XIV

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Ed eccolo qui, il grande giorno. Finalmente eravamo entrambi pronti per il launch del tuo nuovo brand di moda del quale eri il nuovo direttore creativo, Privé Alliance. Chiaramente in ufficio non proferisti parola al riguardo, ma io avevo i miei mezzi per non perdermi assolutamente nulla dell'uomo che, in fondo, amavo alla follia. Prenotai anzitempo la partecipazione alla conferenza, che si teneva nel primo pomeriggio in una nota e lussuosa zona industriale di Seoul, e una volta ottenuto il pass riuscii a farmi spazio tra la folla di fan urlanti che a malapena sapevano la tua data di nascita. Ma amavo così tanto quando eri tu a fare il modello.

I tuoi riccioli castani ricoperti da un velo di gel, le tue labbra fresche e morbide, il tuo collo libero da qualsiasi restrizione, con una catena metallica che cadeva perfetta sul tuo petto liscio, e tanti altri ciondoli che solleticavano la parte alta dell'addome.
Proprie del brand erano giacca e camicia di raso lucido, tessuto pregiato che avvolgeva le tue spalle larghe, mentre aderenti ti stavano i pantaloni e gli scarponcini neri.
Il tocco finale che mi faceva impazzire erano gli anelli preziosi sulle tue dita affusolate.

Eri così bello che lo sfondo bianco alle tue spalle quintuplicava la luce che con il solo corpo irradiavi, e avevi quel sorriso da cucciolo che mai avrei dimenticato, gli occhi che si facevano timidi quando le intervistatrici americane ti chiedevano informazioni sulla linea di moda. E nel frattempo posavi divinamente per i fotografi degli altri giornali, una stella luminosa sotto gli occhi di tutti.
I continui flash delle fotocamere rivelavano il colore roseo della tua pelle.

L'atmosfera era fin troppo disturbata, con tutta la confusione urlante e i fotografi della stampa che ti ordinavano mille cose diverse, ma io avevo occhi solo per te.
Una volta concluso il momento "red carpet" iniziò la conferenza vera e propria, che includeva te, l'ideatore del marchio Danyl e gli altri produttori.
"Be Brave, be Humble" ripetevi sempre, sponsorizzando la tua linea di capi semplicemente deliziosi, così semplici ma così onerosi; era un motto da te ideato, e ti piaceva così tanto, perché racchiudeva l'inarrestabile coraggio e tenacia che avevi. Eri così puro di cuore e volevi portare questo messaggio a quante più persone possibili.

Ma finalmente, quando riuscii a piazzarmi in prima fila per guardarti meglio, il tuo sguardo si catapultò su un obiettivo differente da quello della telecamera, e iniziò a saltellare tra gli occhi miei e quelli dei giornalisti. I nostri sguardi si erano finalmente incrociati, il tempo si era fermato, e le tue palpebre si alzarono ancor di più.
Boom, colpito e affondato.
Indossavo un abitino rosso che richiamava il colore delle mie labbra, e due occhi ritoccati da una spessa linea di eyeliner.
E per tutto il corso dell'intervista sembrava volessi ammazzarmi con lo sguardo per l'improvvisa sorpresa, tu e i tuoi magnifici occhi neri confusi.

Verso le 20:00 terminò il launch e, stanco e sudato, ma di una bellezza disarmante, ti dirigesti nel tuo camerino accompagnato da due giganteschi bodyguard. Ma la mia missione non era ancora compiuta, così provai anch'io a intrufolarmi nell'area VIP per seguire i tuoi passi.
"Mi scusi, chi è lei." Intervenne subito la guardia di turno, ostacolando i miei piani.
"Ho il pass speciale per il backstage, ho diritto di passare!" Inventai lì per lì, ma senza successo.
Poi ti vidi tornare indietro, con gli occhi ancora sballottati, per poi avvicinarti all'omone: "Lei è con me, falla passare."

Grazie, mio eroe.

Mi prendesti per mano e con una velocità supersonica mi portasti con te in camerino, chiudendo bruscamente la porta a chiave.
Sottovoce, eri deliziosamente furioso.
"Sei impazzita! Che cosa ci fai qui?" Il tuo braccio bloccava la porta alle mie spalle, mentre il tuo sguardo si faceva più scuro sopra di me. Dovevo solo resistere alla tua dannata aura, ancora per un po'.
"Volevo solo vederti al lavoro... capo" Feci l'occhiolino.
"Hwayoung non hai idea dei guai in cui ti sei messa" Avevi gli occhi di fuoco, ma mi scappò una lieve risata.
"Eri così carino distratto, come quando studiavamo insieme"
E a quella frase, con tutta la tua forza, ti aggrappasti alle mie spalle, premendo intensamente con le dita.
"Tu... tu... porca miseria me lo dici così, adesso? Hai idea di quanto ti ho cercata, di quanto mi sei mancata, che ti volevo mia per sempr-" Il tuo sguardo andava pian piano addolcendosi, così mi avvicinai alle tue labbra e stampai un bacio lento.
Un bacio che diceva quanto cazzo mi eri mancato, dolce tesoro mio.
"Parli troppo, Byun Baekhyun." sussurrai fissando le tue iridi ingigantite.

that crazy photographer | kthWhere stories live. Discover now