incontro arrivò prima del previsto.

Ricordo il nervoso e l'ansia che mi scorrevano dentro. La notte quasi non chiusi occhio, e durante tutta la giornata mi sentivo elettrizzato all'idea, talmente tanto che non desideravo altro che trovarmi sul ring a combattere.

C'era solo un problema: mamma e papà.

Cosa gli avrei detto? Non sapevo nulla. Nè dove si trovasse il posto, nè a che ora sarei uscito di casa. Tanto meno a che ora sarei tornato!

Ma il bello era... che a quei tempi ero talmente stupido da non aver neanche immaginato che mi sarei potuto fare male, rompere qualche osso, tagliarmi, o tornare a casa con un occhio nero e gonfio.

Quelle cose neanche mi passarono per la testa.

E chiaramente, il mio primissimo incontro, non finì benissimo. Neanche tanto male, ma non posso dire di non averle prese.
Ero inesperto, un ragazzino, e avevo ancora tanta strada da fare e molti incontri a cui partecipare.
Quindi sì, quella volta tornai a casa con un taglio al sopracciglio, le nocche piene di sangue e un bel livido sullo zigomo.

Dovetti inventarmi parecchie scuse, e non fu affatto facile. Mamma e papà si presero un bello spavento quando mi ritrovarono conciato così. Erano convinti avessi fatto a botte con qualcuno e... beh, ci avevano preso ma mica potevo ammetterglielo così facilmente.

Mi limitai a dire che si trattò di un incidente, cadendo dallo skate di un mio amico. Heric fu la prima persona che mi passò per la mente.

In qualunque caso, dopo essere stato abbastanza convincente, finirono per crederci, anche se davvero a fatica. Forse semplicemente perché passò moltissimo tempo dopo i miei successivi incontri, e finirono col dimenticarsi delle ferite.

Perché passò molto tempo? Semplice: Nate non voleva assolutamente farmi continuare e, nonostante da una parte io l'avrei fatto volentieri, capì che rischiavo di far insospettire troppo mamma e papà. Non volevo che venissero a scoprire nulla, altrimenti potevo considerarmi finito, morto.

Ma questo non mi impedì di continuare ad allenarmi con Nate e... con Jeremy, ovviamente.

~

"Dai..." Sono in camera mia, affacciato alla finestra per tenere sotto controllo tutto per l'arrivo di Nate e Jeremy. Credo che verranno con la vecchia golf che abbiamo usato per andare alla festa.

Ho pianificato tutto alla perfezione: appena mamma e papà andranno a letto, sgattaiolerò fuori per uscire. Per fortuna vanno a dormire presto perché domani lavorano, ma devo assicurarmi prima di tutto che mi vedano sotto le coperte.

Sento bussare alla porta: è mamma.

Tempismo perfetto. Faccio un balzo sul letto, per infilarmi subito dentro.

"Ei." Mi sorride dolcemente, venendo verso di me.
"Hey." Ricambio io. "Andate a dormire?" Domando, un po' per essere sicuro che sia così.

Non mi sono mai sentito così tanto nervoso come ora.

"Sì, domattina ci svegliamo presto." Dice, avvolgendo le mie guance tra le sue mani morbide, per poi stamparmi un bacio in fronte. "Buonanotte, fai il bravo e vedi di non andare a dormire troppo tardi."
"No, tranquilla mamma!" Faccio finta di sbadigliare e di stiracchiarmi. "Sto morendo di sonno!" Mento.
"Bene, allora riposati. Ci vediamo domani per pranzo, va bene?"
"Sì." Sorrido, sentendomi leggermente in colpa.

La mamma mi arruffa dolcemente i capelli, per poi richiudersi la porta alle sue spalle. Rimango sull'attenti, seduto sul letto, ad accertarmi che i passi raggiungano la sua camera.

Il mio Peggior Nemico Where stories live. Discover now