amiconi

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amiconi
Madame

POV GIOVANNI
Oggi sarei dovuto andare per la prima volta a scuola e stavo morendo di ansia,mia madre mi mollò davanti a quella scuola da solo,tutti quei bambini con dei genitori che ridevano e si abbracciavano,le lacrime minacciavano di scendere,mi allontanai da quella gente e andai a sedermi in un muretto stropicciandomi gli occhi,mi si avvicinarono dei bambini con più indietro i loro genitori li guardai stranito
L:"Perché sei solo?"
D:"Dove sono i tuoi genitori?"
S:"Zitto forse non ha dei genitori?" abbassai la testa a quelle domande
L:"Ma è muto non parla" e risero
D:"Ma sai parlare" i loro genitori si avvicineranno
P:"Andate a giocare con gli altri bambini non mi piace questo bambino"
S:"Esatto andiamo" le lacrime scesero,mi misi su il cappuccio della felpa,volevo mia mamma vicino ma non c'era,cercai di nascondermi in mezzo alla gente e mi misi nel banco più lontano che ci fosse,nascosi il mio viso nella felpa,sentivo parlare,tutti i loro nomi,da dove venivano e cosa li piaceva fare ma io neanche ascoltavo stavo nel mio mondo,neanche era iniziata e  odiavo la scuola non mi piaceva per niente,sentí il mio nome alzai gli occhi e gli sguardi degli altri mi bruciarono sulla pelle
M:"Come ti chiami"
G:"Giovanni" dissi con una voce bassissima
L"Ma allora parla" sentì una voce che cercai di ignorare
M:"Giovanni?" annui
M:"Sei nato in svizzera?"
G:"Si.."
S:"È straniero" è le risate mi arrivarono alle orecchie
M:"Bambini su un po' di educazione" e rise anche lei,si avvicinò a me e mi disse
M:"I tuoi genitori sono stranieri e lavorano in italia" mascherai il fatto che non avessero dei veri lavori
G:"Si" si avvicinò al mio orecchio per non farsi sentire dagli altri
M:"Allora dilli di ritornarsene al loro paese" e si allontanò abbassai la testa,di tutto mi era stato detto ma mai questo,per tutte le lezioni stesi zitto senza dire una parola,subendomi le risate di tutti,era suonata la ricreazione ma non avevo niente da mangiare
O:"Sei strano" lo guardai e stesi zitto
L:"Non parlare con quelli come lui vieni,l'hai sentito pure la maestra l ha detto" guardavo il muro stavo per scoppiare a piangere ma non l'avrei mai fatto,volevo scappare da lì e urlare,che senso aveva vivere se non avrei mai fatto niente di buono nella mia vita e nessuno voleva stare con me perché ero diverso,diverso da cosa,diverso da cosa e strinsi i miei capelli tirandoli,quel bisogno di essere amato invase la mia mente,era l'una uscì scappando da quella scuola,aspettai uno dei miei genitori per un ora ma nessuno dei due venne,decisi di fare di testa mia,andai dove mi diceva di andare la testa senza avere una meta,ero arrabbiato tanto,urlai fino a scoppiare a piangere distendomi per terra.

Avevo passato tutta la giornata fuori non avevo la più pallida idea di dove fossi sapevo solo che la vicino c'era la scuola,mia madre mi aveva lasciato qui si era dimenticata di me era difficile accettare questa frase ma lo aveva fatto ,una lacrima mi scese ma venne asciugata subito,c'era freddo ed era buio e avevo paura di cosa potesse succedere
G:"Voglio la mamma" dissi stringendomi nella mia felpa,passai tutta la notte li con la costante paura che neanche oggi mia madre sarebbe venuta,se sapessi già la strada di casa avrei provato a cercarla ma non ne avevo la più pallida idea,scoppiai in un pianto isterico
G:"Perché deve andare sempre tutto male" dissi singhiozzando,mi alzai e nonostante sapessi che mancava ancora un ora mi avvicinai a quel luogo così odioso,avevo fame non mangiavo da ieri a colazione,il mio stomaco richiedeva cibo ma io non ne avevo,un ora ad aspettare li che entrassi tutti i bambini che arrivavano mi guardavano storto e si allontanavano,entrai di nuovo in quella scuola se avessi avuto un accendino l'avrei già mandata a fuoco, mi misi seduto e mi nascosi nel mio mondo pensando
P:"Hai gli stessi vestiti di ieri che,non hai i soldi per comprartene dei nuovi" e rise
L:"Non ha soldi" e rise
S:"La mamma dice di stargli lontano perché è straniero" nascosi il mio volto nella felpa e trattenni le lacrime
L:"Fai schifo" e iniziarono un coro e smisero appena arrivò la maestra
M:"Tutti seduti" riapri gli occhi che si erano arrossati per via delle lacrime
M:"Ieri come ho visto la maggior parte di voi sa l'alfabeto perché l'avete imparato all'asilo giusto?" e tutti annuirono
M:"Vi va se a uno a uno ve lo chiedo?" loro annuirono sorridendo fieri delle loro capacità,pregai che non arrivasse a me ma ecco quel momento
M:"Dai me lo dici l'alfabeto" non risposi tenendo lo sguardo basso
M:"Lo sai?" e negai
M:"Neanche le vocali?" negai
M:"Non te le hanno insegnate all'asilo" non risposi,le risate già degli altri erano giunte alle mie orecchie
M:"Quindi?"
G:"Non ci sono mai andato" dissi a bassa voce tenendo lo sguardo basso
M:"Se parti così non concluderai niente nella tua vita andiamo avanti" non ascoltai più le sue parole e mi chiusi nella mia mente,appena suonò la campanella dell'ultima ora corsi fuori e pregai che ci fosse mia madre,la vidi avvicinarsi a me
M:"Hey piccino mi dispiace per ieri mi perdoni?" annui e l'abbracciai ma lei non ricambiò era fredda come al solito l'avevo sempre abbracciata ma mai aveva ricambiato,notai come le altre madri la guardavano male e parlavano fra loro
E:"Quella così giovane già ha un figlio"
F:"Sarà sicuro una poco di buono"
S:"Lontani dal figlio lontani dalla madre"
G:"Ti prego andiamo via" gli chiesi con le lacrime che scendevano
M:"La gente qui parla troppo e tu devi imparare a fregartene" notai dei lividi che aveva sul collo e sul viso
G:"Che hai fatto" dissi indicandole un livido sulla guancia
M:"Niente di importante,la mamma ha solo preso una botta" non ci credevo ma stesi zitto,la seguivo mentre la gente la fissava disgustata e lei che se ne fregava ricambiando le occhiate
P:"Che carattere"
D:"È una ragazza cosa ti aspetti è immatura,secondo te è normale avere un figlio a questa età" lei se ne accorse e si stancò rispondendoli
M:"Anche se fosse ti crea qualche problema,è tuo figlio? mi sembra di no,allora fatti i cazzi tuoi" e mi tirò per un braccio
M:"Se continuano dimmelo che le faccio stare zitte per benino io,ricordati il comportamento dei figli viene sempre da quello dei genitori"
G:"Io non voglio essere come te e papà" ma non rispose si mise seduta per accendersi una sigaretta
M:"Tu sei piccolo ma appena crescerai capirai che nonostante ti spacchi il culo avrai sempre poco dalla vita"
M:"Un giorno appena diventerai adolescente ti andrai a cacciare nei guai come tutti gli adolescenti o hai la forza per uscire da quei giri o no,se non vuoi essere come me e papà allora ti auguro che ci riuscirai" non capivo le sue parole ero troppo piccolo per comprenderle
M:"Ma non giudicare la mia vita perché per darti una casa e del cibo mi son fatta in quattro ringrazia di avere il poco che hai" mi scruto dalla testa ai piedi
M:"Hai fame?"
G:"Troppa"
M:"A casa non c'è cibo,ti va di andare da papà?" annui,camminammo per venti minuti e lei suonò il campanello,amavo la determinazione di mia madre non aveva mai paura di niente,con quegli occhi azzurri gelidi metteva paura a tutti quelli che le mettevano i piedi in testa,mio padre era uno dei pochi a tenerli testa per quello non avevano mai avuto un bel rapporto,apri la porta e la richiuse ma venne bloccato da lei che mise un piede per impedirlgli di chiuderla
M:"Fammi entrare e non rompermi i coglioni Luigi" spalancò la porta e lo spinse indietro
P:"Sono impegnato"
M:"Non mi interessa quel che cazzo stai facendo,devo solo sfamare tuo figlio che è responsabilità anche tu non solo mia" lui mi lancio un sguardo
P:"Arriva il giorno che ti faccio fuori a te"
P:"Te lo dico lo sfami e te ne vai" mia madre sorrise falsamente e lo seguì,vidi i coinquilini di mio padre
O:"È arrivata la stronzetta" e lei li fece il dito medio
D:"Così carina e figa e invece poi è una grandissima puttana pure stronza e maleducata" lei si avvicinò e li tirò uno schiaffo stringendoli il volto
M:"Sta zitto"
P:"Smettila Dani" nonostante si odiassero avevano uno strano rapporto di amore e odio,per tre mesi si odiavano e litigavano continuamente e per un giorno li trovavi abbracciati
M:"Non ho bisogno che mi difendi" e lui girò gli occhi,poggio un piatto di pasta e mi indicò di sedermi,mentre mangiavo si erano seduti tutti quanti parlavano a bassa voce tra di loro per evitare che io sentissi
G:"Di chi parlate?"
M:"Di nessuno,stai al tuo posto Giovanni" là scene dei lividi che le avevo visto sta mattina fece capolineo nella mia mente
G:"Parli delle stessa persona che ti ha fatto questo" dissi indicandoglielo
M:"Ti ho già detto che non è stato nessuno"
G:"Sarò piccolo ma non stupido"
P:"Quando fa così mi piace vedi"
O:"Se te lo porti dietro crei un mostro"
G:"Io non voglio essere un mostro voglio essere diverso da voi" mio padre mi si avvicinò
P:"E noi come siamo fammi capire?"
G:"La maestra dice che la gente straniera ruba il lavoro agli italiani e mi prendono in giro e io non voglio essere come voi" dissi
M:"Che stronza appena la becco le faccio un culo così"
P:"Te non ascoltarla gli da solo fastidio che non siamo italiani"
G:"Ma anche i miei compagni mi prendono in giro"
M:"Quei bambini son tutti manipolati dalle madri,oggi ne ho distrutta già una"
O:"Che t'ha detto per farti incazzare"
M:"Mi ha dato della ragazzina immatura e di una poco di buono solo perché ho un figlio a questa età"
P:"Tu devi fare il cazzo che ti pare,ti devi ribellare e fatti rispettare,so che dietro a sti occhietti innocenti azzurri hai un lato oscuro come la stronza qua"
M:"Andiamo gio,hai rotto il cazzo Luigi"
O:"Ti sei perso la scopata con la ragazza dei ghiacci" e lei lo mando a quel paese uscendo da casa
M:"Cammina e non farmi perdere tempo" la guardai
M:"Sta sera stai a casa solo senza lamentarti,io e papà abbiamo cose da fare" loro erano così come ho già detto per mesi litigavano,si picchiavano e si insultavano poi per tre giorni contanti andavano d'accordo e li ritrovavo sempre insieme e poi si lasciavano di nuovo e ricominciava l'inferno.

SPAZIO AUTRICE
Hello ecco il secondo capitolo spero che vi piaccia.
Scusatemi come sempre per gli errori se saranno presenti.
Mettete tante stelline e commentate se vi piace il capitolo.
Ciao💘

Gli opposti si attraggonoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora