Yo, Betty!

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Un'altra domenica qui al bar. Come al solito, i miei clienti sono tutti insieme a divertirsi. Alcuni di loro sono capaci di compiere Miracoli, altri invece sono persone normali, ma la cosa più importante è che sono tutti uniti da un'atmosfera di pace e amicizia. Mi sento fiero di me stesso.

Per non parlare della cosa più importante di tutte: Primo è tornato qui con noi! È seduto al tavolo accanto alla finestra, occupato a lavorare sul suo drone. Da quando è arrivato, non ha distolto l'attenzione per un singolo istante da quello che sta facendo. Sembra che stia prendendo molto sul serio la faccenda, deve essere qualcosa di importante.

Mentre sto servendo della birra a un altro cliente, il ragazzo si alza dal suo tavolo e si fa avanti. Io lo vedo con la cosa dell'occhio, non mi aspettavo che si svegliasse dal suo stato di trance così in fretta, ma se vuole fare qualcos'altro, beh, buon per lui.

"Che bello rivederti qua!" lo accolgo io, "Dimmi, che cosa è successo da quando te ne sei andato la volta scorsa?"

Primo mi guarda per un istante, poi abbassa lo sguardo. "L'obbiettivo era quello di localizzare il luogo in cui era destinato il segnale della ricetrasmittente nascosta nel jukebox, quindi ho utilizzato Gear per pattugliare la zona circostante dall'alto. Ho iniziato inviando il mio drone in direzione nord per tutta la portata del segnale, per poi ripetere il processo in tutte le direzioni cardinali, finché per processo di esclusione mi sono imbattuto in un garage in direzione nord-nordest di qui. All'interno dell'edificio ho incontrato un paio di persone che non sono riuscito a identificare, ma dalle informazioni ottenute tramite i loro computer, nonché dai loro irruenti tentativi di allontanarmi, ho concluso che si trattava di simpatizzanti dell'Aegis."

"Oh cielo! Stai bene?"

"Sì, sono tornato a casa illeso," mi risponde inespressivo lui, "Ma il Gear ha subito danni."

"E certo, stai sempre in giro da solo come un cretino!" lo stuzzica una voce proveniente da un tavolo al centro della sala. Immediatamente entrambi ci voltiamo in direzione della voce, e... A mia gran sorpresa, si tratta di una bambina che a malapena avrà undici o dodici anni. Da sotto la sua gonnella spunta fuori una lunga coda bruna.

"Che cosa vuoi? Qui non serviamo alcoolici ai minorenni, quindi ti conviene andartene!"

"Servire bevande alcooliche i minorenni è illegale in molti paesi. Anzi, in America è addirittura necessario aver compiuto ventuno anni per acquistarne o consumarne." mi fa eco il ragazzo.

"Zitto tu!" lo ammonisce la mocciosa.

"Non ne vedo motivo, ho solamente espresso una realtà oggettiva, perciò dato che la mia affermazione non aveva lo scopo di causare offesa o indignazione, concludo che la tua opposizione alle mie affermazioni nasca da tratti della tua personalità quali la disubbidienza e la presunzione, entrambi considerati indesiderabili da molte culture. Constatate queste osservazioni e considerato il fatto che non ho mai avuto intenzione di attaccarti personalmente, ti consiglio di cessare la tua opposizione, altrimenti la tua immagine pubblica ne soffrirà..."

Primo non si cura del fatto che la bambina lo ha zittito almeno dieci o quindici volte. O venti, ho perso il conto. 

Appena lui ha finito di parlare, lei si alza dal suo tavolo e gli va contro. "Senti, tesoro mio bellissimo, tu ti credi di potermi parlare sopra soltanto perché sei più grande? Ma lo sai quanti dementi sono finiti all'ospedale solo perché facevano i sapientoni come te? E lo sai perché ci sono finiti? Perché li ho gonfiati di botte io! Guarda che questo è il mio territorio, quindi perché non te ne torni a casa e la smetti di rompermi le palle?"

"Linguaggio, piccola peste." la rimprovero io, con... scarsi risultati.

Primo non è neanche minimamente disturbato da quelle minacce. "Prima di tutto, questo locale non può essere il tuo territorio, dato che non vi è alcuna prova che dimostri il fatto che tu sia la proprietaria dia questo terreno. Seconda cosa..." 

I Portatori Di MiracoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora