Conflitto interiore

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Naos non era riuscito a prendere la sua decisione: una parte di lui voleva fuggire, l'altra adeguarsi. Solo divenendo come Lesath avrebbe ottenuto il rispetto.

Il sacerdote aveva fatto condannare degli innocenti, eppure la folla continuava ad ammassarsi di fronte al tempio per ascoltare le sue farneticazioni. Alrai e Spica estorcevano soldi e la gente chinava lo sguardo al loro passaggio. La sconfitta era stata dimenticata in breve.

In laboratorio, Naos era diventato chiuso. Aveva parlato solo per chiedere il permesso di continuare a lavorare anche dopo la fine del turno. Quell'attività meccanica e per lui semplice lo aiutava a soppesare le opzioni.

Lesath aveva confermato quanto detto da Sirrah e, con orgoglio, gli aveva esposto l'ordine di trasferimento e lo aveva invitato ad appurarne la validità. Naos era andato di persona, si era seduto su una panchina e aveva ascoltato le voci dei passanti. Era perfino andato alla caserma e un sottufficiale aveva confermato. Dovevano giusto aspettare che il sostituto temporaneo di Tarazed - un giovane nobilotto che stava seguendo un apprendistato - concludesse.

Se non aveva corrotto un intero distretto, era vero.

L'immaginazione aveva riempito Naos di aspettative. Una vita più agiata, gli anni che passavano, Lesath che, anziano, gli lasciava il posto, le persone che lo applaudivano e lo salutavano, la sacca col denaro che si riempiva. Lui che si formava una cerchia di fedeli che obbedivano e lo ammiravano, il laboratorio più grande ed efficiente. Qualche trattativa coi locali al potere, un sacchetto dato e uno ricevuto. La situazione attorno a lui non mutava, ma la sua vita sbocciava.

Ammirazione, ricchezza, donne, pochi conflitti. Bastava dare un calcio alla morale e sarebbe stato tutto suo. Come doveva aver fatto quel Zadok che una volta aveva ammirato.

Il dilemma lo stava facendo impazzire. Sbatté le mani sul tavolo e si riempì i polmoni. «Chiedo il permesso di uscire».

Lesath accordò e Naos passò oltre senza guardarlo. «Giovane Naos, aspetta!» Il sacerdote fece un passo avanti e perse l'equilibrio. «Ah, la gamba!» Si poggiò una mano sull'arto e strinse i denti. Arrancò verso una sedia e si sedette.

Il giovane alchimista lo trovò patetico. Non aveva dimenticato come era stato capace di soverchiarlo con una mano.

Lesath rise ironicamente, congiunse le mani al ventre e assunse dei modi comprensivi, come se fosse stato un genitore che, resosi conto di aver inflitto una punizione troppo dura, cercava di rimediare. «Io ho avuto una famiglia che contava su di me, sono stato circondato da gente che pensavo mi amasse. La famiglia, gli amici, i gruppi, l'Impero... sono accordi tra parti volti a ottenere un rendimento superiore». Si fermò e attese una qualche reazione. Naos continuava a fissarlo senza muovere un muscolo. Sentiva quel discorso come costruito ad arte, pronunciato con enfasi da una persona che aveva compreso il suo modo di ragionare, ma non i suoi sentimenti.

«Non ha senso impegnarsi per ottenere qualcosa di grande, perché così riempi di aspettative chi ti circonda. Quando fallirai ti odieranno. Il popolo odia i tiranni, ma odia ancora di più l'eroe che delude. Lo invocano affinché risolva i loro problemi, lo mandano avanti con la convinzione che ci riuscirà, lo denigrano quando fallisce anche se sarebbe bastato che solo uno di loro si sollevasse per garantire il trionfo». La verità fece scorrere la rabbia nelle vene di Naos. Se non fosse stato per Ain e la possibilità che gli aveva offerto, avrebbe anche potuto cadere nel tranello.

«Non possiamo avere tutto dalla vita, possiamo solo fare il meglio con ciò che abbiamo. Per chi dovremmo lottare? Per noi stessi oppure per chi ci vuole portar via quel poco che siamo riusciti a ottenere?»

Naos pensò che Lesath avesse dedicato tempo alla preparazione di quel discorso. Non diede a vedere l'effetto che le parole avevano avuto e disegnò un algido inchino. In altri momenti avrebbe tentato di ribattere, ma tal strategia non poteva funzionare. Provò soddisfazione nel leggere delusione sul viso del sacerdote. 

L'avvento dell'ImperatriceWhere stories live. Discover now