XVIII: Breathless moments

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"Sii sempre la tua ragione
per sorridere ogni giorno."
-Pinterest

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Lilith's pov

Prendo la felpa oversize nera dall armadio.

Fortunatamente ne ho messe due in valigia, così considerata la fretta so cosa mettere per il viaggio di ritorno. 

Odio non poter fare la doccia e dover partire così senza preavviso. Mi è stato pure proibito rifare la valigia perché devo essere veloce e quindi me la porteranno poi fino al dormitorio.

Mi accomodo sul letto per mettere le converse bianche e togliere queste meraviglie di Zanotti, perché non sono mie e non esiste che me le porti a New York.

Prima che io riesca a slacciare la prima scarpa la porta della mia stanza viene spalancata.

Mi volto e trovo Theodore, che ha le spalle coperte solo dal tessuto della camicia, ed è appoggiato al muro.

I suoi occhi hanno una strana luce.
Abbasso lo sguardo e noto quello che regge tra le mani.

Sono sicura le mie guance siano diventate rosse.
Con tutto quello che è successo questa sera, avevo dimenticato del mio perizoma bianco in pizzo, lasciato appositamente sul suo letto.

Prendo tra i denti il labbro inferiore mentre lo guardo che stringe il tessuto puro e delicato tra le dita.

Vederlo stringere il mio intimo mi riscalda il sangue nelle vene, specie se poi mentre lo fa, mi guarda con quegli occhi eterocromi che celano tutte le sue intenzioni.

«Come sempre mi sorprendi, Cruella.» il suo mezzo sorriso gli fa spuntare una fossetta sulla guancia destra.

Queste fossette appaiono così raramente che quando lo fanno mi perdo ad ammirarle.

Io non rispondo ma continuo a guardarlo.
Sono ancora un po' infastidita dal suo modo di fare.

«Peccato però che ora non abbiamo tempo per giocarci.» le infila dentro la tasca dei suoi pantaloni neri, «Ma la prossima volta ti assicuro che saranno ben utilizzate.»

Il desiderio scoppia dentro il mio petto, facendomi mancare l'aria.

«Perché non possiamo utilizzarlo ora?» domando con sguardo innocente, ben consapevole che la mia richiesta non lo è.

La luce nei suoi occhi lascia spazio alla malizia, con un in gesto delle dita mi fa segno di raggiungerlo.
Mi alzo e a passo lento faccio quello che mi ha chiesto.

Quando mi fermo esattamente di fronte a lui, si sposta di lato lasciandomi libero lo spazio per passare.

«Vai nella mia camera.» la sua voce è rauca e con aspettativa supero l'ingresso della sua camera da letto con lui dietro di me che richiude a chiave la porta alle sue spalle.

𝒟𝓇ℯ𝒶𝓂𝓎Where stories live. Discover now