Chapter 07: Ross's Family.

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Continuavo a guardare la collana che mi aveva regalato Ross.
È a dir poco fantastica. Poi ha detto che solo quelle che sono collegate, possono trovarsi. Il che significa che le nostre sono collegate.
Awe, è una cosa bellissima.
Ross è davvero un ragazzo dolce. Sono fortunata ad essere sua amica.

Mi metto velocemente degli short, leggermente strappati, una canottiera - come quella dei giocatori di basket bianca - con scritto 'Los Angeles' in blu e delle convers bianche. Prendo una borsa, con dentro un quaderno con delle canzoni
Prendo il mio cellulare ed esco di casa.

Mi incammino verso casa di Ross.
Ho una memoria quasi fotografica, per fortuna mi ricordo abbastanza bene la strada.
Dopo sei kilometri, arrivo ad un punto in cui essa si ristringe e dei piccoli ciotoli sostituiscono l'asfalto.
Altri cinque kilometri, quasi tutti in salita - uccidetemi! -, poi arrivo nello spiazzo davanti a casa di Ross.
Arrivo al cancellino di legno e suono al citofono.
Dopo pochi secondi, dalla sommità della collina spunta un ragazzo. Si affaccia, per guardare chi sia, poi scende e viene verso di me.
"Ciao." Mi saluta, con un sorriso.
È anche lui biondo, molto alto. Assomiglia molto a Ross, solo che i suoi capelli sono più lisci.
"Ciao. Sono Laura."
"Piacere, Riker." Ci stringiamo la mano. Apre il cancello e mi fa entrare. "Sei un'amica di Rydel?"
"Ehm... no."
"Allora di Lori?"
"Sono sua amica, ma non sono qui per lei."
"Oh... allora per Rocky?"
"Nemmeno."
"Ryland."
"No..."
"Allora per chi sei venuta?" Domanda, pensieroso.
"Ehm... sono qui per... Ross."
"Cosa? Ross?" Domanda, come se gli avessi detto che ero qui per vedere il cane.
"Sì. Sono un'amica di Ross."
"Come fai ad essere sua amica? Lui non parla con nessuno."
"Con me parla. Siamo insieme per un lavoro di musica."
"Oh... okay. Accomodati." Richiude il cancello e mi accompagna fino dentro casa.
"Ma tu sai che Ross..."
"Sì, lo so. Ma non credo a quelle stupide voci. Ross è un bravo ragazzo."
"Non è proprio bravo come dici."
Entriamo dentro casa.
Questa volta, la casa è piena di vita.
Un ragazzo castano è seduto sul divano, a giocare con la Playstation. La ragazza bionda è seduta su una poltrona, a messaggiare.
In cucina c'è una donna bassa, con capelli biondi, che lava i piatti. Seduto al tavolo c'è un altro castano, con i capelli più lunghi dell'altro, che mangia.
Appena Riker ed io entriamo, si voltano tutti a guardarci.
La madre di Ross mi viene incontro, asciugandosi le mani con uno straccio.
"Oh, ciao cara! Io sono Stormie."
"Mamma, lei è Laura. È venuta qui per... Ross..." Dice Riker, pronunciando il nome del fratello, a bassa voce.
A tutti i presenti escono gli occhi dalle orbite.
"P-perché devi vedere... Ross? Ti ha fatto qualcosa?" Domanda Stormie, preoccupata.
"Oh no, no! Sono un'amica di Ross. Abbiamo un progetto insieme."
"Oh ehm..."
In quel momento dalle scale, scende Ross.
"Ciao." Lo saluto, con un sorriso imbarazzato.
Lui mi saluta con un cenno.
Ma che gli prende?
Sempre con un cenno della testa mi indica di salire.
Mi avvio dietro di lui.
Che strano, i suoi fratelli hanno un'aria familiare...
Arriviamo al piano di sopra, poi svoltiamo verso destra e ci incamminiamo per un lungo corridoio.
Ross apre l'ultima porta sulla sinistra.
Mi fa passare.
Entro e mi guardo intorno. Sulla destra c'è una finestra, che guarda proprio sul roseto.
Davanti a me ce n'è un'altra, che mostra il giardino posteriore.
Il letto di Ross è a una piazza e mezzo, proprio sotto alla finestra davanti. Sul muro ci sono vari poster dei Walk The Moon. Ci sono molti scaffali, pieni di libri. Davanti al letto c'è una scrivania in legno, con una abat-jour sopra. Una sedia con alcuni panni sopra.
In un angolo, a sinistra della stanza ci sono delle scale a chiocciola, in legno. Sono molto strette e gli scalini sono molto ripidi.
Sempre a sinistra c'è un'anta di quella che sembra la cabina-armadio.
Noto anche che sul muro sono incise delle frasi. Deve averle incise con il fuoco.

"È bella."
"Grazie. È un po' incasinata. Mia madre non viene mai a sistemare la mia stanza."
"Figurati. Se ti ricordi, la mia è anche peggio."
"Forse." Ross, parla a bassa voce, quasi un sussurro.
"Ti va di lavorare alla canzone?"
Annuisce.
Poi mi indica le scale.
Mi avvio verso la scala a chiocciola, molto ripida. Salgo e sbuco in quella che sembra essere una soffitta.
C'è un piccolo lucernaio in alto e un finestra, nella parte del retro.
È grande quanto il perimetro della casa.
È tutta in parquette, ci sono un paio di divanetti, una poltrona - una di quelle fatte con i sassolini, che quando ti siedi sprofondi e quasi non ti rialzi -, c'è una TV e delle mensole con dei libri.
Il lucernaio è chiuso e si trova esattamente al centro del tetto. Illumina la parte centrale della soffitta, riflettendo in un piano forte.
La finestra posteriore è ascurata, come per non far vedere cosa si trova all'interno della stanza.
In un angolo noto anche un paio di chitarre.
Due elettriche e una classica.
Una di quelle elettriche è nera, mentre l'altra è color crema, con degli intarsi oro.
"Ti piace?"
"Sì! È fantastico!"
"È la mia stanza della musica. Nessuno sa che ci si arriva dalla mia camera."
"Davvero?"
"Sì. Continuano a credere che la si raggiunga con qualche passaggio segreto, ma non sanno che basta entrare in camera mia e salire le scale."
Rido, alla sua affermazione.
La stanza è molto fresca. Mi siedo sulla poltrona.

||Paralyzed|| A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now