formula

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formula
labirinth

*scusate per gli errori*

POV GIOVANNI
Stavo per uscire di casa poiché tra dieci minuti mi sarei dovuto vedere con Giulia ma improvvisamente sentì qualcosa sbattere e frantumarsi, creò un rumore così forte da far piangere mia sorella, cercai di capire da dove venisse il rumore e corsi in cucina, la finestra era completamente frantumata, il pavimento luccicava per via dei pezzetti di vetro che erano per terra poi vidi del sangue gocciolarci di sopra, girai lo sguardo e notai la figura accovacciata di mia madre con la fronte sanguinante e quella di mio padre davanti
G:"Che le hai fatto" chiesi impaurito, sembrava fuori controllo, afferrò un vaso e lo lanciò contro il muro, le vene li uscirono fuori dalle mani
G:"Papà calmati" dissi avvicinandomi cautamente ma mi spinse via tirandomi un pugno, lui continuò ad urlare, non capivo ciò che stava dicendo poiché stava parlando nella sua lingua originaria ma intuì dalla faccia di mia madre che non erano cose belle quelle che stava dicendo, mi alzai nuovamente cercando di fermarlo ma mi afferrò per la gola bloccandomi al muro, provai a fermarlo ma non riuscì, mia mamma si alzò spaventata cercando di tirarlo via
M:"Lascialo,lascialo" aveva le lacrime agli occhi, io non mettevo più nessuna delle due figure a fuoco, lentamente sentì solo tutto spegnersi e non feci niente per fermarlo perché oggettivamente non potevo far niente, lentamente le mie palpebre iniziarono a chiudersi e poi sentì solo vuoto, non sentì più nulla.
Mi svegliai cullato dalle carezze di qualcuno
M:"Ti sei svegliato" lentamente aprì gli occhi e misi a fuoco la figura di mia madre, notai subito i graffi e i lividi sul suo volto ma non dissi niente, non volevo toccare quell'argomento
M:"Come ti senti?"
G:"Non lo so, credo bene" dissi mettendomi seduto, notai subito di essere a petto nudo quindi iniziai a cercare con gli occhi qualcosa con cui coprirmi
M:"Fermo non devi sforzarti troppo con calma, sono tua madre come c'è li hai tu le ho anche io" disse facendomi riflettere, notai subito la figura di mia sorella dietro mia madre, era spaventata e le sue guance erano rigate dalle lacrime
G:"Ei piccina che succede?" con fatica la presi in braccio, cercai di mascherare la difficoltà che avevo nel respirare, lei si aggrappò al mio collo con le mani ma la lanciai sul letto per il dolore
M:"Ferma Virgi gli fai male" i suoi occhi si riempirono di lacrime
G:"Hey non mi hai fatto niente" e le asciugai una lacrima col pollice, la presi in braccio di nuovo e lei sta volta lasciò le mani giù, poggiò la testa sul mio petto e io cercai di tranquillizzarla
G:"Scommetto che è uscito" lei annui sospirando
M:"Come sempre" disse retorica
G:"Perché era arrabbiato"
M:"Non lo so però a un certo punto mi ha afferrata e lanciata sulla finestra senza un motivo valido"
G:"Devi parlarli mamma" dissi stanco
G:"Non può continuare così"
M:"Non abbiamo un posto dove andare lo sai"
M:"Nonostante io abbia uno stipendio regolare non basta per comprare e mantenere una cosa e lo sai" io annui
M:"Devo disinfettarti i graffi" io la guardai confuso
M:"Fatti due domande se ti fa male il collo" lentamente mi alzai e andai verso lo specchio, col dito percorsi le ferite e rabbrividì alla loro vista
M:"Passeranno"
G:"Rimarranno le cicatrici" lei sospirò
M:"Imparerai a convivere anche con quelle" mi poggiò le mani sulle spalle e rabbrividì al contatto con la sua pelle
M:"Siediti" io annui, nel mentre che lei mi disinfettava i graffi io cercai di far tornare il sorriso a Virgi, le rubai il nasino e dissi
G:"Vuoi che ti porto al parco domani" lei alzò lo sguardo e negò
G:"Cosa posso fare per farti tornare il sorriso" lei non disse e non mi fece capire nulla, essendo che ancora non parlava di solito si faceva capire coi gesti e l'espressioni ma in questo momento era impassibile
G:"Virgi" la richiamai, mia madre si girò verso di lei e sospirò guardandola, si avvicinò correndo a me e mi picchiettò col dito il braccio
G:"Dimmi" lei indicò il letto
G:"Vuoi dormire con me?" lei annui
M:"Finito"
G:"Che ore sono?"
M:"È tardi Gio molto tardi" mi ricordai di Giulia
G:"Cavolo"
M:"Cosa"
G:"Io dovevo uscire con Giulia" lei rise
G:"Dannazione a papà" corsi a prendere il telefono e notai i suoi innumerevoli messaggi, era preoccupata per me, la chiamai subito
G:"Scusa,scusa,scusa"
Giù:"Mi hai fatto preoccupare"
G:"Lo so Giù veramente scusa"
Giù:"Che è successo?"
G:"Domani ti spiego"
Giù:"Non è che mi dai buca pure domani"
G:"Prometto di no"
Giù:"Domani mattina?"
G:"Si vieni da me?"
Giù:"Che onore posso venirti a prendere" io risi
G:"Se vuoi"
Giù:"Va bene allora notte gio"
G:"Notte" e chiusi la chiamata, Virgi mi tirò il dito della mano, io la presi in braccio e mi ributtai nel letto, me la poggiai sul petto e la coprì con la coperta, la coccolai un po' per farla addormentare e poi le baciai la testa, tremava un po' non so se era per il freddo o la paura ma la strinsi di più fin quando non si addormentò e con fatica dopo un po' mi addormentai.
Mi svegliai con la risata di qualcuno nelle orecchie, una risata che conoscevo molto bene
Giù:"Ma buongiorno" e sentì anche Virgi ridere che era seduta sul letto, io sbuffai girandomi verso di lei
G:"Non erano questi i patti"
Giù:"Li ho un po' rivisitati" le baciai la guancia per non andare oltre, mi misi seduto e guardai mia sorella
G:"Cosa ridi monella" e lei rise, l'afferrai e le feci il solletico e poi le baciai la pancia ridendo
G:"Sei una peste" e lei mi afferrò i capelli
G:"Non ci provare" e lei mi guardò ridendo
Giù:"Questa piccina mi piace" lei si girò con gli occhi che le brillavano
G:"Si chiama Giulia" lei provò a ripetere fallendo miseramente
G:"Giulia" dissi ripetendo ma lei corse ad abbracciarla, io mi alzai dal letto
G:"Virgi vai un po' da mamma" lei mi fece gli occhi dolci
G:"Non ci provare"
G:"Dai virgi cinque minuti" e lei fece la finta offesa uscendo, Giulia si avvicinò a me buttando le braccia al mio collo, io le baciai la punta del naso, poi la guancia, la fronte, il lobo dello orecchio, i capelli e infine le labbra, lei sorrise ribaciandomi
Giù:"Perché ieri sei sparito"
G:"Lunga storia"
Giù:"Ho tempo da perdere"
G:"Niente i miei hanno litigato e non volevo lasciare virgi sola" dissi svagando la cosa
G:"E nel giocare con lei mi son dimenticato di te"
Giù:"Tranquillo" disse sorridendomi
G:"Hai fatto colazione?"
Giù:"Dovevo sbrigarmi" io la rimproverai con lo sguardo
G:"Se mi fai vestire ti porto da qualche parte"
Giù:"Devo uscire?" io annui ridendo, lei sbuffò, mi feci la doccia e mi sistemai velocemente
Giù:"Era ora" era seduta per terra che giocava con mia sorella
G:"Vai da mamma piccolina" lei si attaccò alla mia gamba e mi fece gli occhi dolci
G:"Non ci provare, non verrai con me" Giulia rise e lei continuò a supplicarmi con lo sguardo
M:"Stai uscendo?"
G:"Si"
Giù:"Portatela" virgi iniziò a saltellare, io guardai mia madre in segno d'aiuto
M:"Non è una cattiva idea"
G:"No mamma" lei annui prendendola in braccio, lei iniziò a piangere e cercò di dimenarsi dalla presa di mia madre
Giù:"Poverina"
G:"Le passerá" le tesi la mano ed uscì fuori
G:"Dove vuoi andare?"
Giù:"Non dovevamo andare a far colazione?"
G:"Scegli un luogo e ti porto a far colazione"
Giù:"Prendiamo il treno, andiamo in qualche paesino qua vicino"
G:"Che idee bizzarre"
Giù:"Lo so ma voglio andare in un posto dove nessuno ci conosce" io annui, ci incamminammo verso la stazione
G:C'è un paesino a mezz'ora da qui vuoi andare" lei annui
G:"Allora abbiamo un posto dove andare" dissi facendola ridere, mi misi seduto su una panchina e lei si avvicinò
Giù:"Che anziano" io le tirai uno schiaffetto sulla schiena e lei rise
G:"Me ne vado e ti lascio qui senza viaggio e senza cibo"
Giù:"Oh no cosa farei se te ne andassi" disse recitando
G:"Ti odio"
Giù:"Io non credo proprio" eslamò continuando a ridere
G:"Sei tale alla mia sorellina di un anno e mezzo"
Giù:"Ma infatti siamo gemelle separate alla nascita non lo sapevi" e continuò a ridere
G:"Sei un caso perso"
Giù:"Mi fai sedere mi fanno male le gambe" io le feci no col dito
Giù:"Dai,dai,dai" disse continuando ad assillarmi, io l'afferrai e la feci sedere sulle mie gambe
G:"Hai visto ti sei seduta" esclamai divertito, lei era palesemente imbarazzata
Giù:"Ora ti odio io"
G:"Nah secondo me mi ami"
Giù:"Credici"
Nel frattempo arrivò il treno
Giù:"Non saliamo"
G:"Aspetta quando si levano i controllori andiamo"
Giù:"Non dirmi che stiamo salendo senza biglietto"
G:"Cosa ti aspettavi da me" sbuffò e si tirò uno schiaffo in fronte
Giù:"Se ci beccano è colpa tua"
G:"Si si" mi alzai avvicinandomi e di colpo la tirai
G:"Stai a testa bassa" camminammo per il corridoio e ci sedemmo alla fine
Giù:"Che ansia"
G:"Stai tranquilla" come previsto i controllori non passarono da qui, lei sbuffò poggiando la testa sul finestrino
G:"Vieni qua" dissi battendo la mano sul sedile accanto a me, lei annuì alzandosi e poi si buttò a peso morto distendendosi su di me, io le pizzicai i fianchi facendola ridere e poi la feci sedere a cavalcioni sulle mie gambe, lei fece scontrare i nostri nasi e poi scoppiò in una risata limpida e pura, una di quelle che ti fa il tornare il sorriso, le
poggiai le mani sui fianchi e sentì il suo corpo rabbrividire al mio tocco
Giù:"Mannaggia"
G:"Eh si mannaggia" lei cercò di sistemarsi meglio su di me ma io la bloccai istantaneamente
G:"Ferma" esclamai seriamente
Giù:"Perché" chiese confusa
G:"Fai danno molto danno se ti muovi" inizialmente mi guardò confusa poi dopo un minuto capí ma la sua risposta fu ignorarmi ridendo e facendo l'opposto di ciò che le stavo chiedendo
G:"Sei una stronza lo sai" lei continuò a ridere molto animatamente rendendosi conto del danno che aveva fatto
Giù:"Non credevo fossi serio"
G:"Mannaia a te" strinsi il naso e cercai di contenermi lei per risposta continuava a muoversi ridendo
G:"Lo sai che ora sistemi tu vero?" dissi scherzando
Giù:"Se vuoi" io la guardai divertito
G:"Tu che non sapresti manco da dove iniziare" lei mi sfidò e poggiò una mano sul cavallo dei miei pantaloni
G:"Che cazzo fai"
Giù:"Tu mi hai sfidato" lei non si fermò e continuò, io strinsi gli occhi, dannata Giulia, quando la guardai diventò incerta sul quel che stava facendo
G:"Non puoi lasciarmi a metà" io poggiai una mano sulla sua e la guidai lentamente fino a che non capì da sola, mi lasciai beare di quel trattamento che non mi aspettavo detto sinceramente, io la baciai e la disorientai nuovamente, lei staccò le mani e le affondò nei miei ricci, io l'avvicinai a me stringendola e poi lentamente mi staccai, rimasi a um centimetro dal suo viso, il mio sguardo si alternava tra i suoi occhi e le sue labbra gonfie
Giù:"Chi l'avrebbe mai detto"
G:"Cosa"
Giù:"Che saremmo finiti così"
G:"La mia migliore amica"
Giù:"Il mio migliore amico" nessuno dei due sapeva quando fosse realmente iniziata, quando avessimo iniziato a piacerci così, forse era un sentimento che c'era sempre stato e non sapevamo riconoscerlo ancora per la giovane età, non lo so, sapevo però che lei era l'unica che riuscivo a guardare, era una calamita non potevo staccarle gli occhi di dosso, per me lei era una parte di me, una parte del mio cuore un po' oscuro e frantumato e lei ne faceva parte, quel pezzettino distrutto che lei costudiva era il pezzo più brillante, non sapevamo se insieme avremmo mai combinato qualcosa però insieme ci trovavamo bene, ci sentivamo accettati , eravamo uniti da un qualcosa che sembrava attaccato al nulla, eravamo chiusi in una bolla tutta nostra di cui nessuno era a conoscenza, noi eravamo lo sfondo di un quadro un po' sfumato che col tempo e le esperienze si sarebbe riempito di dettagli e decori, eravamo uno di quei finali iniziati a scrivere da poco che ancora devono essere rivisti.

Gli opposti si attraggonoWhere stories live. Discover now