otto

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Quando la porta venne aperta, Jackson e Y/n mi guardarono con gli occhi spalancati. Afferrai il
braccio della ragazza senza esitazione, poi la portai all'uscio di casa Wang.

-Cosa fai?- chiese il ragazzo

-Vado a vedere la casa di Y/n Zhou.- dissi lanciandogli un'occhiata di sfida. Lui strinse la mascella ma non fece nulla, non poteva rischiare che lei lo scoprisse.

-Cosa dico?- mormorò quasi come se avesse vergogna. Y/n lo guardò quasi sconvolta, forse si
aspettava che facesse qualcosa.

-Tu sei quello ribelle Wang, stupiscimi.- dissi allontanandomi con la ragazza

Aprí la porta di casa sua con difficoltà, le tremavano le mani e io sorrisi. Amavo vedere le persone
spaventate da me, amavo esercitare il controllo sulle persone e sulle cose che mi circondavano.
Portai le mani sui suoi fianchi, avvicinai il mio corpo al suo e portai le labbra al suo orecchio.

-Ti rendo nervosa?- accarezzando leggermente i suoi fianchi e mordendo il suo lobo

Finalmente riusci ad aprire, entrando seguita subito da me. Portai un braccio attorno al suo stomaco, la spinsi contro di me. Il mio braccio sinistro la teneva ferma stringendola, la mia mano destra afferrò i suoi capelli per tenere ferma la sua testa. Gemette per il dolore, verso che accese qualcosa di primitivo in me.

-Rispondimi. Ti intimorisco?

-S-si- disse e vidi le lacrime formarsi ai lati dei suoi occhi.

-Voglio vedere la tua stanza, Luna.

Y/n annui, la liberai dalla mia presa e iniziai a camminare alle sue spalle mentre mi portava lungo il
corridoio. Si fermò dopo aver raggiunto la seconda porta a destra, l'aprì quasi lentamente.

La stanza mostrava chiaramente segni di essere stata abitata da poco, alcuni vestiti erano disordinatamente sul letto piuttosto che sull'armadio.
Il letto invece era fatto con cura, alcuni
pupazzi lo decoravano, senza renderlo però infantile. Mi avvicinai e presi un pupazzo che era quello
che mi incuriosiva di più. Un piccolo panda che portava delle iniziali: una S, una M, e una Y.

-È un regalo che mi hanno fatto i miei migliori amici.- disse togliendomelo delicatamente dalle
mani -Me l'hanno regalato prima che partissi.

-Eravate uniti?

-Si, Sana e Momo erano le amiche migliori che potessi chiedere. Yuta si prendeva cura di tutte noi,
aveva il compito di spaventare tutti i ragazzi che ci infastidivano.- disse sorridendo, si era persa nei
suoi pensieri.

-Qui nessuno ti darà fastidio.- dissi serrando la mascella e sedendomi sul letto

-Già.

La feci sedere su di me, strinsi le bracci intorno al suo busto. Iniziò a vagare con lo sguardo, afferrai
il suo mento per costringerla a guardarmi.

-Cucciola, sei così innocente. Lo posso leggere nei tuoi occhi.- sussurrai portando lentamente le mie
mani lungo i bordi della sua maglia.

Degluti mentre alzai la sua maglia, portai lo sguardo sulla pelle del suo stomaco man mano che esponevo una parte dello stomaco. Poi la maglia cade a terra. Mi leccai il labbro, guardandola con desiderio.

-Credimi, è da molto che non vedo un volto così innocente a Seoul. E sai perché?- sussurrai
avvicinandomi alle sue labbra. Scosse la testa in segno di negazione, -Qui a Seoul togliamo l'innocenza a tutti. Tu, purtroppo, hai incontrato me e credimi, quando avrò finito con te, desidererai di essere rimasta a casa tua con i tuoi amichetti.- afferrai il suo sedere, fiondandomi sulle sue labbra. Lei gemette nel bacio e io ne approfittai per far passare la mia lingua nella sua bocca.

Capovolsi la situazione, strinsi i suoi polsi, impedendole così di muoversi. Morsi con violenza il suo labbro inferiore, un altro gemito di dolore lasciò le sue labbra, Avvertii il sapore di sangue e solo
allora mi allontanai. Guardai il suo volto, sconvolto, poi le sorrisi e baciai una seconda volta le sue
labbra in maniera più dolce.

-Ciao Luna.- dissi prima di alzarmi dal letto.

Tornai a casa in poco tempo, i ragazzi mi aspettavano tutti svegli. Si preoccupavano per me,
temevano che potessi perdere il controllo e farmi male. Non sapevano che alla fine, rischiavano solo
le persone che mi giravano intorno nel momento sbagliato.

-Alfa, tutto bene?- chiese Sunmi, io annuii -Dov'eri? Ci hai fatto preoccupare.

-Ho fatto solo un giro e mi sono tranquillizzato.-
Appena finii di dire quelle parole, il mio telefono vibrò, segno che mi era arrivato un messaggio.

Da Jackson:

Adesso che lo sai, che vuoi fare?

A Jackson:

Averti nel palmo della mia mano, voglio che tremi ogni volta che le sono vicino perché potrei dirle il tuo sporco segreto. Glielo dirò quanto meno te lo aspetti, sicuramente ti odierà.

𝐡𝐢𝐬 𝐨𝐛𝐬𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧| 𝙟𝙟𝙠Where stories live. Discover now