Viola I ''Un faticoso risveglio''

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"Cosa hai fatto alle nocche?"

Queste furono le prime parole che Ernest sentì quel mattino.

La testa di Viola sembrava voler esplodere, le gambe pretendevano riposo dal loro spossante lavoro e le sue orecchie non facevano altro che gridare pietà.

Ernest guardò le sue dolenti mani e notò il loro terribile stato, le nocche erano circondate da delle rosseggianti chiazze.

Ernest era confuso... cosa era successo alle sue mani?

Cosa aveva fatto ieri?

Cosa era successo al suo arrivo?

Da quando era in questa villa?!

Ernest non si ricordava i particolari della precedente sera.

Le memorie di Viola erano caratterizzate da attimi confusionari e frammentati.

Ernest si ricordava di aver suonato un pianoforte e che fosse inciampato per le scale.

Questi ricordi non avevano senso!

Almeno il primo...

Da quando Ernest sapeva suonare un pianoforte? Nella sua vita l'avrà visto una o due volte, perchè mettersi a suonare tale strumento?!

"Non ne ho la minima idea. Mi sono svegliato così a caso. Per caso avresti un Ochitask? Mi sta esplodendo la testa" rispose Ernest portandosi la mano dietro la testa.

Il ragazzo ridacchiò.

"Credo di averlo".

Rosso iniziò a frugare nelle sue tasche.

"Suppongo che prima di ucciderci a vicenda come animali possiamo permetterci di comportarci da esseri umani" continuò il ragazzo lanciando sul tavolo la busta contenente il medicinale.

"Grazie mille, sai dove posso trovare dell'acqua? Non ne ho portata con me" chiese Ernest.

"Ti sembro un distributore automatico? Serviti".

Viola si morse il labbro e le sue guance si riempirono d'aria esprimendo tutta la sua confusione e perplessità.

Il ragazzo alzò gli occhi indicando il mini frigo posto all'angolo della stanza.

Ernest si accasciò sulla superficie del tavolo come se volesse attraversane la materia sibilando qualcosa simile a un "per favore".

Rosso alzò gli occhi al cielo e prese due bottiglie d'acqua.

"In ogni caso non penso che tu non sappia davvero il perché le tue mani siano ridotte in questo stato, cosa ti è successo?" chiese il ragazzo porgendo l'acqua a Viola.

"No, non lo so davvero, probabilmente ero ubriaco... come sempre..."

Rosso si fece scappare un sorrisetto e si sedette su una delle otto sedie che circondavano il tavolo.

Ernest notò come il ragazzo cercava di tenere più distanza possibile da lui.

Viola mise la pasticca all'interno della bottiglia e ne bevve il contenuto.

"Speriamo faccia effetto, comunque, cosa vogliamo fare? Non possiamo restare in questo corridoio per sempre" enunciò Ernest pulendosi la bocca con la manica.

"Vogliamo fare? Da quando siamo un duo?"

"Non lo so, credo da mai. Ma visto che sembri così simpatico e gentile mi piacerebbe collaborare con te"

"Gentile e simpatico sono due aggettivi che vanno apertamente contro la mia persona, però posso accettare la presenza di un assistente"

"Quindi vorresti rimanere qui seduto per sempre?"

The Murderer's HouseWhere stories live. Discover now