Capitolo 17 (Speciale)

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Raffaele spalancò le ali e usò la sua intera figura per frapporsi fra Evie e Adam.

Il primo uomo mortale stava fissando Evie con un ghigno sardonico dipinto sul volto, mentre nei suoi occhi oscuri c'era uno strano scintillio. Persino i wendigo alle sue spalle si misero a latrare con versi soffocati.

L'angelo non desiderava assolutamente che Adam si avvicinasse ulteriormente a lei e le facesse ancora del male; non sopportava l'idea che già fosse successo in passato e di esserne rimasto all'oscuro così a lungo.

Sentì le dita delle mani fremere sotto di lui, mentre l'elsa della spada lo supplicava di essere impugnata. Non sarebbe mai riuscito ad accettare di essere stato cieco di fronte alla violenza di Adamo su Eva e ritrovarselo davanti metteva a dura prova la sua tolleranza: se avesse dato retta al suo istinto, Adam sarebbe già negli inferi e un problema dei demoni peccatori.

«Non ho intenzione di andarmene senza la mia Evie. Ho sentito le sue urla da lontano e sono accorso per riprendermi ciò che è mio» ringhiò il primo uomo, avanzando di qualche passo verso di lui.

Raffaele sentì la propria rabbia emergere. Sebbene la sua natura gli consentisse di rimanere lucido, il suo bisogno primordiale di assestare il suo stivale sulla faccia di Adam e portare Evie lontano a chilometri di distanza nel cielo stava diventando lampante.

«Le grida di Evie erano tutt'altro che di dolore, ma non è più affare tuo da tempo. Non lo ripeterò ancora: vattene, Adam.» L'istinto di protezione di Raffaele era alle stelle e propagò la sua aura di luce dietro di sé, avvolgendo Evie con il suo potere.

Adam rimase a bocca aperta e per la prima volta guardò l'angelo dritto negli occhi, iniziando una battaglia di sguardi conflittuali.

In quel momento Evie gli toccò una spalla, per poi fare scendere la mano dalla scapola fino al braccio, intrecciando le dita con le sue. Con la coda dell'occhio Raffaele seguì con attenzione il cigno bianco affiancarlo.

Con il labbro inferiore sporto in avanti, gli occhi bruni leggermente sgranati e un respiro lievemente alterato l'arcangelo poteva percepire la paura crescere nella donna amata. Mantenne l'attenzione vigile su Adam, non retrocedendo di un passo.

«Evie, è vero quello che dice? Sei andato a letto con quello? Mi hai tradito?» Per ogni accusa il tono di Adam aumentava sempre più di volume e il petto di Raffaele si irrigidiva in risposta a esso.

Mise le mani sull'elsa della sua spada, pronto a lottare per proteggere Evie.

Avrebbe dovuto colpire tutti e tre i bersagli abbastanza velocemente e uno dietro all'altro. Poteva farcela usando il vento e la spinta che gli avrebbero dato le ali già spalancate, ma doveva colpire con precisione.

La ragazza avanzò di un passo, ma Raffaele la bloccò intensificando la presa nella sua mano. Disse a denti stretti: «Evie, rimani dietro di me.»

Le aveva permesso di fare tutte le trasgressioni che voleva con Astaroth prima e Azazel poi, ma non poteva permetterle di sottovalutare Adam. Non era solo un'anima dannata quella del primo uomo, ma era un folle senza scrupoli.

Evie lo guardò e solo in quel momento Raffaele ricambiò, scostando i propri occhi da Adam. «Va tutto bene, fidati di me.»

L'angelo inspirò dalle narici, socchiudendo le palpebre. Gli stava chiedendo molto, se solo Raffaele avesse dato retta ai suoi istinti più primordiali della sua natura l'avrebbe presa, sarebbe fuggito sfondando la finestra e poi avrebbe usato il suo corpo come scudo antiproiettile per lei per il resto dei secoli a venire.

Da quando anche lei aveva ammesso i suoi sentimenti per lui era diventata la sua ragione di vita. Gli angeli vivevano di amore e ogni perdita era stanziate, ma perdere o mettere in pericolo Evie non lo avrebbe solo tormentato come l'ultima volta, ne sarebbe stato annientato.

TEMPTRESSWhere stories live. Discover now