Proteggersi

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PROTEGGERSI

Will accese la radio e buttò la testa all'indietro, appoggiandosi al sedile. Oramai era lì sotto da circa due ore, iniziava a sentirsi uno stalker. Al pensiero che Nico sarebbe andato a pranzare e a studiare con Percy, a casa di quest'ultimo, da soli, il biondo non era proprio riuscito a trattenersi. Aveva lasciato l'aula di anatomia umana e si era diretto, come una furia, a prendere il pick-up. C'erano voluti venti minuti per arrivare a casa di Percy. Ma, sfidando il traffico, Will era finalmente riuscito ad arrivare a destinazione. Guardò con insistenza l'orologio, solo per rendersi conto che erano trascorsi appena cinque minuti dall'ultima volta che aveva controllato l'ora. Will sbuffò e si mise le mani dietro la testa, abbassando lo schienale.

“Perché sono qui?” continuava a chiedersi.

“Nico, non voglio che gli succeda qualcosa, non voglio che esca con gente strana...” si disse.

“Ne sei sicuro?” gli domandò un'odiosa vocina. “Sei sicuro di non essere qui perché sei geloso?”

“Geloso!?! Di Nico? Mai sentito nulla di più esilarante! Lui per me è come un fratello, è il mio migliore amico...”

“Solo questo? È solo il tuo migliore amico?”. A Will sembrava di impazzire, si appuntò di vedere uno specialista, prima di tornare a pensare al piccolo Di Angelo.

“Solo amici... voglio proteggerlo, ha bisogno di me...” ma nell'istante stesso in cui pensava quella frase, Will si rese conto che era un'idiozia. Fare appostamenti e partacce ai ragazzi con cui Nico usciva non era esattamente un atteggiamento amichevole o fraterno. Will si appoggiò al volante con la fronte, portandosi le mani ai capelli. Voler  abbracciare costantemente Nico, sentire il suo odore ovunque, adorare il suo modo di comportarsi e l'osservare tutti i suoi movimenti non era esattamente una cosa normale. Come non era normale desiderare ardentemente le sue labbra, le sue carezze e i suoi sguardi. Aver voglia di perdersi completamente negli occhi del moro, non era affatto un desiderio fraterno...

Will alzò il capo, improvvisamente consapevole di quello che gli stava succedendo.

Lui si era innamorato di Nico Di Angelo, delle sue parole non pronunciate, del suo essere costantemente scontroso, delle sue abitudini, dei suoi assurdi gusti in fatto di cinema... perfino della sua ossessione per i libri. Lui aveva amato fin dal primo momento la forza di Nico, la sua tenacia, la sua voglia di aiutare il mondo e di andare sempre avanti. Perché, Will ormai lo aveva capito, Nico Di Angelo era stato la sua forza, lo aveva sostenuto quando nessun altro lo aveva fatto, gli era stato vicino quando era da solo, era stato la sua luce. DEI! Era tutto così chiaro! Come aveva fatto a non rendersene conto prima? Come aveva potuto ignorare le farfalle nello stomaco e i sorrisi che gli si dipingevano sulle labbra non appena il moro lo chiamava?

Will si diede dell'idiota. Nico era il suo tutto e lui era stato tanto stupido da non capirlo. Non avrebbe potuto trascorrere un solo giorno senza sentirlo, senza parlargli. Aveva bisogno di lui!

Il ragazzo spense la radio, raddrizzando il sedile. La sua recentissima scoperta, ovviamente, non poteva che accrescere la sua gelosia. Si domandò una volta di più cosa stessero facendo Percy e Nico, scrutando con insistenza il portone dal quale sarebbe uscito il piccolo Di Angelo.

Luke iniziava ad avere paura. Spacciare non lo preoccupava granché, non era difficile né rischioso, si trattava di fare soldi velocemente e di vendere roba a ragazzini più piccoli, troppo spaventati per poterlo denunciare o per poter trattare sul prezzo. Ma rapire una persona era un'altra faccenda. Aprì il pacchetto che Iperio gli aveva consegnato, trovando, per l'ennesima volta, il medesimo contenuto. Un sacchetto trasparente conteneva delle foglioline verdi, ma la gran parte della busta era occupata da un'arma. Non una pistola, ma un coltello a serramanico.

Remember me (Percico: Percy Jackson x Nico Di Angelo)Where stories live. Discover now