XIII

2.2K 101 15
                                    

Gigio andò ad aprire ma lo fermai "Apro io" quando spalancai la porta Nico mi avvolse in un abbraccio; ero particolarmente confusa in quel momento perciò non lo strinsi a me, aspettai che si levasse per poi parlare di quello accaduto ore prima.
"T/n ero preoccupatissimo, ti ho cercato ovunque e non c'eri"
"Ti rendi conto di quello che hai fatto Nico?" in quel momento eravamo già usciti dalla stanza e andammo a cercare un posto più appartato per parlare.
"Ascolta sei arrivato al limite, ero con Spina per aiutarlo e per farlo stare meglio e te hai dovuto fare un inutile scenata di gelosia" ero arrabbiata e le parole di Gigio in quel momento non mi sarebbero servite a nulla.
"Mi sono stufata di questo comportamento! Non è possibile che te abbia quasi picchiato Spinazzola, nonché uno dei miei migliori amici qua!" feci una pausa per riprendere fiato e per osservare veramente il volto di Nico, che fino a quel momento avevo cercato di evitare; sembrava pentito ma ormai la fiamma era accesa quindi continuai.
"Ti sembra il caso di fare questo? Cavolo sei proprio un ingenuo, non hai ancora capito che sono follemente innamorata di te?!?" solo dopo aver detto quella esclamazione mi resi conto che tutta la rabbia che avevo in si era scaricata, mi sentì più leggera e la voglia di rimproverarlo era sparita.
"Sei innamorata di me?" mi chiese Nicolò avvicinandosi, in quel momento ero confusa e non volevo dare una risposta a quella sua domanda, mi allontanai da lui "Ti sto chiedendo una cosa, tu sei innamorata di me?" mi richiese in modo più insistente.
"Mi sembra di averlo detto qualche seconda fa" dissi cercando di evitare di rispondere, ero orgogliosa e ammetterlo era difficile; quasi impossibile.
"Si me lo ricordo, quindi sei innamorata di me?"
"Cosa c'entra ora! E comunque si, sono innamorata di uno stronzo che ha appena cercato di menare un mio amico!"
"Scusa" rimasi scioccata da quello che disse "Scusami tanto, non so cosa mi sia preso ma l'idea che tu possa essere innamorata di un altro mi ha fatto uscire di testa" lo guardai fisso negli occhi senza dare alcun segno di vita in quel momento, non riuscivo a credere che si fosse scusato; capì che era pentito ma ogni parola mi sembrava fuori posto così rimasi zitta provando a realizzare quello che mi aveva appena detto.
Si avvicinò a me, spostandomi una ciocca di capelli da davanti al viso "Ho sbagliato, lo so ma per favore perdonami" Nico, quel ragazzo con gli occhi color nocciola, era davanti a me e mi stava implorando di perdonarlo.
Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio, era da qualche giorno che non lo facevo e sentire, di nuovo, il sapore delle sue morbide labbra mi fece andare direttamente sulla luna; mi mancava e me ne rendevo conto sempre all'ultimo.
"Ti ho preso la cena" mi disse Nico appena ci staccammo l'uno dall'altra "so che non hai cenato" lo guardai stupita, non avevo idea di come lo avesse capito "ma- come lo sai?"
"Ogni volta in cui discutiamo non mangi" ed era vero.
Andammo nel terrazzo della mia stanza e cenai, feci fatica a farlo perché ero ancora abbastanza scossa e turbata dall'accaduto ma riuscì comunque a finire tutto.
"Dovresti andarti a scusare con Spina"
"L'ho già fatto" quel ragazzo era riuscito a stupirmi due volte in un solo giorno; notai che stava cercando di migliorare e maturare, ne fui felice.
Quella notte dorimmimo insieme, il pomeriggio saremmo partiti per l'Inghilterra siccome il giorno dopo ci sarebbe stata la semifinale; ormai quasi tutti sapevano che io e Nico avevamo un feeling, tutti tranne mio padre e odiavo nascondergli le cose quindi durante la colazione decisi di parlargliene.
"Ei babbo, ti vorrei parlare di una cosa"
"Certo tesoro, dimmi pure" in quel momento la mia ansia era alla stelle. Mio babbo era molto protettivo e non avrebbe mai preso bene quello che gli stavo per dire, aveva paura che venissi ferita e proprio per questo motivo non era mai andato d'accordo con alcuno dei miei fidanzatini del liceo.
"Venire qua è stata una decisione bellissima, oltre ad avere conosciuto un sacco di persone stupende ne ho conosciuta una che-" mi interruppe "so già di te e Barella" rimasi scioccata e non mi sembrava neanche infastidito dalla cosa "avevo piacere che me ne parlassi prima ma fa lo stesso; io mi fido di lui" in quelle sue parole notai un pò di amarezza ma feci finta di nulla; forse era solo una mia impressione.
Quel giorno decisi di andare all'allenamento con Spina, tra me e lui le cose erano apposto e forse gli avrebbe fatto bene osservare un pò di quella normalità che ormai da settimane gli mancava.
Tutto stava procedendo al meglio quando notai però che mio padre si allontanò con Nicolò; pensai subito al peggio.
Purtroppo non si allontanarono molto da noi così riuscì ad ascoltare tutta la conversazione "Ascoltami bene Barella. So quello che c'è tra te e mia figlia e va bene, lo accetto ma sappi solo che se le spezzi il cuore tu sei fuori"
"Non si preoccupi signore, sua figlia mi piace davvero tanto e sto cercando di essere il più maturo possibile con lei, si merita tanto"
"Lo so, se tu sarai in grado di renderla felice a me andrà bene, in caso contrario sai già come andrà. Ora torna ad allenarti"
Avrei preferito che mio padre se ne fosse stato zitto ma fui felice delle risposte date da Nico, forse stava dicendo delle cavolate ma era riuscito a tenere testa a mio padre; cosa praticamente impossibile.
Finito quell'allenamento ci imbaraccamo sul volo diretto a Londra, Regno Unito; salì con Nico e ci sedemmo vicini. Avevo il terrore degli aerei e lui lo sapeva, lo aveva notato in quanto facevo tamburellare le mie dita sudate sulla gamba.
Mi prese le mano e la strinse alla sua "Stai tranquilla, ci sono io" mi disse appoggiandosi a me; ero stanca così mi addormentai abbastanza in fretta.
Per tutto il volo Nico non mi mollò mai la mano anzi, la stringeva sempre di più per farmi sentire al sicuro e protetta.
"T/n svegliati, siamo arrivati" mi disse dandomi un leggero bacio in fronte "ora scendo" mi alzai abbastanza velocemente e appena scesi dall'aereo una miriade di giornalisti iniziarono a farci domande; erano tutte domande stupide tranne una che mi lasciò particolarmente colpita, così decisi di rispondere.
"Io non sono il loro portafortuna, sono solo una ragazza che li sostiene ogni giorno dandogli la forza necessaria per credere in loro; per il resto fanno tutto da soli e se saranno campioni d'Europa il merito non sarà mio" sorrisi e me ne andai verso l'hotel in cui saremo stati per qualche notte.
Ero sola in camera, la cosa non era una novità ma non mi piaceva dormire senza nessuno affianco così, dopo cena, andai da Nico "Ei, ti va di venire a stare da me stanotte?"
"Tuo padre se mi scopre mi uccide, già oggi mi stava per cacciare" disse ridendo "comunque sì, vengo in stanza con te"
La mia camera a Londra aveva un letto abbastanza piccolo, era ad una piazza e mezzo ma in due ci stavamo bene; ero contenta di stare con Nicolò, il giorno dopo avrebbero avuto la partita e lui aveva bisogno di tutto il mio sostegno in quanto faceva veramente fatica a gestire l'ansia.
"Sei agitato vero?" eravamo già a letto, l'uno abbastanza distante dall'altro; lo vidi osservare il soffitto senza muovere ciglio "come lo hai notato?"
"Ti conosco" mi avvicinai a lui e gli misi una mano tra i capelli, per poi appoggiarmi completamente sul suo petto che in quel momento era senza alcuna maglietta sotto.
"Stai tranquillo ok?"
"Ci proverò, notte bimba" mi piaceva quando mi chiamava così, mi faceva sentire protetta "notte" e mi stampò un piccolo bacio sulla guancia; aspettando poi che il sonno cadesse su di noi.
Il mattino seguente ci svegliamo abbracciati, stavamo bene ma la nostra piccola quiete venne interrotta da mio padre "T/n è ora di fare la colazione aprimi" cercai di mantenere la calma e nel giro di massimo 10 secondi dovevo trovare un modo per fare uscire Nico dalla stanza.
"Esci dal balcone, siamo solo 4 stanze distanti; ti arrampichi al cornicione e se cadi poi ti ammazzo" gli dissi mentre mi precipitavo ad aprire la finestra che dava sul terrazzo "che idea stupida, se muoio la colpa è tua eh" dissi lanciandomi un occhiattaccia accompagnata da un piccolo sorriso.
"Babbo sto arrivando, mi sono alzata ora" corsi ad aprire la porta e feci entrare Mancini, non si accorse di nulla e dopo essermi vestita scesi con lui.

Un amore in nazionale Where stories live. Discover now