Missioni

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Compiuta la Celebrazione della Dea, Lesath, in ostentazione della sua autorità, aveva fatto attendere Naos per oltre un'ora prima d'invitarlo nel suo laboratorio.

Le pareti della sala erano tappezzate da simboli alchemici, tra cui una stella a cinque punte avvolta da un cerchio o tre uccelli che Naos identificò come un corvo, un cigno e una fenice. "Morte, ricostruzione e rinascita".

I due tavoli del salone erano abbastanza lunghi da poter far accomodare una dozzina di persone per lato; il primo era ricoperto di ampolle di ogni forma e dimensione, liquidi variopinti bollivano ed evaporavano per poi muoversi attraverso intricati e lunghi tubi.

Lesath, sempre retto a un bastone, sorseggiò del vino e disse: «Cominciamo, giovane Naos».

Accanto a Lesath c'era Sirrah, una maga dalle vesti scarlatte. Era sulla trentina, ed era un'esponente del Popolo dei Fiumi, riconoscibile dalla pelle pallida, gli occhi sottili e i capelli scuri. Naos provò un lieve disagio nell'osservarle la mano destra, ricoperta di pustole, e il naso che si dilatava e restringeva. L'astio aveva riempito l'intera sala.

Lesath iniziò a fare numerose domande. Definizioni, termini tecnici e ordinò di riconoscere un veleno in base all'odore. Naos identificò l'aconito, ideale contro gli angeli, ciclamino, croco e verbena - ingredienti per le pozioni d'amore, anche se in realtà erano più corretto definirli afrodisiaci - e della belladonna. Simile al mirtillo, aveva fama di veleno letale e strumento preferito delle Streghe della Luna.

Il passaggio successivo fu preparare delle pozioni curative a partire dalle erbe. Naos fu fornito di una bilancia per calcolare il peso con precisione, polverizzò gli steli e accese il fuoco per bollirli.

Lesath continuava a fissarlo ed era come aver puntato contro un plotone d'esecuzione. Naos non fece una sola pausa per ore, ma più si concentrava più riusciva a isolarsi. Ogni tanto pensava a voce alta per ricapitolare quanto doveva fare. Lo aiutava a focalizzarsi e a farsi trasportare dal lavoro. La tensione fece spazio all'amore per la scienza, le strette tremanti divennero salde e sicure. Si mise perfino a fischiettare. 

L'alchimia si concentrava principalmente su sieri e pozioni, ma offriva infinite possibilità, combinazioni inaspettate in cui il risultato superava di gran lunga la somma delle parti. A differenza degli incantesimi e delle arti di lotta, che si fermavano al giungere del limite umano, la magia da laboratorio non aveva confini.

Alla fine il mago gli fece cenno di fermarsi. «Ritengo il tuo rendimento sufficiente. Da oggi sarai il mio apprendista. Farò rapporto ad Alrai. Lode alla Dea!»

«Ma messer Lesath, sono io il vostro braccio destro!» protestò Sirrah.

«Lo eri, ma questo ragazzo è più sano e competente di te. I tuoi servigi non sono più richiesti, a meno che tu non sia interessata alle pulizie. Puoi lasciare questa sala».

Sirrah digrignò i denti e puntò il dito verso Naos. «La pagherai!» ammonì. «La pagherai!» Voltate le spalle, uscì dalla sala.

«Tieni la guardia alzata. Sirrah era fiera della sua posizione» si limitò a dire Lesath.

La sua calma non rassicurò Naos. Anche se fosse stata una minaccia a vuoto, l'atteggiamento di Lesath era reale. Aveva rimpiazzato il proprio apprendista con indifferenza, come se avesse dovuto sostituire un oggetto di scarso valore. «Potevamo lavorare entrambi per voi».

«Non posso tenervi d'occhio entrambi» ribatté Lesath. 

Naos si dispiacque per lei. Anche se Sirrah era un ostacolo, avrebbe dovuto dirle qualcosa.

Fatto un inchino, salutò e abbandonò la stanza. Come assistente alchimista avrebbe avuto accesso al veleno e a vari strumenti. "Solo la verità uscirà dalla mia bocca", recitava il motto. Ma a volte bisognava decidere tra la giustizia e la propria morale.

L'avvento dell'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora