Capitolo 1

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٠ a volte quello che pensiamo sia giusto è proprio l'errore più grande ٠

Se c'era una cosa che non sopportavo di Londra era il tempo.
Perennemente nuvoloso, pioveva un giorno e uno no e si poteva avere una giornata bella e soleggiata ogni morte di papa.

Mi stavo dirigendo verso la metropolitana mentre controllavo i fogli del processo, quando un uomo mi venne addosso e tutti i fogli volarono.

-Ehi, guarda dove cammini!- esclamai in direzione dell'uomo ma non lo trovai. Arrabbiata, raccolgo i fogli che erano molto importanti e mi misi ad inseguirlo.

-Mi scusi signore con la giacca blu!- l'uomo continuava a camminare, senza degnarmi di uno sguardo ed intorno le persone continuavano a correre verso la metropolitana per arrivare a lavoro in tempo.

Londra era brutta anche per questo.

Le persone erano sempre tutte con espressioni dure e le fronti aggiornate che sembravano tutte vecchie.

Alcuni miei amici a vent' anni già avevano le rughe ed erano così stressati che non potevano dormire senza usufruire di un sonnifero.

Al contrario, io ero molto felice. Sono del parere che devi vivere e goderti la vita nei migliori dei modi, senza affaticarti e stare male.

Tornando all'uomo che mi aveva scompigliato tutti i fogli, a differenza di tutti i comuni mortali si stava dirigendo verso la sua modesta macchina.

E parlo così perché vedere una Rolls-Royce non era una cosa da tutti i giorni.

Cercai di afferrarlo per il braccio, ma il suo passo era troppo lungo, e nonostante io superavo il metro e settanta, non riuscivo a stargli dietro.

Entro nella sua macchina, ma prima che potesse chiudere lo sportello misi un piede in mezzo e per la prima volta alzò lo sguardo.
E aveva gli occhiali da sole, perché ovviamente c'era così tanto sole che i suoi occhi avevano bisogno di protezione.

-Che vuoi? Chi sei?- sfacciato il ragazzo eh. Frustrata aprii lo sportello per intero e lo guardai dritto in faccia.

-Che maniere erano quelle di prima? Passa come un uragano, mi spinge e poi fa finta di niente? La chiamo e continua ad ignorarmi?-

-Non so di cosa tu stia parlando- disse svogliatamente, mandandomi in bestia.

-Ma quanti anni ha? Cinque? È per caso cresciuto nella giungla?!- sbottai infastidita.

Quando una persona si comportava da menefreghista non lo sopportavo. Andava oltre il limite della maleducazione.

E sapete che risposta ho avuto?

Mi spinse.

Chiuse la portiera e fece finta come se non esistessi. Ed io sono sempre una persona che pensa cento volte prima di fare qualcosa, ma non ci vidi più. Quando mise in moto e stava per partire, mi misi davanti alla macchina.

Cercò di andare dall'altra parte, ma mi spostai anche io.

Non sarebbe passato prima di chiedermi scusa.

-Spostati da lì, mi stai facendo perdere tempo!- urlò dal finestrino.

-Oh, non sa quanto ne ha fatto perdere a me!- ero a dir poco furiosa. Ma davvero esistono persone del genere?

When the sun meets the moonWhere stories live. Discover now