L'arte di uccidere

16: [PROVA] nastro n.0.7, 6 Luglio 1997.

L' A R T E
D I
U C C I D E R E

Uno, due, tre, prova?!

È un altro sabato come gli altri, sono in una sala interrogatori ad attendere l'esecutore di New Orleans e parlo ad alta voce tra me e me per testare la corretta funzionalità di questo nuovo registratore.

Non so quando sia successo e come sia successo, ma provo pena per Mark. Saperlo completamente solo in questo percorso che lo porterà alla morte mi rende triste per lui. Non riceve visite e non ha contatti con nessuno nel mondo esterno. Morirà da solo ed è... deprimente.
Penso sia l'unica e sola ragione che mi ha spinto a contattare Rose, sua moglie. Ci ho provato e riprovato, fino allo sfinimento - per essere chiari, il suo di sfinimento, non il mio -, ma alla fine ce l'ho fatta.

Dopo aver telefonato incessantemente per giorni, essermi presentato alla sua abitazione ed aver bussato per ore - anche sotto la pioggia, rischiando, quindi, un malanno -, Rose Harbory si è vista costretta a darmi ascolto almeno per una decina di minuti.

L'ho invitata a prendere un caffè in un posto più tranquillo e solitamente poco frequentato.

L'avevo tranquillizzata che ciò per cui la cercavo non riguardava suo marito, anche se così non era, ma se non le avessi mentito non avrebbe mai accettato un incontro.

Ancora non è stata fissata una data e, in tutta onestà, me la sto un po' facendo sotto dall'ansia. Non sono mai stato un gran bugiardo e ho sempre detto piccole bugie bianche per fuggire da situazioni imbarazzanti - solitamente -, ma non avevo mai mentito ad una donna devastata a causa della doppia vita di quello che credeva fosse l'amore della sua vita.

Sono ad un passo da portare a termine il mio piano, eppure, non so come potrei convincerla a far visita - per l'ultima volta - a Mark. Dovrei parlarle con il cuore in mano?
Ma quale cuore, poi? Non era il mio ad essere finito in mille pezzi consapevole che avrebbe smesso di battere in completa solitudine, senza aver battuto all'impazzata alla vista dell'amore sella sua vita per un'ultima volta.