Johnny, Potenziale Aiutante

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Beh, che dire... Da quando quei tizi del Movimento Shock si sono presi il mio bar per farci il loro quartier generale, la mia vita si è fatta incredibilmente eccitante e meravigliosa. Giuro. È un elettrizzante e imprevedibile ciclo di svegliarsi, fare colazione, andare a prendere l'assegno da parte di Janira (che è stato ridotto a soli cinquanta dollari al giorno) e tornare a casa in attesa di poter ripetere tutto quanto. Eppure, ogni volta che torno a visitare il mio caro vecchio bar, noto che l'aria di pace e relax che c'era prima è rimasta anche senza di me.

Un'altra cosa di cui mi sono accorto è che ogni giorno arriva un certo signorino vestito di bianco, che sta appoggiato alla porta o alle finestre a occhi chiusi. Qualche volta, quando passo lì vicino, lui si accorge di me e se ne va, con una faccia di bronzo che non mi va a genio. Perché mai un signore all'apparenza normale dovrebbe passare i suoi pomeriggi appoggiato alla finestra di un bar (ufficialmente) chiuso? Non dovrebbe proprio esserci alcun senso! A meno che... Non è che sta spiando i miei ospiti?

Sì, lo so che probabilmente mi sto facendo prendere d'ansia per nulla, ma ripensiamo a cosa è successo nell'ultimo periodo: Prodigan che vengono arrestati, il sindaco che sembra voler obbligare i miei ospiti ad andare in giro con una specie di camicia di forza, per non parlare delle voci riguardo quelle cose, sì insomma... le Carogne. Non voglio essere paranoico, ma non mi sembra neanche il caso di ignorare totalmente un possibile guaio. E vabbe', mi sa che oggi andrò a indagare su di lui.

Esco di casa dopo pranzo e faccio appena cento metri lungo Evergreen Street, fino a raggiungere il mio locale. Eccolo lì, l'intruso: appoggiato alla finestra ad occhi chiusi, coperto del tutto dal suo cappotto bianco che contrasta fortemente con i suoi capelli rosso rame, insieme a un po' di barbetta sulle guance e sul mento. Appena mi avvicino abbastanza, lui sembra percepire la mia presenza e apre i suoi occhi azzurri, chiari come il ghiaccio.

Gli chiedo subito: "Scusami, c'è qualche problema?"

Il signorino abbassa la testa. "Oh, nulla, stavo solo ascoltando i suoni della città. Se non ricordo male, questa è la parte in cui la donna serpente cerca di calmare il tizio con le zanne prima che inizi a pianificare l'omicidio di ogni singolo membro dell'Aegis."

Ora che ci faccio caso, è proprio vero: da dentro l'edificio si sente quell'inconfondibile sbattere di piedi che fa sempre Scilla quando dà di matto. Come faceva quest'altro a saperlo?

Assolutamente sospetto, devo indagare. "Perché stai ascoltando i suoni della città proprio qui?"

L'uomo in bianco si passa una mano tra i capelli. "Mi scusi, ero soltanto curioso di sapere che cosa succede di così interessante in quel bar. Ho sentito dire che è un posto parecchio insolito, chissà se è vero..."

Ripeto quello che ha detto nella mia testa per cercare di capire meglio, ma ancora prima di poter giungere a una conclusione lui mi tende una mano. "Lei deve essere il proprietario, giusto? Mi chiamo Johnny, piacere di conoscerla."

Io non voglio continuare a fare il paranoico. Gli stringo la mano. "Sì, sono il proprietario. Diciamo che la situazione al bar è... complicata, per ora, ma spero che le persone a cui ho lasciato il locale lo trattino bene."

"Siamo in due allora" risponde lui tutto tranquillo, "avrei voluto vedere di persona cosa sta succedendo, ma non mi lasciano mai entrare. Pazienza, dovrò accontentarmi di origliare..."

Origliare, hai detto? Vediamo... "Quindi, di che cosa parlano durante le loro riunioni?"

Improvvisamente Johnny cambia totalmente espressione. "Non so, perché me lo chiedi? Sei per caso una spia?"

Mi ammutolisco, mentre lui inizia a ridere. "Non si preoccupi, stavo scherzando!"

Rimaniamo entrambi in silenzio per quasi un minuto, lui che ancora sorride per la sua stessa battuta e io che mi arrovello per capire come mandare avanti la conversazione. Ok, nel migliore dei casi sarà un buffone e basta.

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