Capitolo 6

520 33 169
                                    

~Nell'immagine Astaroth Tenebris~

La Terra era un luogo meraviglioso e dall'alto si poteva ammirare in tutta la sua bellezza.

Più l'altezza aumentava, maggiori erano i dettagli che arricchivano lo scenario visto. Mari, montagne, pianure, laghi, fiumi erano solo una minima parte di quel che si poteva riscontrare mentre si era in volo; anche le città erano splendide e parevano stelle nella notte profonda.

Adoravo questo nuovo mondo e mi si stringeva il cuore nel sapere che era prossimo alla sua fine. Eppure quella consapevolezza mi aiutava ad apprezzare ancor di più ogni singolo momento.

Grata di poter contemplare la meraviglia della vita e della natura da una prospettiva differente. Mi protesi in avanti con l'intenzione di cogliere quanti più dettagli possibili da ricordare.

Non avevo più detto una parola da quando Raffaele mi aveva rivelato di essere l'angelo custode al quale ero stata affidata.

Il destino era davvero meschino, poiché avrei dovuto trovare il modo di congedare Raffaele dal suo incarico. Doveva sposarsi con il cigno e io dovevo rimanere fuori dalle loro esistenze. Era sempre stato un rapporto non definito fra me e Raffaele; tuttavia, era molto meglio dirgli addio e non complicare la vita a nessuno.

L'angelo dispiegò le ali, iniziando a planare piano sul terreno sempre più vicino. Stando stretta al suo petto muscoloso, provavo sensazioni davvero contrastanti e brividi insolitamente piacevoli. Fra le sue braccia era inevitabile non potere ammettere di avvertire un forte senso di protezione, libertà e di pace assoluta.

Con Raffaele era sempre stato così: perfetto nella sua semplicità. Ed era destinato a finire.

Non provavo del risentimento per il matrimonio dell'angelo, non ne avevo alcuna ragione. Sapevo quanto la mia occasione fosse stata molto tempo fa, quando avrei potuto approfondire il mio rapporto con lui in qualsiasi forma possibile. Poi avevo scelto Adamo, dandogli tutta me stessa e così non avevo più visto Raffaele.

Scossi brevemente il capo, optando per non pensare più al passato e per il momento godermi quelle eccitanti sensazioni. Appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi, apprezzando il vento sulla pelle. Nonostante non lo potessi vedere in volto, sentii la sua presa divenire più salda.

Atterrammo sull'erba della foresta troppo presto, per i primi istanti non riuscivo a distaccarmi da lui e nemmeno le sue braccia parevano volermi lasciare. Mi scostai piano, giusto la distanza in cui potei finalmente ammirare il suo volto.

Un mento definito, labbra piene e virili; mentre l'alabastro delle sue iridi mi apparve come un abisso profondo. Le sopracciglia dorate incorniciavano il suo sguardo azzurro e tutto fu un contrasto. Il mio sguardo nocciola entrò in collisione con il suo colore lapislazzuli, creando riflessi di brividi lungo la mia pelle.

Quel contatto fu troppo per me. Non riuscii a sostenerlo, abbassando la testa di poco e distogliendomi da quel legame magnetico.

La mia attenzione fu catturata da qualcosa di altrettanto intrigante a pochi centimetri da me: le sue ali. Piume di bianco candido pervadevano la mia visuale e rappresentavano l'elemento più emblematico di un angelo del Paradiso.

Fu una reazione del tutto inaspettata, quando dalle mie labbra schiuse sfuggì: «Tu sei Amore...»

Era stato un riflesso spontaneo, un'associazione del tutto semplicistica fra Raffaele e il dio Amore. Entrambi uomini bellissimi dalle ampie ali e che sarei rimasta a fissare per ore, come se fossi davanti alle opere d'arte più splendide mai viste.

«Io cosa sono?» domandò, ridestando ogni mio pensiero fugace e facendo tornare quel po' di ossigeno al cervello affinché capissi in quale situazione ci stessimo trovando.

TEMPTRESSWhere stories live. Discover now