XI: I see my reflection in your eyes

5.1K 123 27
                                    

~ ☪︎ ~

"L'autunno ha ucciso l'estate
con il bacio più morbido."
-d.j.
~ ☪︎ ~

Lilith's pov

«Finalmente è venerdì. Vi giuro già sono stanca, menomale siamo a fine settembre  perché non vedo l'ora arrivino le vacanze» Miranda entra nella stanza mia e di Shirley, con il volto segnato dalle occhiaie, seguita da Candice che a sua volta sembra trascinarsi a forza verso il divano dove si getta a peso morto.

«Oggi io ho lezione pure pomeriggio, quindi non potrò dormire e il mio lettuccio mi manca tanto.» continua quest'ultima mentre sprofonda la faccia nel cuscino bianco.

«Ti sei appena svegliata, come può mancarti?» chiede la mia compagna di stanza mentre prepara anche per loro del caffè, poiché come accade tutte le mattine dalle tre settimane che ci siamo trasferite qui, Can e Mir passano più tempo nella nostra stanza piuttosto che nella loro.

«Appunto, questo è il momento della giornata in cui manca di più» rispondo sbadigliando al posto della riccia, mentre sono seduta al tavolo con le ginocchia rannicchiate al petto, una tazza di latte nella mano destra e quella sinistra che tiene le pagine aperte del libro poggiato sul tavolo.
«Buongiorno anche a voi comunque, sì noi stiamo bene, grazie per averlo chiesto. » continuo.

«Buongiorno» mugugnano le due.
Miranda si siede accanto a me con un quaderno in mano che apre e inizia a lamentarsi. «io odio i test, vi giuro, dovrebbero abolirli» sbuffa mentre prende la tazza che Shirl le sta passando,

«Pensa che l'altra sera Lil mi raccontava che da lei in Italia gli esami erano orali.»
«Che trauma che deve essere» le risponde Can mentre prende la sua tazza e le fa spazio per sedersi.
«Vero, fatto sta, che li odio comunque. Non mi ricordo niente» afferma sospirando la bionda accanto a me.

«Stai tranquilla, è tutta la settimana che studi per oggi, andrà bene. Pensa positivo. Poi se tu superi l'esame ed io vengo presa in libreria questa sera potremo festeggiare.» cerco di rassicurarla posandole un bacio in testa, prima di dirigermi al lavandino per lavare la tazza.

Sapevo che quando sarei arrivata qui avrei dovuto cercare lavoro, va bene la borsa di studio, va bene i soldi raccolti negli anni. Ma non posso chiedere ai miei di aiutarmi più di quanto già non facciano.
Specie perché mi piace comprare vestiti, libri, scarpe e accessori anche se non ne ho la necessità.

Perciò lunedì e martedì ho fatto delle ricerche per vedere dove nei plessi di Princeton prendessero a lavorare delle ragazze che sono anche studentesse.
Speravo in una qualche libreria, che ho trovato, peccato fosse a New York e sicuramente non ho né il tempo né la voglia di fare più di un ora di viaggio.

Fortunatamente Shirley mi ha convinta a chiamare ugualmente, perchè poi la proprietaria mi ha informato che la sede è al centro di NYC, ma ha recentemente ampliato la sua attività aprendone una più piccola qui vicino all'università.

«Ah oggi hai il colloquio, vero, me ne ero dimenticata.» sbadiglia la riccia raggiungendomi e passandomi la sua tazza così per farla lavare.

«Si Candy, è oggi alle 16 e comunque non è l'unica cosa che ti sei dimenticata» le indico la sua maglia del pigiama di topolino abbinato al jeans cargo color verde militare.

𝒟𝓇ℯ𝒶𝓂𝓎Where stories live. Discover now