Chapter 03: Bullies and friends.

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Non so che fare.
Lori è la cugina di Ross? Okay cervello, cerca di elaborare le cose in modo razionale.
CHE CAZZO STA SUCCEDENDO?!
"Sei sua cugina?! Ma siete nella stessa classe di biologia e nemmeno gli parli!" Grido, sconcertata.
"Laura, ti ho detto che è così anche a casa! Nemmeno i suoi fratelli e i suoi genitori gli parlano! È da quando aveva 14 anni che ha smesso di parlare con le persone!"
"Perché, adesso parla ai cavalli?" Butto lì, con un acido sarcasmo in bocca.
Non riesco a tollerare il fatto che la sua famiglia non parli con quel rag... con Ross. Il suo nome è Ross.
È una cosa orribile. E poi, se fosse vero che è un assassino, per sua madre resterebbe comunque un figlio.
"Non scherzare Laura! Senti, io sto male a non poter parlare con mio cugino, ma lui è un poco di buono. E quindi, stacci lontana anche tu." Poi se ne va.
Ma cosa prende a tutti?
Io resto nello spogliatoio della palestra, ancora un po'.
Devo riflettere.
Come potrebbe mai un ragazzino di 14 anni uccidere una persona e poi arrivare a ferirne altre?
Io non credo minimamente a quello che ha detto Lori. Questa è la sua versione dei fatti, ma se si sbagliasse?
Poi cosa intendeva con i 'problemi di autocontrollo'? Lo ha descritto come una bestia.
Io non credo che sia così cattivo, come lo ha fatto passare.

Prendo la borsa che mi era caduta a terra ed esco da quel maleodorante spogliatoio.

Lungo il corridoio che divide la palestra dal resto della scuola, noto una persona seduta a terra, con la schiena contro la parete.
Più mi avvicino, più la figura diventa nitida.
È Ross.
La penombra del corridoio gli da un'aria stanca e arrabbiata, in oltre fa risaltare molto le sue guancie leggermente scavate.
Sta giocando pigramente con qualcosa nelle sue mani.
Una piuma nera.
Ma dove accidenti l'avrà trovata?
L'eco dei miei passi rimbomba ovunque e questo gli fa alzare la testa.
Il corridoio è deserto. Ci siamo solo lui ed io.
Appena gli sono vicina, lo saluto.
"Ciao." Dico, con un sorriso.
Lui mi fissa per un secondo. Una strana luce, gli balena negli occhi, poi distoglie lo sguardo.
Quella luce l'avevo già vista. Negli occhi di Lori.
Davvero. Qualcuno mi può spiegare che succede? Sono molto confusa.

//

Sono in ritardo! Corro verso il mio armadietto, per mettere i libri.
La prof di letteratura ci ha fatto fare tardi.
Altri ragazzi corrono lungo il corridoio, per uscire.
Poggio i libri, quando sento una mano sulla mia spalla.
Mi volto, chiudendo l'anta.
Davanti a me c'è uno degli amici di Jen.
Senza preavviso mi sferra un pugno nello stomaco.
Mi inginocchio a terra, con il fiato corto.
Sento altri passi.
Altri si uniscono a lui. Uno è Nick.
Qualcuno mi tira un calcio nel fianco e ricado nel pavimento.
Mi rialzo velocemente e cerco di colpirli.
Non l'avessi mai fatto.
Uno mi arriva un pugno sullo zigomo. Sento altri pugni.
Cado nuovamente.
Altri calci.
Ho male ovunque.
Okay, sta volta mi ammazzano.
Sì, sta volta. Mi hanno picchiata altre volte.
La vista mi si annebbia, a causa delle lacrime.
Prima che le forze mi abbandonino del tutto, vedo una sagoma nera venire verso di me. Inizia a prendere a pugni Nick e gli altri.
Sento dei passi affrettati, come di qualcuno che sta scappando.
Poi l'oblio.

//

Una fresca brezza mi soffia sul viso.
Sento il vento che soffia contro le fronde degli alberi.
Sento il profumo dell'erba, lo adoro.
Rilasso di più i muscoli.
Indosso sento un giubotto, non mio. Ma dove sono?
Apro gli occhi. I rami di un albero mi impediscono di vedere il cielo.
Muovo leggermente la testa.
Seduto affianco a me vedo Ross.
Come ci siamo arrivati qui?
Lui si accorge che sono sveglia e mi fissa. Non riesco a capire cosa stia provando esattamente.
Provo a sedermi, ma il fianco mi fa parecchio male. Ross accorre subito in mio aiuto. Mi circonda il fianco con un braccio e mi aiuta a sedermi.
"Grazie." Dico semplicemente.
Lui continua a fissarmi, senza proferire parola.
"Con me puoi parlare." Ma il suo sguardo non si sposta.
"Poi... volevo ringraziarti per avermi salvata da Nick e i suoi amici. Se non fosse stato per te, questa volta mi avrebbero fatta fuori."
Il suo sguardo cambia. In un misto fra preoccupato e arrabbiato.
"Ti hanno picchiata altre volte?" La sua voce. Devo dire che ha una voce molto bella, gli si addice. Non prendetemi per stupida o altro, ma ci sono persone piccole con voci roche e profonde e persone grandi con voci squillanti e acute.
Solo ora mi rendo conto di una cosa: sono la prima persona a cui Ross parla dopo anni.
"Sì." Dico, guardandolo negli occhi, a mia volta.
I suoi occhi sono di un piacevole color nocciola.
Continuo a chiedermi come la gente possa davvero pensare che sia stato capace di uccidere qualcuno?
"Perché non lo hai detto al preside?" Mi domanda, sempre sconvolto.
"Lo rifarebbero." Gli rispondo, con una leggera punta di timore nella mia voce.
Lui si avvicina a me e fa qualcosa di inaspettato.
Letteralmente.
Avvicina la sua mano al mio viso e con il dorso della mano mi accarezza la guancia.
Il mio respiro comincia a tornare quello normale e mi tranquillizzo un po'.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da questa piacevole sensazione.
"Laura, pensa ai prati fioriti, agli uccellini che cantano, ai ruscelli che scorrono, tutto è calmo."
Riapro gli occhi.
Ross è ancora lì che mi fissa. Fa per dire qualcosa, quando allontana la sua mano.
"Perché non hai paura di me?" Mi domanda, il suo sguardo torna cupo, come suo solito.
"Perché dovrei aver paura?"
"Lo so che ti hanno parlato di me. Sei amica di Lori."
"Secondo me Lori si sbaglia. Così come tutti altri."
"Ma nessuno mi parla. Neppure la mia famiglia. Tutti nella scuola hanno paura di me, poi arrivi tu. Mi sorridi, mi saluti, ti va bene fare un progetto di musica con me, nonostante tu sappia che sono una sottospecie di maniaco."
"Come ti ho già detto, io non credo a quello che gli altri dicono."
"E chi ti dice che io non sia un assassino?" Domanda, alzando un sopracciglio.
"Sai, anche io quando faccio domande sarcastiche alzo un sopracciglio. E comunque, se tu fossi un assassino, non mi avresti salvata dai quei ragazzi, non avresti cercato di tranquillizzarmi e non saresti qui, a parlarmi tranquillamente."
"Okay, questo è vero. Non sono un assassino."
"E allora perché tutti credono che tu lo sia, compresa la tua famiglia?"
"Non ci conosciamo abbastanza... quando vorrò dirtelo, lo saprai."
"E va bene. Ma sappi che non sono una che si arrende facilmente."
Lui sorride, alla mia affermazione.
"Posso chiederti una cosa?"
"Dimmi pure."
"Perché mi hai aiutata? Altre volte mi hanno picchiata davanti ad altri ragazzi, ma nessuno è mai intervenuto. Perché tu sì?"
"Odio le ingiustizie. Poi quando ho visto che ti mettevano le mani addosso... non lo so, qualcosa dentro di me mi ha detto che dovevo fare qualcosa..."

A fine conversazione, il mio sguardo cade sul campo in cui ci troviamo. Una grande prato, con alti steli d'erba freschi, si estende davanti a noi. Tutto intorno ci sono alberi fitti.
Il cielo è completamente sereno, ma tira quella brezza primaverile.
"Come mai ha deciso di portarmi qua?" Domando al biondo, seduto accanto a me.
"Non sapevo dove abitavi, i miei a casa mia nemmeno mi vogliono, quindi ho pensato di venire qui."
"È un bel posto."
"Già... forse dovrei accompagnarti a casa."
"Okay."
Ross, con un semplice balzo, riesce ad alzarsi.
Ma come cavolo ha fatto? Ha le ali per caso?!
Notando la mia difficoltà, mi aiuta a stare in piedi.
"Hey... Laura giusto?"
"Sì..."
"Ti-vorresti... cioè... ehm... ti andrebbe di... insomma... e-essere a-a-amici?" Domanda, alquanto titubante Ross.
"Non lo eravamo già?" Gli sorrido, dolcemente.
Lui ricambia con un sorriso a trentadue denti. Awe, quel sorriso.

Ci incamminiamo verso casa mia.
Devo dire che quel prato è ad almeno cinque kilometri dal primo centro abitato di Los Angeles - che per fortuna è il mio -.
"Hai fatto tutta questa strada, con me in braccio?" Domando, stupita e anche un po' affaticata.
Non criticatemi, fateli voi cinque kilometri a piedi, con le costole doloranti.
"Ehm... sì. H-ho c-camminato fino a lì... con te." Risponde, molto nervoso.
Raggiungo casa mia.
"Grazie mille, Ross. Davvero."
"Figurati."
"Ci vediamo domani." Gli porgo la sua giacca, che aveva gentilmente messo sulle mie spalle, per scaldarmi.
"Sì. A domani." Mi saluta con un gesto della mano.
Cerco dentro alle tasche le chiavi. Poco lontano da me, sento uno strano fruscìo. Alzo lo sguardo, ma la via è deserta.
Non c'è nemmeno Ross. Ma che...?

~Angolo autrice:
È LA TERZA VOLTA CHE LO SCRIVO. WATTPAD CONTINUA A NON SALVARMELO! VI GIURO, ANCORA UNA VOLTA E IL CASINO DEL '32 SAREBBE STATO NULLA A CONFRONTO ALLA MIA REAZIONE!

Torno ad essere una persona calma e pacifica x3 come state? Belle le vacanze eh? *^*
Allora, vi è piaciuto questo capitolo? Finalmente i nostri protagonisti si conosco - passi avanti -.

Oggi ho comprato Shadowhunters - Città di vetro *^* (←SPAM) sono felice :3
Votate e commentate ;)~

Ellingtons-wife

||Paralyzed|| A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now