"Che c'è, Paolo? Non riesci a dormire?".Una barba bianchissima, che ricade folta sotto al mento e si confonde con i lunghi capelli canuti, riflette la luce lattiginosa della luna.
Paolo, il viso stanco rivolto alla finestra, osserva la città spegnersi a poco a poco, nel silenzio che piomba, prima che altrove, tra le viuzze di periferia di Verderaso.
Alza le spalle e guarda la ragazza che gli sorride, in vestaglia. I capelli raccolti in un nodo morbido e disordinato. La pelle tirata da giovane.
"Pensavo a mio figlio", le confida serio. Una ruga nel mezzo della fronte.
Lei si fa avanti. Adesso, la luna illumina anche i suoi capelli scuri. Non sorride più, lo abbraccia: "Ti manca?".
"Un bel po'. Ma che vuoi farci, è sempre troppo impegnato per me". Sospira, il vecchio Paolo. Prova ad aggiungere qualcosa, e subito tace.
"Tra qualche giorno compirai ottant'anni. È un traguardo importante, dovreste passare la giornata insieme. Invitalo qui, alla villa, magari gli farà piacere".
La Metropoli tremola nell'oscurità. La barba è ancora rivolta da quella parte. Ancora, insiste. C'è un figlio che non torna, laggiù.
"Ah, mia cara. Quanto invidio il tuo ottimismo", le pizzica il mento. "Tu non conosci Edoardo. E io, io sono quasi sicuro che non verrebbe, sai?".
"Tu chiamalo. Non fissarti su cosa farà". La vestaglia disegna volute colorate nell'aria, mentre si allontana. "Prima, però, segui il mio consiglio: vai nella tua camera, infilati nel tuo letto e bevi la tazza che ti ho preparato tutta d'un fiato".
Un polso sottile gliela offre. Paolo ci guarda dentro: "Cos'è questo intruglio?". Ride, finalmente.
"Lacrime di fata. Raccolte sulle lande di una montagna selvaggia. Così mi raccontava mia nonna, quand'ero bambina. Le lacrime di fata fanno riposare bene".
"Una montagna selvaggia, dici".
La ragazza annuisce: "La mia", e intanto lascia cadere nella tazza qualche fiorellino di lavanda. "Così mi hanno chiamata, come quella montagna. Non è uno strano nome, Lura?".
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La coinquilina di papà
RomanceVINCITORE ITALIAN ACADEMY AWARDS 2021 La sua vita? Una corsa al successo guidata da un unico principio, quello del rischio calcolato. Edoardo Marchesi ragiona per formule. Architetto in ascesa, ha costruito su numeri e logica le sue certezze. Eppure...