VI

3.4K 123 38
                                    

Mentre avanzavo lungo i corridoi ero abbastanza agitata. Sapevo che Fede e Spina in quel momento non sarebbero stati presenti in camera, dopo pranzo avrebbero avuto riabilitazione.
Mi avvicinai piano alla porta e bussai. "Chi è?" chiese Nico, dal tono di voce che aveva sembrava molto stanco, come se si fosse appena svegliato "Posso entrare?"
"No" aveva capito che ero io, ma sicuramente la sua risposta non mi fermava "Ora entro Nico" non mi rispose.
Aprì lentamente la porta, che come sempre non era chiusa a chiave, ed entrai nella stanza; lui era steso sul letto, mi stava dando le spalle, così decisi di mettermi accanto a lui.
"Te ne puoi andare?"
"No Nicolò, io non me ne vado! E se hai deciso di ignorarmi fai pure, ma sappi che io resto qua" dal mio tono di voce capì che ero abbastanza innervosita e dispiaciuta "Ok resta pure"
Mi misi nel letto, stesa nella sua stessa direzione; rimasi immobile e in silenzio, non avevo alcuna intenzione di andarmene da lì.
Dopo qualche minuto la voce di Nico suonò nella stanza buia "Provo a capirti ma non ci riesco, ti giuro che ci sto provando davvero"
"Non so perché mi sono comportata così, ho sbagliato"
"Si hai sbagliato" il silenzio ricadde su tutta la stanza, non sapevo né cosa dire né cosa fare, sapevo solo che mi ero comportata malissimo con lui.
Restammo così per altri 10 minuti, finché io non mi feci coraggio e decisi di avvicinarmi ancora a lui; il mio petto toccava la sua schiena, riuscivo a sentire il suo respiro.
Iniziai a passare le dita lungo i suoi corti capelli finché lui non si girò a guardarmi, istintivamente levai la mano dalla sua testa e la portai lungo il mio petto.
Ci stavamo guardando.
"Nico mi manchi" le parole si dispersero nella stanza. Conoscevo Nicolò solo da qualche settimana ma con lui stavo bene, sapevo che potevo essere me stessa e mi faceva sentire come se fossi su una giostra; il punto è che sentivo le stesse cose anche per Fede.
"T/n" non risposi "vieni qua" mi avvicinai ancora di più di quanto non lo fossi già, i nostri corpi stavano diventando un tutt'uno e i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, l'atmosfera si stava scaldando ma dentro di me stava nascendo un panico assurdo.
Non avevo idea di quello che potesse accadere e la cosa mi spaventava parecchio ma non mi feci prendere dal panico; allungai le braccia verso il suo corpo e lo abbracciai.
Inizialmente non ricambiò, solo qualche secondo dopo mi strinse a sé; restammo in quella posizione per tanto tempo. Sentivo il respiro di Nico sul mio collo che, piano piano, si calmava sempre di più.
Fummo interrotti dalla suoneria del mio cellulare, mi staccai da Nicolò e andai a vedere chi fosse; mio padre mi stavo cercando.
"Scusa Nico ma devo rispondere"
"Fa niente"

*Al telefono*
"T/n tutto ok?"
"Certo, mi stavo riposando"
"Ok, ascolta dopo cena abbiamo la festa per la partita di ieri; vestiti elegante, se non hai nulla di adatto ti faccio accompagnare a fare shopping"
"Dovrei avere qualcosa da mettermi, grazie però" attaccai il telefono.

Restai ferma in mezzo alla stanza ad osservare Nicolò, si stava passando la mano tra ai capelli mentre accennava un lieve sorriso "Perché sorridi?" gli chiesi stupidamente "Sono felice di aver risolto con te"
"Pure io" mi avvicinai a lui, che nel frattempo si era alzato dal letto, e gli diedi un bacio sulla guancia per poi andarmene.
Il resto della giornata passò velocemente e la sera arrivò in fretta. Andai a cercare nel mio armadio un qualcosa di bello ma notai che di cose eleganti ne avevo davvero poche, anzi, non ne avevo nessuna.
Corsi al secondo piano da mio babbo spiegandogli la situazione e facendogli capire il mio grado di disperazione in quel momento. "Stai tranquilla t/n, per fortuna ho portato un vecchio vestito della mamma. Sapevo che in qualche occasione sarebbe servito" tirò fuori dal suo armadio un vestito lungo rosso in raso, con un leggero spacco nella la gamba sinistra.
"Wow, questo vestito è bellissimo"
"Si è vero, stai attenta a non romperlo e domani andrai a fare shopping" annuì e corsi in camera mia a prepararmi, dovevo essere impeccabile.
Alle 20.00 ero pronta, la cena sarebbe stata all'aperto e ci sarebbe stato anche il presidente della repubblica Mattarella.
Stavo per uscire dalla mia stanza quando il telefono, che avevo lasciato sul comodino, vibrò.

Un amore in nazionale Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt