tu mi hai capito

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tu mi hai capito
madame e sferaebbasta

*prima di iniziare il capitolo andate a leggere quello precedente perché in questi giorni l'ho modificato e scusate se nel capitolo ci saranno degli errori*

POV GIULIA
I suoi occhi lasciavano trasparire tutta la malinconia e lo stress che stava vivendo, mi misi seduta e gli presi la mano, i suoi occhi erano rossi e per la prima volta vidi scenderli una lacrima, lui lasciò che percorresse il suo viso insieme ad un altra, mi distruggeva vederlo così, mi distruggeva non poterlo capire, l'ansia percorreva il suo corpo facendolo tremare, strinse i pugni e notai le ferite che aveva sulle mani gliele accarezzai lentamente cercando di farli male il meno possibbile, cercava di non sentire le urla, stringeva gli occhi nella speranza che quelle voci si sarebbero fatte lontane, la paura riprese a prendere il controllo del suo corpo, la bocca era sigillata, avrei voluto raccogliere tutti i pezzi e cercare di rimetterli a posto perché non era giusto che vivesse così ma non potevo fare niente neanche io, un urlo più forte degli altri lo fece sobbalzare, si mise seduto staccando le mani dalle mie, le affondo nei suoi ricci e li afferrò, poggiò la guancia sulle ginocchia e mi guardò
G:"Parla ti prego" voleva che parlassi che la mia voce coprisse le altre, voleva che la sua mente si concentrasse sulla mia voce
Giù:"Che vuoi che dica?"
G:"Di qualcosa io ti ascolto" risi sapevo che riusciva a stare meglio quando ridevo
Giù:"Che vuoi che ti dica,siamo tornati alle origini di quando non parlavi e mi stuzzicavi facendomi il solletico eri davvero terribile sappilo" risi di nuovo
Giù:"Non fare il santo che non lo sei per niente eh, non fare l'angelo con quegli occhi azzurri come se fossi il bambino più tranquillo del mondo" lui rise con gli occhi
G:"Ti correggo io sono un santo" e risi, sembrava essersi rilassato finché non sentì il vetro di qualcosa andare a frantumi e le urla erano tornate, le sue braccia mi strinsero, le sue mani fredde a contatto con la mia pelle mi fecero rabbrividire e una domanda mi apparì dal nulla
Giù:"Come fai a vivere?" la mia magia era quella di toccare sempre i suoi tasti
più deboli in cui lui traballava
G:"Semplice vivo" non si soffermò molto mi rispose in modo vago
Giù:"Questo è normale a questo punto non saremmo qui, intendo come fai ad affrontarlo"
G:"Non lo so in verità" aprì la finestra e mi guardò
G:"Che fai non vieni"
Giù:"Ma dove?" gli chiesi confusa
G:"Ovunque dove le loro voci non possano arrivare alle mie orecchie" annuì ed uscì dalla finestra insieme a lui.
Lui iniziò a correre senza una meta e io cercavo di stargli dietro, rideva come mai non lo avevo sentito ridere, rideva per tutte le volte che non lo aveva fatto e da un lato la cosa mi preoccupava, non so questo suo cambio d'umore improvviso mi lasciava perplessa.
Si fermò di scatto e si girò verso di me, i suoi occhi erano lucidi però cercava di mascherare il tutto, corsi verso di lui e l'abbracciai
Giù:"Ti voglio bene"
G:"Non lo dico spesso ma anche io te ne voglio Giù più di quanto pensi" si staccò da me e mi guardò negli occhi e vidi uno sguardo puro e limpido di un normale bambino di nove anni, ma quello sguardo così cristallino e limpido aveva attraversato la mia anima spogliandola da qualsiasi cosa, d'istinto arrossì e per smorzare la tensione chiesi
Giù:"Che facciamo?"
G:"Forse è meglio che torni a casa è tardi e tua madre si starà preoccupando non credi"
Giù:"Hai ragione però"
G:"Però cosa"
Giù:"Io ho un po' paura a tornare sola, in senso non ho mai preso un autobus da sola"
G:"Vuoi che vengo con te?"
Giù:"Se tu puoi si.." dissi timidamente
G;"Altro da fare non ho e poi non mi fido molto a lasciarti sola, in senso sei piccola e non hai grandi capacità nel difenderti come il sottoscritto" questo tono di ironia nelle sue parole mi fece ridere
Giù:"Posso chiederti un altra cosa?"
G:"Certamente piccola lady" disse in modo ironico continuando a farmi ridere
Giù:"Visto che posso scommettere che dopo che accompagnerai me non tornerai a casa"
G:"È una domanda o una affermazione" chiese col suo solito tono sarcastico
Giù:"Intendila come vuoi"
G:"Arriva al punto"
Giù:"Che ne dici di rimanere con me..beh..in senso sei il mio migliore amico..o no?" dissi balbettando con la voce tremolante
G:"Sono il tuo migliore amico?" chiese anche lui quasi timidamente
Giù:"Non so..noi nel senso non siamo dei normali amici"
G:"E allora che siamo?" le mie guance si tinsero di rosso
Giù:"Per me sei il mio migliore amico poi se per te sono solo un amica va bene"
G:"Cretina certo che sei la mia migliore amica" disse ridendo
Giù:"Quindi?"
G:"Quindi cosa?"
Giù:"Vuoi venire con me?"
G:"Tu vuoi che venga?"
Giù:"Non si risponde ad una domanda con un' altra domanda" dissi, lui alzò gli occhi al cielo
Giù:"Se te l'ho chiesto vuol dire che voglio non credi?"
G:"Allora se ti posso far contenta vengo"

Gli opposti si attraggonoWhere stories live. Discover now