Lei è Demetra

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"AH, che umiliazione!" si lamenta Milton mentre suda sette camicie - o nel suo caso, sette vesti - per intrecciare una corona di fiori. Dopo quello che è successo alla sua prima visita, Angeline gli ha promesso di passargli il numero di quel ragazzo di cui gli aveva parlato... a una condizione: adesso al povero roditore tocca riparare i danni che ha causato. È da una settimana che prova a ricreare quella ghirlanda che avevamo prima e ancora non c'è riuscito. Al massimo oggi ha messo su un gomitolo di rose e lavande.

"Io sono Portatore del Caos! Io non posso creare niente, il mio unico scopo è distruggere!" squittisce lui dopo aver gettato a terra i fiori per l'ennesima volta. Metà dei miei clienti non può fare a meno di assistere all'imbarazzante spettacolo.

Angeline è impegnata a cantare con il resto della band di questa settimana, ma quando nota che Milton è troppo in difficoltà si scusa con tutti gli altri e scende dal palco per offrirgli una mano d'aiuto: "Cosa dici, stavi andando bene! Guarda, sei già a metà strada!"

Lei gli mostra il groviglio di piante più da vicino: aveva ragione, metà dei fiori è già intrecciato in una specie di arco storto, bisognerebbe solo legare assieme tutto il resto e il gioco è fatto. Milton lo osserva con più attenzione e all'improvviso qualcosa nel suo cervello da ratto si collega. Le sue zampette si mettono a lavorare velocissime, frenetiche, finché le due estremità nodose si incontrano e l'arco di fiori si chiude su sé stesso. Ha funzionato! Milton è riuscito in qualche modo a formare un cerchio perfetto di fiori e petali! Soddisfatto della vittoria, lui tira un sospiro di sollievo e... la ghirlanda si sbriciola in un milione di pezzi. 

"Visto? Avevo ragione io! Non riesco a creare niente!" declama Milton animato dalla sua furia. 

Angeline, come al solito, prova a tirarlo su. "Dai, non ci fa niente! Ti sei impegnato, quindi ti perdono lo stesso. In realtà deve essere stata colpa mia, ti ho dato un compito troppo difficile..." lei per un attimo si lascia distrarre da qualcuno sul palco.

"Allora Angeline, hai finito?" sbotta il bassista, seduto su uno sgabello storto. Le corna sulla sua fronte sono nascoste a malapena da un cappello a visiera larga.

Lei abbassa la testa e fa per ritornare sul palco, ma prima di andare saluta un'ultima volta il suo nuovo amico: "Devo proprio andare, tu però non ti abbattere! Chiamerò Andreik domani."

Dopo tutto questo, lei si circonda di nuovo dei suoi colleghi, con cui fa del suo meglio per allietare la serata. Milton, non sapendo cos'altro fare, si guarda attorno curioso. "Dunque, il mio debito è saldato? Posso tornare all'oscurità delle mie caverne ora?"

"Purtroppo dovrai attendere." lo ammonisce una cliente solitaria vicino all'ingresso. Appena lei si mette in piedi, mi sento subito stupito e ammaliato dal suo aspetto esotico: la sua pelle è dei colori della terra, il suo corpo è come una montagna, alto e robusto nonostante i continui attacchi degli elementi. 

La misteriosa visitatrice si inginocchia in modo da poter tastare i resti polverizzati dei fiori, poi digrigna i denti. "Riconosco questa forma di Miracolo. È Caos, ne sono certa."

Milton cerca di coprirsi con il suo cappuccio come la volta scorsa, ma stavolta neanche Angeline può tirarlo fuori dai guai: "Distruggere vita senza un buon motivo è un atto inutile e controproducente. Dovremmo tenere in vita il mondo in cui viviamo, o altrimenti noi tutti ne soffriremo. Questo include anche voi, muridae."

Il ratto è completamente sprofondato nella sua stessa tonaca, sperando che la stoffa fornisca una minuscola protezione contro l'enorme minaccia. "Quei fiori sarebbero appassiti comunque prima o poi, come tutta la vita su questa terra!" si difende.

"Allora vi conviene non consumare nient'altro in mia presenza" lo minaccia lei, "o altrimenti vi mostrerò quali sono le conseguenze dei vostri deplorevoli atti di distruzione."

I Portatori Di MiracoliWhere stories live. Discover now