VIII

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Non sapevo cosa fare, tra qualche giorno ci sarebbe stata la partita e non avrei mai potuto creare scompiglio tra di loro però non potevo restare neanche in questa situazione.
Decisi di non fare nulla, me ne andai direttamente in mensa e mi misi al loro tavolo.
Il primo ad arrivare fu Nico, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi sorrise; alle sue spalle c'era Spina.
Dopo qualche minuto Fede non era ancora arrivato così chiesi spiegazioni "Raga ma Fede dov'è?" Nico si limitò a guardare Spina, questo suo gesto mi fece capire che non c'erano buone notizie. Leonardo riusciva a mantenere la calma in qualunque situazione, a differenza di Nicolò che si lasciava invadere dalle emozioni.
"Fede non sta tanto bene" capì che era una bugia, ogni volta che Spina ne diceva una si toccava quel pò di barbetta che aveva sul mento e lungo i lati della barba "Ok, ora ditemi la verità"
Dalla bocca di Nicolò uscì un "Ma-" che poi si disperse nella stanza, sommerso dalle voci degli altri giocatori.
"T/n sono cose personali di Fede, ci ha detto di non dirti niente" concluse Spina, portandosi poi alla bocca il cibo.
"Perché non dovrebbe dirmelo? Siamo amici"
"Siete solo amici?" aggiunse Nico con tono provocatorio "Nico per favore, non iniziare pure te" iniziai ad alzare la voce "Io non ho iniziato un bel niente! Sei te che-" si fermò senza concludere la frase; lo guardai negli occhi e poi mi girai ad osservare Spina. Nessuno aprì bocca.
"Me ne vado" mi alzai bruscamente e corsi via, lasciando metà porzione ancora sul tavolo.
Non so perché mi comportai così, ero preoccupata per Fede e non tolleravo che non mi avessero detto nulla al riguardo.
Non ero in grado di controllare i miei sentimenti, lo sapevo bene ma volevo mettere un punto alla situazione e l'unico modo per farlo era quello di andare da Federico.
Corsi le scale il più veloce possibile, arrivata al terzo piano però un qualcosa mi bloccò; esitai qualche secondo prima di dirigermi alla porta di Fede, non so il motivo ma ebbi paura di perderlo.
"T/n cosa fai qua?" la voce di Fede proveniva da dietro le mie spalle "Stavo venendo a vedere se stavi bene" gli dissi con ancora il fiatone.
"No ecco vedi, ti vorrei parlare di alcune cose"
"Pure io" aggiunsi senza pensarci un attimo "Andiamo da me?" feci di sì con la testa; l'atmosfera era apparentemente tranquilla ma si sentiva abbastanza tensione da parte di entrambi. Ci sedemmo sul letto, uno di fronte all'altro; iniziò lui a parlare.
"Mi dispiace non averti detto prima di tutto ciò ma ora è arrivato il momento di farlo. Prima di venire qua ero fidanzato, la mia relazione non era sana, litigavo ogni giorno con lei e iniziò a diventare tutto troppo stressante così decisi di lasciarla.
Il periodo seguente alla rottura fu davvero difficile ma riuscì ad andare avanti grazie a Benedetta. La conobbi qualche mese prima di lasciarmi e mi restò accanto per tutto il tempo" fece una piccola pausa per riprendere il respiro "Insomma iniziai a frequentarmi seriamente con lei ma poi dovetti partire per venire qua e incontrai te. Sei stata un qualcosa di inaspettato ma di bellissimo; solo che ora mi trovo a decidere tra due ragazze fantastiche e, ovviamente, non posso tenermi entrambe" lo guardai fisso negli occhi, non so perché ma sapere che aveva un altra persona, fuori da qua, mi faceva stare abbastanza male ma sapevo quale fosse la cosa giusta da fare.
"Fede, se mi stai chiedendo cosa provo io per te beh, difficile a dirlo. Sei un ragazzo fantastico e mi fai stare davvero bene ma penso che dovresti scegliere Benni.
Non lo sto dicendo perché non mi sento abbastanza ma lo sto dicendo perché so che non ti darei tutto quello che meriti.
Vedi, il rapporto tra me e Nico sta diventando sempre più intenso e nonostante le mille litigate che facciamo costantemente sta cominciando ad entrare, piano piano, nel mio cuore e sta prendendo uno dei primi posti" utilizzai questa metafora per non mettermi troppo a nudo davanti a lui, ero troppo orgogliosa per farlo.
"Ok, sappi solo che te avrai ora e per sempre un posto speciale nel mio cuore. Spero che non cambi il nostro rapporto"
"No tranquillo" mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia, per poi abbracciarlo. Volevo fargli capire che io per lui ci sarei stata sempre, infondo rimaneva comunque il mio cretino.
"Te invece di cosa volevi parlarmi?" mi chiese lui più sereno "Della questione con Nico, anche io mi stavo trovando davanti ad un bivio e volevo sapere cosa ne pensavi"
"Ah ok, ne hai già parlato con lui?"
"No, e non lo farò. Solo te non dirgli nulla okay?"
"Certo scema"
Dopo quella lunga conversazione mi sentivo meglio, come se il mattone che avevo da giorni nello stomaco se ne fosse andato.
Io e Fede tornammo in mensa, al nostro tavolo l'atmosfera si fece nera.
Nico non faceva che tirarmi occhiataccie e continuava a chiedere a Chiesa cosa fosse successo in camera, lui si rifiutò di parlargliene.
Finito di cenare me ne tornai in stanza, era stata una giornata abbastanza impegnativa e non avevo la minima intenzione di affrontare Nico; sapevo che Fede non gli avrebbe detto nulla della nostra conversazione quindi me ne tornai in stanza tranquilla.
Appena entrai però vibrò il mio cellulare -sarà il babbo che mi manda la buonanotte- pensai, ma invece mi sbagliavo.

*Nico*

Fui particolarmente stupita dalla cosa e inizialmente mi rifiutai di rispondere al messaggio, poi però pensai al fatto che risolvere domani sarebbe stato più difficile e gli avrebbe portato mal umore durante gli allenamenti quindi decisi di fare u...

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Fui particolarmente stupita dalla cosa e inizialmente mi rifiutai di rispondere al messaggio, poi però pensai al fatto che risolvere domani sarebbe stato più difficile e gli avrebbe portato mal umore durante gli allenamenti quindi decisi di fare un ultimo sforzo.
Gli risposi con un semplice e limitato "Okay." Dopo 5 minuti bussò alla mia stanza, gli aprì la porta e rimasi ad osservarlo per qualche secondo; gli tremava la mano.
"Cosa c'è Nicolò?"
"Non mi chiamare così, sai che non mi piace" era vero, lo sapevo ma eravamo in un momento serio e il mio auto controllo era al limite.
"Sono stanca, perché mi vuoi parlare?"
"Non posso continuare così"
"Cosa intendi?" non mi rispose, si andò a sedere sul letto con aria abbastanza innervosita; mi avvicinai, mi misi di fronte a lui, seduta sulla sedia, e lo osservai negli occhi.
"Perché sei venuto qua?" gli ridomandai "Non sopporto più questa situazione!" disse, con un tono di voce abbastanza alto.
"Ma che situazione!" feci finta di non capire "Oh per favore, non sei stupida. Hai capito benissimo di cosa sto parlando. Non sopporto vederti con gli altri ragazzi t/n! Puoi chiamarla gelosia e puoi chiamarmi pazzo ma non ce la faccio più"
Quelle sue parole mi lasciarono come pietrificata, avevano ragione Spina e Jo; lui ci teneva davvero a me. Nonostante fossi davvero felice in quel momento cercai di non farlo notare, le mie emozioni avevano preso il sopravvento.
"Non sono di tua proprietà" dissi con tono abbastanza amareggiato, ero felice ma dentro di me si stava accendo un fuoco di rabbia.
"Perché ti devi comportare così?" gli urlai "Perché mi sto innamorando di te! Non riesci proprio a capirlo" dopo queste parole se ne andò dalla mia stanza sbattendo la porta.
Io rimasi lì, ferma a fissare un punto fisso nel muro; nella mia testa ronzavano ancora le sue parole. La notte non riuscì a dormire, continuavo a pensare al suo volto e alla porta che sbatteva, fu un agonia.
Il mattino seguente mi rifiutai di alzarmi dal letto, ero troppo stanca e non sarei riuscita a sopportare la faccia di Nico; una parte di me voleva andare da lui e baciarlo ma l'altra era costantemente in negazione.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno e gli allenamenti sarebbero iniziati entro poco tempo così decisi di chiamare al volo Spina e Jo; erano gli unici con cui mi ero confidata fin dal primo giorno.
Vennero in camera mia e gli spiegai tutto.
"Piccolina, vedi? Te lo avevo detto io!" mi disse Leo accarezzandomi i capelli ancora spettinati "Non devi essere così, dovresti essere felice!" aggiunse Jo.
"Lo so ragazzi ma ho paura"
"Paura di cosa?" mi domandò Spina "non lo so, ho paura di essere ferita e presa in giro"
In quel momento Jo, che si trovava ancora vicino alla porta, si sedette ai piedi del letto, appoggiandomi una mano sulla gamba "T/n io non ho mai visto Nico così preso da una ragazza; oggi a colazione c'erano le paste al pistacchio e te ne tenne una da parte" rimasi stupita, non so per quale motivo continuassi a dubitare di lui.
"È vero, Jo sta dicendo la verità. Quando ieri Barella è tornato, dopo essere stato da te, si è seduto in terrazzo ed è rimasto lì tutta la notte. Stamattina mi ha detto che aveva fatto una delle più grandi stronzate del mondo"
Quando se ne andarono provai a dormire, ma ogni tentativo fu invano.
Mi cambiai e andai a vedere l'allenamento o meglio, andai a vedere Nicolò Barella tutto sudato e sporco di terra che si allenava.
Quando mi vide arrivare fece una faccia sorpresa, i nostri sguardi si incrociarono per qualche secondo ma lui distolse subito, spezzando quell'intesa che si stava creando.
Restai la per tutta la mattinata e durante il pranzo tornai al mio solito tavolo; volevo parlare con Nico ma ogni momento mi sembrava inopportuno.
Mentre mangiavamo evitò di parlarmi e di guardarmi; capì che era a disagio ed era giustificato. La mia reazione ieri sera fu abbastanza strana, nemmeno io me la spiego.
Finito il pranzo se ne andò per primo, capì che non voleva affrontare il discorso ma non sopportavo l'idea che mi ignorasse così decisi di andarlo a cercare; dovevo dargli delle spiegazioni.

Un amore in nazionale Where stories live. Discover now