8: [PROVA] nastro n.0.3, 8 Giugno 1997.

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L' A R T E
D I
U C C I D E R E

Prova?!  Uno, due, tre.. prova?!

È un altro Sabato come gli altri, parlo da solo in una stanza vuota, mi perdo a guardare la luce rossa del registratore che lampeggia ogni qual volta emetto qualche suono. Si potrebbe dire che sto seguendo alla lettera la routine del Sabato, se non fosse che in grembo ho poggiato l'acquisto di questa mattina. L'ho fatto d'impulso. Non lo so nemmeno io il perché. Forse il mio strizzacervelli ha ragione, mi sto aggrappando ad una realtà che non mi appartiene. 

Me l'aveva detto di stare attento, di non dare peso a tutto quello che questo serial killer avrebbe detto, perché quel tipo di persone vive in una dimensione tutta loro, dove le bugie che escono dalle loro bocche [per loro] sono delle verità assolute. Però non ho dato retta a ciò che il mio psicologo mi aveva detto, ed eccomi qui ad aspettare l'Esecutore di New Orleans dopo aver litigato con la sicurezza poiché non mi volevano far consegnare il regalo che ho acquistato per lui.

Forse avevano ragione a dirmi di non portargli nulla. Avrei dovuto tenermelo. Non sarebbe mica caduto il mondo se mi fossi fatto i cazzi miei stamani. Però avevo detto che era giusto un pensiero, perché sapevo che nessuno [oltre a me] gli faceva visita. Così una guardia m'aveva preso in giro, "non proverai mica pena per un assassino?", mi dissero ridendo.

Ma è così? Provo veramente pena per un assassino che non riceve altre visite oltre alle mie? Forse quasi mi ci sento in pena per lui, anche se sono consapevole che non dovrei. Per la miseria, ha ucciso tutte quelle persone a sangue freddo! Ha pianificato i loro omicidi per filo e per segno in un diario come quello che ho deciso di regalargli. Ma che ho che non va? 

L'arte di uccidereWhere stories live. Discover now