42.

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Jimin's pov
Mi sentivo ferito e tradito. Jungkook mi aveva controllato come un bambino di 8 anni, anzi neanche loro vengono controllati così. Perché aveva agito così.

Non riuscivo a prendere sonno. Quante volte lo aveva già fatto? Perché lo aveva fatto? Stava andando tutto così bene, perché fare questa cosa?

Come di consueto ormai, verso tarda notte sentii la porta della mia camera aprirsi, qualcuno entrare e sdraiarsi accanto a me. Sapevo fosse Jungkook, ma questa volta non avrei ceduto tanto facilmente. Non poteva passarla liscia.

Lo sentii avvicinarsi a me, portando il suo braccio a stringermi la vita e posando un bacio sul mio collo.

-piccolo dormi?-mi chiese dolcemente, accarezzando il mio ventre. Non sapevo cosa fare. Gli dicevo che ero sveglio o stavo fermo fingendo ancora?

-mi dispiace Minnie, sono stato un idiota-mi disse con un tono triste e colpevole, colpendomi. Dovevo ammetterlo.

Sospirai, voltandomi verso di lui. La verità era che volevo chiarire più qualunque altra cosa, non sopportavo di avercela con lui.

-si lo sei stato-dissi ora davanti al suo viso guardandolo negli occhi.

-mi dispiace amore-disse ancora, spostando un ciuffo di capelli da davanti il mio viso dolcemente.

-lo so-risposi io mordendomi il labbro inferiore pensando a ciò che era successo la sera prima. Dovevo dirglielo?

-mi perdoni?-mi chiese avvicinando il suo volto al mio finché le nostre fronti non furono a contatto. E li decisi, presi la palla al balzo e confessai tutto.

-solo se tu perdoni me per quello che sto per dirti-risposi mordendo il labbro inferiore e guardandolo, vedendolo scostarsi per ascoltare.

-sentiamo-disse mettendosi più comodo, con la schiena contro la testiera del letto facendomi salire a cavalcioni su di lui per avermi davanti al viso.

-ecco io....-iniziai a giocherellare con le mani mentre gli raccontai ogni cosa, davvero tutto. Partendo da Namjoon, alla mia comparsa nel bar, del tipo e di come Tae mi aveva  salvato.

-mi dispiace Kook-dissi sentendomi sempre più colpevole, alzando poi lo sguardo su di lui torturando il mio labbro inferiore.

La sua espressione era strana, non aveva espressioni. Mi sentivo già in panico come se fosse stata una cosa troppo grande da digerire. Avevo sbagliato? Non avrei dovuto parlare?

In un secondo e d'improvviso mi ritrovai con la schiena sul materasso e Jungkook sopra di me con un ghigno strano.

-jungkook...io...-cercai di dire vedendolo strano, quando sentii una sua mano scorrere lungo il mio fianco zittendomi per l'imbarazzo.

-mi stai dicendo che uno sconosciuto ti ha toccato qui-disse passando la mano sul mio fianco- qui- sulla mia pancia- e qui- sulla mia coscia, per poi avvicinarsi al mio viso mentre io annuivo.

-beh allora dovremmo fare qualcosa per eliminare il tocco di quell'individuo e sostituirlo  con il mio-disse, posando poi un bacio sulle mie labbra, intensificandolo subito dopo mentre le sue mani scorrevano sul mio corpo. Ed ecco ancora quella sensazione propagarsi dentro di me.

-non sei arrabbiato?-chiesi io, guardandolo con gli occhi da cerbiatto.

-oh cazzo Minnie se mi guardi così finisce male-mi rispose stringendomi una natica e facendomi gemere. Ghignai, volendo giocare un po' con lui sapendo di cosa avesse bisogno.

-oh e cosa succederebbe?-chiesi, accarezzando le sue braccia e le sue spalle con le mani vedendolo avvicinarsi al mio orecchio sussurrandoci su qualcosa.

-succede che non riuscirai a camminare per qualche giorno-mi rispose, provocandomi brividi lungo tutto il corpo facendomi eccitare.

Lo volevo. Volevo fare l'amore con lui. Volevo perdere la verginità con lui. Volevo che fosse il primo. Volevo ricordarlo per sempre.

-correrò il rischio-risposi ghignando, vedendolo stupito dalla mia risposta.

My OxygenWhere stories live. Discover now