6: [PROVA] nastro n.0.2, 1 Giugno 1997.

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L' A R T E
D I
U C C I D E R E

Prova?! Uno, due, tre.. prova?!
Bene, questa volta funziona.

Sabato primo Giugno millenovecentonovantasette. Come di consuetudine, me ne sto seduto nella solita stanza degli interrogatori a parlare con me stesso come un pazzo e scarabocchiare sul mio taccuino per ammazzare il tempo. Oh, forse non dovevo dirlo.. so che mi registrano, la vedo la telecamera che lampeggia, ma possono anche sentirmi? Se è così non avrei dovuto assolutamente dirlo. Insomma, è altamente.. inappropriato.

Oh mio Dio, Ezra! Perché diavolo ti è venuto in mente di dirlo? E se pensassero che sono il suo complice che lo aiuta con il suo piano mentre lui se ne sta tranquillo nella sua cella? Dio, no!
Ehm, vorrei chiarificare che non è quello il mio intento. Magari mi sentono. Volevo semplicemente esprimere un concetto. Non ripeterò quella parola, ma se l'avete sentita non era riferita al contesto per cui molte persone si ritrovano rinchiuse qui. Volevo solo.. mhh, come si dice? Oh! Occupare il tempo. Sì, era questa la parola che cercavo. Occupare.

Perché continuo a farlo? Perché continuo a parlare da solo? Sto diventando paranoico. Probabilmente non m'hanno sentito. Mannaggia. Vorrei sapere che mi sta succedendo..
Sto pensando un po' troppo alla situazione attuale. Essere l'unico visitatore di Mark mi rende un po' irrequieto. Non lo stimo come persona, come uomo. Assolutamente no. Quel che ha fatto è totalmente sbagliato e al limite della follia.
Però, perché non vedo l'ora d'arrivare qui e vederlo entrare? Perché muoio dalla voglia di conoscere la sua storia?

Dio, l'ho fatto di nuovo! Calmati Ezra, non è un problema. Rilassati. Rilassati per l'amor del cielo, non puoi presentarti ansioso all'incontro con un serial killer. Quelli la sentono la paura, l'ansia che trasudano dai nostri pori. Oh, Dio, sta arrivando. Ricomponiti. Andrà tutto bene.

L'arte di uccidereWhere stories live. Discover now