Panda

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[T/N]'S POV

«Avanti (T/N), che mi racconti?»

Insolita questa domanda.

Ancora non riesco a capire.

Perchè mi trovo qui?

«Umh... Io non so che dire» ammisi, abbastanza spaesata, guardandomi intorno per sviare il suo sguardo.

La mia amica sfoggió un piccolo sorrisetto.

«Non sentirti in colpa.» disse, «Tanjiro arriverà, ora ha un ospite.»

Quasi mi strozzai con la mia saliva mentre sentivo l'ansia borbottare nel mio stomaco.

«Giusto. Me n'ero dimenticata..» non avevo prestato molta attenzione alle sue parole.

Sono davvero un idiota.

«Se vuoi ti vado a prendere qualcosa, sembri così tesa...» i suoi occhioni a palla si strinsero colpevoli.

No no no no!

«Nezuko» la presi per le spalle «Va tutto bene».

E sembró calmarsi veramente.

Mi fece accomodare sul divano, lei di fianco a me.

I raggi fiebili del sole entravano dalle finestre e il silenzio non era dovuto al disagio.

Tutto era così..

Calmo.

«Non mi hai mai parlato di te, (T/N)» inizió la piccola, pendolando le gambe avanti e indietro, con le guance rosee.

«Mh, vero.» tagliai corto.

Voleva farmi aprire?

Farmi dire qualcosa sul mio passato? Seriamente?

«Perché non né vuoi parlare?» perspicace la ragazza.

«Non mi va, ecco tutto. Non ho una vita interessante come gli altri. Non ho nulla da raccontare.» sviai lo sguardo, concentrandomi su un mobiletto in legno, da cui si potevano vedere altre foto di famiglia.

Tutti sorridenti...

«Perché ti sminuisci sempre?»

Centrata in pieno (T/N).

«Umh...»

E ora come rispondo?

«Non mi sminuisco. È così e basta.»

La ragazza di fianco a me sospiró delusa.

Voleva veramente sapere qualcosa di me?

Balzó giù dal divano, ritornando la solita ragazza popolare sorridente.

«Preparo del thè, tu aspettami qui» scomparve oltre la porta scorrevole e io, finalmente, mi abbandonai libera sul divano.

Continuavo a tenere lo sguardo posato sulla foto di famiglia.

Si insomma, una delle tante.

Che sia morto qualcuno di importante per tutti?

Se così fosse, mi dispiacerebbe per i fratelli Kamado.

Il silenzio regnava per la casa, non una parola, non un rumore. Il pendolo ticchettava colpevole.

Non so come descriverlo: silenzioso o rumoroso.

Ero ancora incantata in un punto vuoto quando Nezuko entró dalla porta.

Una teiera e delle tazze.

Portai distrattamente lo sguardo su di lei e mi svegliai, rimanendo al quanto stupita quando vidi le tazze disegnate a mano con dei fiori colorati.

Le tazze parevano essere di un periodo molto ma molto più antico. Come tutto il resto della casa d'altronde.

Nezuko, notando i miei occhi spalancati alla vista delle tazze, ridacchió, comprendosi la bocca con la piccola mano.

«Sono belle vero?» mi guardó negli occhi, spostando le tazze verso di noi.

Solo allora vidi che anche la teiera era dello stesso set delle tazze.

«Sono meravigliose.» lo pensai veramente.

Nezuko si portó alle labbra la tazza e ne bevve dei piccoli sorsi.

La seguì a ruota.

Il dolce aroma di limone insieme all'acqua calda della bevanda inebriava i sensi, il profumo fumante raggiunse il cervello e istantaneamente le mie tempie si alleggerirono, come i miei pensieri. Mi sentì molto, ma molto più calma. Mi lasciai scappare un sospiro di sollievo.

«Ops! Ho dimenticato la cosa più importante!» lasciandomi interdetta, uscì velocemente dalla stanza, fiondandosi chissà dove, man mano i suoi passi veloci si affievolirono per il corridoio.

Posai la tazza al suo piattino, il dolce suono piatto era davvero fantastico.

Come faceva ad avere tutte queste cose?

Appartenevano sempre al suo bisnonno?

Il loro legame per la famiglia è più forte di quanto mi aspettassi.

Sentì sempre dei passi, non erano forti, bensì leggeri.

Dalla porta comparve Nezuko, un piatto con dei biscotti a forma di faccia di panda ben in vista.

Mi concesse un sorriso prima si sedersi.
Appoggió il piatto in mezzo al piccolo tavolino.

«Fidati che la combinazione è ottima» mi confidó.

Presi un biscotto e lo guardai attentamente: era un'insieme di farina e cioccolata, i particolari erano ben fatti.

Lo addentai e lo assaggiai.

Si scioglieva già in bocca e il sapore, seppur semplice, era veramente molto buono.

«Mi piace» ammisi mangiando il resto.

«Prendine quanti ne vuoi!»

La piccola ne prese uno e, chiuse un occhio. Mettendo il biscotto, chiuso fra due dita, accostandolo al mio viso.

La guardai confusa e lei scoppió a ridere.

Mi imbarazzai, non capendo.

«(T/N) sei un panda!» rise ancora.

Sta ridendo di me?

Ovvio che no, ha solo trovato divertente l'accostamento tra me e un panda, niente di male.

Giusto?

«Hai le occhiaie uguali agli occhi del panda..» il suo tono man mano si fece più triste e la sua risata si spense. Mi rivolse uno sguardo dispiaciuto.

«Tu dormi (T/N)?»

Questa domanda mi lasció spiazzata.

Mi drizzai con la schiena e congiunsi le mani, poggiandole fra le cosce.

«No»

 𝑆𝑢𝑚𝑚𝑒𝑟𝑡𝑖𝑚𝑒 𝑆𝑎𝑑𝑛𝑒𝑠𝑠                     [TOMIOKA GIYU X READER]Where stories live. Discover now