VII

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Non esitasti a sbattere la porta, esortandomi poi, con tono fin troppo stabile, a prendere posto.
I tuoi occhi incontrarono i miei, e non intendevano lasciarmi un istante.
La tua aura oscura circondava le tue spalle larghe, che segnavano i contorni della tua figura.
"Dunque, cara Hwayoung, qual è il tuo problema?" Sputavi parole che sapevano solo d'inganno.

Eri un mio superiore, ma eri davvero un uomo?
"Il mio problema? Si sbaglia Mr Byun, forse dovrebbe dire il suo problema.
Il mio corpo trattato come un inutile oggetto, senza un valore, e poi messo in mostra ad un pubblico che nemmeno conosce la mia persona? Forse il problema non è mio. Il corpo è mio. E me lo gestisco io."
E proprio con quel corpo riuscivo a mantenere il mio sguardo sui tuoi occhi, che scintillavano di sfida.

"Beh Hwayoung... Tu sei sempre stata una delle nostre modelle migliori. Sempre presente, hai fatto sempre un lavoro impeccabile..."
È incredibile come tenti di polverizzare la mia parola.
Ti bloccai, e abbastanza in fretta.

"Sa, è molto bravo, come direttore di agenzia, a deviare il suo problema come se nulla fosse, peccato che non sta parlando con una stup-"
Le tue orbite racchiudono ancora gli occhi, ma le tue labbra non trattengono i denti.
"Perché sai, Hwayoung, tu hai firmato un contratto qui..." il tuo tono si alzò di un mezzo quarto, non di più.
Perché non volevi intimidirmi con la voce.
Volevi imprigionarmi con il tuo sguardo, più nero del nero.
"...e tu non vuoi essere licenziata, non è così?" Inclinasti il capo, con le tue pupille che si infiltravano nelle mie vaganti.

Ci stavi riuscendo.
Era quasi game over.
"Vedere tante... migliaia... di dollari... sfuggirti dalle mani." Sposti adesso lo sguardo, lentamente, su un fascicolo color blu.
Nonostante il fuoco di rabbia nel mio stomaco, dai miei occhi si stava solo spegnendo, mentre cercavo ancora di fermare la tua maledetta testa.
"Sbaglio o... proprio un attimo fa hai detto al tuo fotografo che possiamo anche licenziarti subito? Mh... ti sei forse creata il permesso per non obbedire ai tuoi superiori, ma poi rimani in silenzio?"
Allontanasti la tua figura dalla mia, per scannerizzare ogni centimetro del mio corpo, e notarne la minima vibrazione nascente.

"Guardami." Mi chiamarono i tuoi occhi con un quieto comando. Ma non riuscivo più a mantenerli su di te per più di un secondo.
Le tue labbra rivelarono un ghigno, deliziosamente oscuro.
"Sei curiosa, vero?" Improvvisamente ponesti l'accento su qualcosa che non sapevo, e continuavi con le tue piccole e malefiche risate.
"Sei curiosa perché non sai cosa ti farò fare io nei prossimi cinque giorni, vero?" continuavi a sputare parole divertito.

"Mr. Byun, di che cosa sta parlando?"
Ripresi a mantenere il contatto con i tuoi occhi dalla luce nera, assumendo il tuo stesso grado di voce.
"Ti darò altri cinque giorni, senza alcun intervento di Taehyung, in cui sarò io a dirti cosa fare. E soprattutto, ti dirò come lo devi fare. Se non lavorerai nei prossimi giorni, potrai tranquillamente impoverirti per il resto della tua vita. A te la scelta." Tenevi le dita attentamente intersecate tra loro, bloccando le tue potenti iridi sulle mie tremanti.
Leccasti il labbro inferiore, aspettando la mia risposta che, in un prevedibile fallimento, si rivelò concorde.

"So già che mi stupirai, bella Hwayoung."


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Ed era mentre conducevi le modelle nel tuo studio, per fotografare anche i loro corpi senza veli, che mi ritrovai in un silenzio imbarazzante.
E tu lo sapevi. Lo sapevi bene.
Ma prima che chiudessi la porta, mi affidasti un compito preciso:
"Vai in camerino a prepararti. Ti voglio qui tra due ore."
Il tuo tono si manteneva deliziosamente fermo, i tuoi occhi mi spogliavano l'anima.

that crazy photographer | kthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora