4. Cinture slacciate e cuori invischiati

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Stavo sudando. Non riuscivo a muovermi. La stanza era piccola e opprimente. C'era buio. Le pupille si muovevano veloci da una parte all'altra, cercando aiuto. Ero sdraiata su un letto, schiacciata dal peso del corpo di qualcuno che non riconoscevo. Cercavo di allungare le mani ma non potevo, erano intrecciate sopra le spalle, strette nella morsa indissolubile di braccia possenti.

Un petto rovente, ampio e definito, vibrava ad ogni sospiro sommesso, scontrandosi con il battito accelerato del mio cuore delirante. Il viso nascosto sotto il mio, affondava nell'incavo del mio collo. Il suo fiato caldo mi sfiorava la pelle, mentre la lingua velenosa mi carezzava con lascivia. Baci umidi e gemiti sussurrati fuoriuscirono dalle sue labbra gonfie di piacere, impattarono come urto di metalli nelle mie orecchie, facendomi perdere totalmente il controllo della ragione.

Cercai di dimenarmi, scalciai disperata, lo spinsi via con un colpo di bacino, ma fu tutto inutile.

Tentai di urlare ma neanche una parola abbandonò la mia bocca. Ero immobile, pietrificata da una sensazione di terrore che mi gelava la schiena e mozzava il respiro.

Mi sentivo soffocare. Mi sentivo in trappola. Mi sentivo sopraffatta.

Mentre quell'uomo continuava imperterrito a muoversi contro di me, la mia mente esplose in un delirio febbrile. Divorata dai brividi, graffiai via le lenzuola, espirando mugolii bassi, ma mi sembrò di peggiorare le cose. Un respiro roco risuonò nel silenzio. Lui si strinse di più a me, il suo profumo virile mi avvolse completamente, mischiandosi alla paura che mi lambiva la carne in modo violento. Mi girai nuovamente, nascondendo il volto tra gli avambracci, mentre cercavo di serrare le cosce, impedendo a quel corpo ingombrante di farsi spazio.

Lottai con tutta la forza che avevo, ma era troppo pesante, troppo forte per riuscire ad allontanarlo. Il suo ginocchio scivolò lento tra le mie gambe, e sentii i muscoli tendersi con un tremito. Strinsi più forte d'istinto. Voltai il viso di lato, e tentai di rifuggire sensazioni orribili che mi attraversarono il cuore, trapassandolo per intero.

Un freddo terrore.

Un dolore nero.

Ecco cosa provavo.

Inerme, sotto di lui, arresa alla sua volontà. I suoi muscoli slittavano e scattavano veloci, la sua presa sulle mie mani si fece più solida, e i versi di passione che nascevano dal profondo della sua gola divennero sempre più intensi.

Desideravo fuggire.

La paura a scavare i palmi. L'orrore a congelarmi il sangue nelle vene.

Chiusi gli occhi, sigillando le palpebre fra loro, impedii così alle lacrime di uscire.

Poi d'improvviso...il mento spigoloso strusciò sulle mia arteria pulsante. Accadde tutto in una frazione di secondo, e in un impatto violento, la sua bocca entrò in collisione con la mia. Le sue labbra si schiusero e i denti mi carezzarono la carne. Tremai e mi scappò un gemito quando mi diede un morso leggero, e sentii sulla punta della lingua il sapore metallico del sangue.

Un battito mancato mi spezzò il respiro.

Strofinò il naso sulla mia pelle, ed io mi sentii morire. Percepii lo stomaco stringersi, e gli occhi bruciare. Fu in quel momento che lacrime di ribellione scivolarono via dagli angoli degli occhi, infrangendosi sul mio incarnato.

I suoi capelli mi solleticarono gli zigomi, mentre si apprestava a raccogliere con la lingua quelle piccole gocce di disperazione. Leccò via ogni eccedenza, senza pudore, senza vergogna, bagnandomi il viso di un sapore che non desideravo avere addosso.

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