I Portatori Di Miracoli

Nova Arcadia in Vista!

Si è fatta sera, una nuova settimana è giunta al termine. Onestamente, questa nuova vita senza il mio bar non è stata poi così male, almeno fino ad ora: niente più clienti pericolosi, non devo più restare a lavoro fino a tardi e posso finalmente cenare insieme a mia moglie in santa pace! Certo, le persone che conoscevo lì mi mancano un po', ma alla fine i miei ospiti -o meglio, ex ospiti- posso vederli anche fuori dal lavoro, come è successo nelle ultime settimane. Ovviamente ciò non vuol dire che non mi faccio più domande, tutt'altro. Le parole di Demetra mi hanno fatto alzare la guardia più che mai, ogni giorno vado da Johnny per chiedergli tutto il possibile su quello che sta succedendo... almeno quel poco che riesce a sentire.

Proprio ora, mentre sto affacciato alla finestra del mio appartamento, posso vedere la compagine che esce dal locale, per poi sparpagliarsi qua e là lungo Evergreen Street. Giuro, a volte è come guardare le formiche uscire dalla loro tana. Qualche minuto dopo che le formichine sono uscite dalla loro casetta, sento il citofono squillare.

"Rispondo io, tesoro!" annuncia vispa mia moglie. Mentre va alla porta d'ingresso, i suoi lunghi capelli biondi brillano contro la luce dei neon, creando delle sfumature di colore che sembrano quasi create solo per me. Ho visto moltissime donne molto più belle nella mia vita, ma per me lei resterà sempre la mia preferita.

Kla-Klank! Il portone al piano di sotto si apre. Un minuto dopo, dalla porta principale entra qualcuno. Faccio capolino dall'entrata alla sala da pranzo e vedo che si tratta di qualcuno che non vedevo da molto tempo.

"Tyrone! Vecchio caprone, che avete combinato oggi?"

Ride del modo in cui l'ho salutato. "Mi spiace, Theo, non posso spifferare nulla. I segreti si mantengono, sai."

Lo saluta anche mia moglie, con la sua voce squillante: "Come possiamo aiutarti?"

Tyrone sta a braccia conserte, proprio davanti all'uscio. Non è grosso, ma ciò non sembra essere un limite alla sua spavalderia. "Bellezza, ti dispiace se ti rubo il barista per un secondo?"

"Occhio a come parli, Tyrone! Sarò pure buono, ma certi scherzetti non li prendo bene!"

Lui ridacchia: "Ah non preoccuparti, ti stavo solo tirando la gamba."

Fwomp! Senza neanche capire come, sono a testa in giù coi piedi sul soffitto. "Molto divertente, redneck dei miei stivali! Ora mettimi giù, che ho cenato appena cinque minuti fa!"

Tyrone mi lascia sospeso, giusto il tempo di farsi qualche risata, poi si inginocchia a terra e tocca il pavimento con le mani. E fwomp! Sono di nuovo a terra, ancora intero. Dovrei essere arrabbiato, ma conosco Tyrone. Non è cattivo, è solo un po' troppo entusiasta in quello che fa.

Lui riesce a tranquillizzarsi, in qualche modo. "Tornando al dunque. Io e alcuni amici del bar stiamo facendo un giro in camper tutti insieme... dai, perché non ci vieni anche tu? Come ai vecchi tempi?"

Qualcosa mi stringe il braccio. Come volevasi dimostrare, è mia moglie. Le sue sopracciglia sono corrugate, la sua schiena incurvata verso di me. Capisco che è preoccupata, anch'io vorrei passare più tempo con lei, ma sinceramente mi mancano quelle nottate trascorse insieme a loro. Non so, come dovrei fare a mettere d'accordo tutti quanti?

Io la stringo un po' più vicino a me, giusto per farla sentire al sicuro. D'improvviso, nella mia testa si accende una lampadina: "Tranquilla Abbie, se vuoi puoi unirti anche tu! Vero, Tyrone?"

Il bassista abbassa la testa: "Vediamo... abbiamo già qualche invitato in più del previsto, quindi non dovrebbe essere un problema. Più siamo meglio è, giusto?"

A mia gran sorpresa, Abbie si mette in mezzo a noi due: "Certo, mi piace davvero l'idea. Dove state andando?"

Tyrone si abbassa il cappello. Le sue corna fanno ancora capolino dalle falde. "Che ne dite di unirvi a noi e scoprirlo voi stessi? È una strada proprio lunga, ma... ne varrà la pena, fidatevi."