Libertà

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Non importava quanto Nihil battesse le palpebre, la stanza rimaneva perennemente nera e la sensazione di stritolamento non voleva cessare.

Le sue braccia e gambe erano legate strette come se fosse un animale pronto ad essere macellato, l'unico movimento che era in grado di fare l'uomo era quello di strisciare come un verme.

Derisorio quanto snervante.

Nihil non ricordava niente della sera prima, cosa era successo? Perchè era per terra legato in una stanza buia?
Cosa stava succedendo? Dove erano gli altri con cui era entrato? Erano anche loro lì?

Il prigioniero provò a muoversi a bruco lungo la stanza, finchè non sbatté la testa contro una superficie.

L'uomo urlando di accorse di essere anche imbavagliato.

"Un classico sabato sera..." pensò il premio, mentre con la testa iniziò a scorrere lungo la superficie davanti a lui.

Sfortunatamente il prigioniero non riuscì a trovare un ottimo equilibrio, infatti mise troppo peso nelle mani e appena la superfice finì precipitò nel buio sentendo tutti e cinque i piccoli scalini sul suo corpo.

L'uomo provò a rialzarsi ma appena guadagnò qualche centimetro di altezza la sua testa sbatté su una sbarra di metallo.

Nihil capì che era una sorta di leva, collegata probabilmente un malvagio marchingegno, però quello non li importava molto.

Nihil si alzò e mise la leva in mezzo alle corde che le legavano le mani e con il suo peso si appese alla leva liberandosi, ma anche attivando il meccanismo.

L'uomo ignorò i possenti scriccioli e i croccanti rumori di meccanismi e con le sue libere mani si tolse il bavaglio e tolse dalle sue gambe gli ultimi rimasugli della sua prigionia.

Nihil si accovacciò e iniziò ad andare a zonzo nella buia stanza con le mani rase sul pavimento, così da non sbattere in eventuali ostacoli.

Il suo tatto colse un oggetto abbastanza unico, dalla forma e la leggera ruvidezza al tatto sembra un seggio da testimone di legno, ma non aveva senso perchè Nihil non aveva sentito al suo fianco quello da giudice...

L'uomo decise di andare avanti e ignorare tale ambiguità.

Dopo qualche minuti di girovagare a vuoto, Nihil trovò finalmente la porta, riuscì ad afferrare la maniglia, simile a quella di una porta d'emergenza, ma nonostante tutto il peso dell'uomo si stava concentrando nel aprirla, essa non aveva intenzione di muoversi.

Nihil si innervosì e iniziò a tirare pugni alla porta, si fermò e appoggiandosi sull'impassibile maniglia iniziò a inspirare.

Quella non sarebbe stata la sua prigionia, lui non sarebbe rimasto lì per tutto il tempo, doveva fuggire, doveva scappare e avrebbe fatto di tutto per uscire da lì!

L'uomo iniziò a gattonare nella ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo in quella oscura reclusione.

Come era finito lì?
Cosa era successo?
Negli ultimi attimi che rimanevano nella sua mente era nella sala principale spoglia di vita.
Adesso stava gatonando alla cieca dando le sue uniche speranze al buio più inquietante.
Mancava di sicuro un passaggio e Nihil aveva paura di scoprirlo.

Nihil gattonò disperato tastando nell'oscurità finchè non riuscì ad afferrare un lampo di speranza necessaria per andare avanti.

Una trave del pavimento era leggermente alzata, l'uomo non esitò un attimo e fece leva per avere tra le mani la chiave che lo avrebbe liberato dalla sua prigionia.

Nihil strinse quella trave piena di schegge, l'uomo non sentiva il pungere delle schegge l'unica sensazione che invadeva il petto dell'uomo era il calore dell' euforia.

The Murderer's HouseWhere stories live. Discover now