VIII

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Un sospiro di sollievo, perché ero sicuro che oggi ti avrei presa e mai più lasciata andare

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Un sospiro di sollievo, perché ero sicuro che oggi ti avrei presa e mai più lasciata andare.
Perché, in un modo o nell'altro, ti saresti ricordata di tutto quello che avevo preparato.

Era così divertente vedere la tua sfacciataggine crollare in un secondo davanti alla mia vista.
Non eri cambiata per niente, ti eri solo costruita una fragile corazza.
Lo sapevo già, piccola Hwayoung, quando al liceo mi aiutavi nello studio, in camera mia, per poi approfittare del tempo libero per farti scattare qualche foto da me.
In fondo ero stato io a proportelo, da rappresentante della fotografia dell'istituto, perché eri di una bellezza unica, e tu eri ben lieta di posare per me.

Peccato che adesso tu, di me, non ricordavi proprio niente.

Ma quante giornate passate con te, piccola.
Quanti pomeriggi in cui facevo finta di studiare solo per guardarti ancora un altro po'.
Certo, ero parecchio diverso da ragazzino: capelli colorati di rosso, vestiti sbarazzini, e un fottio di tatuaggi sul collo.
Ma erano troppo importanti per me in quegli anni, e in realtà anche ora.
Perché quei tatuaggi sono l'unico grande ricordo che mi porta a te.
Una grande rondine tinta di nero, per simboleggiare la freschezza, la libertà, ma soprattutto il ritorno.

Perché da sempre lo sapevo.

Sapevo che saresti tornata.

E oggi, mentre nel tuo viso si mescolavano tensione e audacia, alle tue pose faceva sfondo un tripudio di rondini, rose rosse e stelline nere.
Lo stesso identico disegno che amavi fissare sulla mia pelle, con la gola piena di sete.

E lo styling previsto era una camicia rossa con dei jeans attilati neri.
Gli stessi identici vestiti che avrei voluto toglierti quel fottuto pomeriggio.

Tra uno scatto e l'altro, la mia figura si avvicinava sempre più alla tua, fino a quando, in un desiderio sempre più crescente, tolsi quella fotocamera dalle mie mani e le poggiai su qualcosa di molto più prezioso.
I miei palmi facevano su e giù sui tuoi fianchi, mentre tu circondavi con le braccia il mio collo.

"E allora dimmelo se vuoi perdere il controllo, se vuoi essere una cattiva ragazza." stringevo i denti sul tuo morbido lobo.

Le nostre labbra si scontravano di continuo, perché la nostra tensione era troppo grande da reprimere. E baciavi, leccavi, succhiavi quella rondine impressa nella mia pelle, premendo il tuo seno sul mio petto, mentre riempivo i tuoi fianchi di segni.

Eri così bella per me.

Afferravi i miei capelli rossi con il respiro incredibilmente corto, e la mia tensione stava per diventare estrema, quando cominciai a spingere il bacino verso la tua intimità.

E fu in quel momento che il gusto sulle mie labbra divenne schifosamente amaro, e all'improvviso i nostri occhi si spalancarono.
E fu in quel momento che decidesti di allontanarmi da me, perché per te era diventato improvvisamente tutto sbagliato, tutto affrettato, tutto da non rifare più.
Eri solo una piccola ragazzina eccitata e impacciata, quella ragazzina che non considerò neanche un briciolo delle mie vere emozioni.
Quella ragazzina che, pur di rimanere casta, era disposta a soffocare la sua evidente passione, e a respingere il suo vero amore.
Da quel momento, imbarazzata e pentita, con una corazza sul tuo cuore, non mi volesti vedere più, tentando di sciogliere quel filo rosso che ci legava.

that crazy photographer | kthOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz