Capitolo 1

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~Nell'immagine Evie Amethyst~

L'arte rappresentava ciò che vi era di più bello al mondo. Ci elevava al più alto livello della riflessione umana, per comprendere quanto racchiuso nelle tecniche evolute durante la storia in tutte le sue civiltà.

Era però un'arma a doppio taglio, quella della continua ricerca di perfezione attraverso l'innalzamento delle arti. L'artista infatti sarebbe sempre andato alla ricerca dell'eccellenza pura, ma la sua anima si sarebbe dovuta dannare di molteplici insicurezze per quello che sarebbe poi potuto diventare un capolavoro.

Durante la mia riflessione i miei occhi corsero lungo le braccia muscolose di Amore. Si congiungevano con la figura giacente di Psiche, riversata sul gradone di marmo bianco del medesimo materiale dell'intero complesso statuario.

Feci qualche passo in avanti e osservai come i tratti di Psiche fossero rifiniti e le increspature della veste fossero così dettagliate da sembrare reali. Il mio sguardo risalì verso il petto con il seno scoperto e il viso, contornato da onde di capelli. Le labbra erano in procinto di unirsi con quelle del dio alato.

L'attesa del bacio. Molti affermavano che era l'attimo più bello di tutto il bacio in sé. Difatti non era l'unione delle labbra a creare quella tensione ricca di passione e d'amore, ma l'attesa di poterlo fare.

Alzando di più la mia visuale, mi trovai a studiare i particolari del volto della figura maschile: erano incorniciati da vividi boccoli sul capo e scolpiti nel marmo con una precisione impeccabile da uno degli artisti neoclassici più acclamati.

Con un flebile andamento, aggirai con molta cautela l'opera d'arte, così da ammirarne le rifiniture sul fianco e dietro le due statue. Era risaputo infatti che l'opera da me contemplata potesse essere vista appieno da una sua visione circolare. Non vi era un punto preferenziale da cui osservarla: doveva essere studiata da ogni lato.

La mia attenzione scivolò dal corpo di Amore alla figura riversata di Psiche. In ogni singolo particolare dei corpi tonici si andava alla ricerca della bellezza idealizzata in tutto e per tutto.

Portai una ciocca di capelli dietro all'orecchio, mentre procedendo ancora di qualche passo ottenni la migliore posizione per osservare le ali di Amore. Il dio pagano Eros possedeva infatti ali piumate rivolte verso l'alto e levigate come se davvero potessero spiccare il volo.

Terminai l'attento studio svoltosi sulla statua, ritornando nel punto da cui ero partita di fronte a essa.

Sbattei svariate volte le palpebre, come se a mia volta mi risvegliassi da un sogno profondo. Mi ricordavo ancora come nella "Metamorfosi" di Apuleio fosse narrata la loro storia: di come Psiche maledetta da Afrodite per la sua bellezza, sposò in gran segreto suo figlio, Amore, il quale non le voleva mai mostrare il viso. Nonostante quello e l'inganno delle sorelle, Psiche non aveva desistito mai una volta; neppure quando Amore, poiché la sua sposa aveva voluto guardarlo in volto senza il suo consenso, se ne era andato. Aveva oltretutto resistito alle torture di Afrodite finché non aveva superato fino all'ultima prova, riconducendosi ad Amore per l'eternità.

Sospirai, alzando gli occhi verso il soffitto del museo. Era quello il vero amore: combattere l'uno per l'altra anche contro i più improbabili ostacoli. Essere innamorati e felici voleva dire sostenersi a vicenda per raggiungere i propri sogni, non cercare di ostacolare l'altro.

Purtroppo non tutti gli uomini erano come Amore e io ero stata sfortunata. Rivolsi uno sguardo verso le punte dei miei piedi, dove le scarpe da ginnastica erano pressoché inzuppate d'acqua.

Mi ero ripromessa di non pensare più a lui, eppure era stato così importante per me e nella mia vita. Mi ero sempre sentita fuori posto in quella piccola isola e Adam era l'unico che fosse mai riuscito a capirmi. O almeno fino a quella fatidica notte dove tutto era cambiato.

TEMPTRESSWhere stories live. Discover now