Prologo

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"Se solo potessi tornare indietro"

Indietro...

Ecco, questa è la frase che più mi sono ripetuto negli ultimi anni della mia vita.

Il tempo... che brutto scherzo della natura.

Che cazzo te ne frega del tempo quando sei solo un ragazzino di dodici anni?

Un cazzo, appunto! Non ci si rende conto nemmeno di quanto scorra veloce, a volte.
Ci si limita a guardare uno stupido orologio senza neanche domandarsi "Ma se facessi anche solo una piccola cosa... questa avrebbe delle ripercussioni sul presente o, peggio ancora, sul futuro?"

No, non te lo chiedi. O almeno... non quando sei un moccioso immaturo, sfacciato e, a volte, anche arrogante.

Di errori ne ho commessi, anche tanti.
Troppi.

Mi sono sempre domandato "Ma se in quel momento avessi agito diversamente? Se mi fossi trovato in un altro posto?"
Forse tante cose non sarebbero mai successe.

Invece no. Il tempo non si comanda.
In questa vita di merda non si comanda un cazzo.
Questo mondo è ladro, ti toglie sempre ciò che più di prezioso hai.
Che sia prima, che sia dopo... nulla è eterno. Prima o poi tutto finisce.

Ma la cosa che fa più incazzare non è questa.
No... la cosa che più odio è la facilità con cui ad un tratto perdi qualcosa o qualcuno.
Così, in un attimo.
Basta un secondo.
Un cazzo di secondo, in cui piuttosto sarebbe stato meglio mettersi a fare una bella dormita, a farsi i fatti propri.
Ecco, un mio grande difetto è quello di non farmi mai gli affari miei.

Quante cose avrei salvato, quanti guai avrei evitato e quanti problemi avrei sviato, se solo avessi capito prima che chi si fa i cazzi propri vive decisamente meglio.

Ma non sono mai stato così.

E questo mio grande difetto mi ha portato solo ad avere guai peggiori.

Non ci facciamo mai caso, mai. Ma basta trovarsi nel luogo sbagliato, al momento sbagliato, a commettere qualcosa di ancora più sbagliato.
Il problema è che mentre ti trovi lì, mentre commetti quel gesto, non ne sei consapevole.
Sei ignaro di tutto.
Non sai che quel piccolo momento, che dura pochi secondi, può cambiare completamente, radicalmente, sfacciatamente... la tua intera esistenza.

Quando la gente ti dice "Sorridi, la vita è bella!", "Dopo il buio si torna sempre a vedere la luce.", "I brutti momenti si superano!"... quando dicono tutte queste stronzate... mi sale solo la voglia di mandare tutti affanculo.

Che cazzo ne sa la gente di cosa stai passando in quel momento?
Alle volte è meglio tapparsi quelle bocche dalle lingue lunghe, che parlano decisamente troppo.

Quando ti dicono che il tempo "cura le ferite"...
Seh... l'ennesima stronzata.
Il tempo è bastardo. Ti fa credere che andando avanti la ferita si rimargina, ma non ha capito che a me non piglia per il culo, né lui né la vita.

Il tempo NON cura nessuna ferita.
Anzi, ti sbatte in faccia tutta la realtà: "ah, hai visto? Sei rimasto solo! La tua vita è davvero la conseguenza di ogni tuo disastro".
È questo il tempo: uno stronzo che ti apre gli occhi. Ti fa rendere conto di quanto i propri errori ci portino a essere, ad avere o a non avere più qualcosa nel tuo presente.

E poi cosa fai?
Cosa fai quando perdi qualcosa di davvero importante? Certo, il mondo va avanti.
Ma il tuo?
Il tuo si blocca, e bloccandosi fa bloccare anche te.
Per tanto tempo mi son chiesto "E ora che cazzo faccio?".

Non ne avevo idea.

Avevo solo dodici anni quando persi i miei genitori.
E per quanto tentassero tutti di farmi capire che non fosse colpa mia... non sono mai riuscito a togliermi dalla testa l'idea di essere l'artefice di tutti i problemi della mia famiglia.

"Jace, tu hai un cuore grande, immenso. Ma ricordati di aprirti veramente a chi più se lo merita. Solo così, un giorno, troverai dei buoni amici, degni di stare al tuo fianco".

Non ricordo nemmeno il motivo per cui mia madre mi disse quelle parole. Si sa, i figli non fanno molto caso alle raccomandazioni dei genitori. Rispondiamo con strafottenza, senza capire realmente cosa vogliano trasmetterci.

Però, aveva ragione... ci ho messo anni a capirlo veramente.

Solo mi chiedo... mamma, penseresti ancora questo di me se fossi ancora qua al mio fianco?
Forse sì, semplicemente perché sei tu, perché mi amavi nonostante i problemi che ti portavo a casa ogni volta.
Mi amavi anche se ero un disastro, un teppistello combina guai.
Mi amavi perché eri mia madre, e io tuo figlio.

Non ci sono spiegazioni, mi amavi e basta.

Ma ora dimmi cosa devo fare, se per colpa mia tu e papà non ci siete più?

Conoscendoti, mi sorrideresti...
Ti si formerebbero quelle rughe intorno agli occhi, che ti diventavano piccoli piccoli e mi diresti "Va bene così, non è colpa tua".

Semplicemente va bene così.

Era questo che mi dicevi dopo ogni problema.
Mi dicevi che tutti siamo più bravi o meno bravi, di non disperarmi se non riuscivo in qualcosa o se la facevo male.

"Sii te stesso, ma comportati bene. Aiuta gli amici, stai vicino alle tue sorelle, non trattare male le ragazze e soprattutto, quando inizierai, non bere mai troppo".

Cosa penseresti ora di me se ti dicessi che, per quanto ci abbia provato, mi sono ritrovato a fare quasi tutto il contrario di ciò che mi hai sempre detto?

Gli amici... mi hai sempre raccomandato di non averne troppi, che avrei rischiato di non riconoscere quelli veri, in mezzo a tutta la gente.
Ne bastano pochi, ma di cui puoi davvero fidarti.

Eppure anche con loro ho sempre sbagliato qualcosa.

In questi anni in cui non c'eri ne ho persi tanti, sai? E nei modi più strani possibili.
Nonostante le tue raccomandazioni, sono stato in grado solo di peggiorare tutto.

Ma che senso ha parlarne, ora?
Tanto tu non ci sei più, papà nemmeno, e di quegli amici ne è rimasto solo uno.
Gli altri li uso solo per ciò che mi conviene. E non prendertela se lo faccio... pure loro lo hanno fatto con me.

Sono così incazzato. Con tutti, col mondo intero.
Perché non si può tornare indietro nel tempo?!
Perché bisogna sempre perdere le cose più importanti?!

Non chiediamo nemmeno noi di venire al mondo... ma la vita si prende tutta la libertà di derubarci di ciò che è nostro, di ciò che fino a un attimo prima ci aveva donato.
Prima ci saluta, mostrandoci l'esistenza come un percorso per raggiungere la propria felicità. Poi, però, ti toglie tutto ciò che felice... già ti rendeva.

E il bello è che in realtà, prima, non lo sai.

Siamo capaci solo di lamentarci, perché abbiamo tutto. Senza renderci conto che per stare davvero bene, ci basta poco.

Il mio Peggior Nemico Where stories live. Discover now