Capitolo 21

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٠ quando una promessa viene rotta, indubbiamente una parte del cuore si rompe con essa ٠

-Lyl, sveglia- sentii la voce di Adrian solleticarmi l'orecchio e aprii lentamente gli occhi.

-Siamo arrivati?- chiesi stiracchiandomi e cercando di mettermi seduta e far mente locale.

-Mancano quindici minuti e cominciamo ad atterrare- mi diede un bacio a stampo e cominciò a togliersi le cuffie e a chiudere il libro che stava leggendo.

-Che leggi?- mi sporsi prendendogli il libro dalla mano e spalancai gli occhi.

-Lo conosci?-

-Dance of thieves! Ovvio, Kazymrah e Jase sono due personaggi fantastici. E poi il secondo libro è ancora più bello del primo- lo sfogliai entusiasta, ricordandomi di quella notte di gennaio due anni fa, quando stavo male ma non mi veniva sonno, ed avevo deciso di leggere un libro scelto casualmente su internet.

"Gentili signori e signore, a breve atterreremo e vi preghiamo di rimanere seduti ai vostri posti e di allacciare le cinture di sicurezza. Grazie"

L'hostess passó a controllare che avessimo seguito le indicazioni del comandante e cominciai a percepire l'aereo scendere, fino a sentire le ruote toccare terra. Sorrisi ad Adrian e mi affrettai a mettermi il cappotto per poi scendere.

-Lyliane, sai riconoscere la tua valigia veri?- mi schernì Adrian. Arricciai le labbra in segno di protesta e roteai gli occhi.

-Per chi mi hai preso? Certo che la so riconoscere- vidi in lontananza la mia valigia e feci una leggera corsetta per andare a prenderla. Mi aspettavo che Adrian mi venisse dietro per magari aiutarmi, ma era rimasto lì ad aspettarmi con le braccia incrociate.

Alla faccia del gentiluomo.

-Non mi aiuti? Hai solo un misero borsone, che poi non so cosa ci hai messo dentro-

-Ci ho messo dentro l'essenziale, stiamo solo cinque giorni, Lyl-

-Ah, capisco. Non sei una donna- scossi la testa, provocando la risata di Adrian.

-Dai su, andiamo- mi prese la mano e ci avviammo verso l'uscita.

Ad Atene il sole splendeva luminoso, nonostante ai lati fossero pieni di cumuli di neve.

-Non pensavo che ad Atene nevicasse-
Adrian sembrava confuso, e gli spiegai che nonostante il clima mediterraneo, il clima d'inverno era freddo e nevicava quasi sempre durante dicembre e gennaio.

Mi accostai alla strada cercando un taxi, e fu solo dopo venti minuti di attesa che finalmente ne trovammo uno libero. Sapevo benissimo quanto la Grecia attraeva i turisti ad ogni momento dell'anno, ma talvolta questa cosa mi infastidiva perché i residenti si trovavano affollato dappertutto.
Dopo aver concordato sul prezzo, salimmo sul taxi e mi potei riscaldare un po'.

-Dove vi porto signori?- chiese il tassista.

-Alla tenuta Makris- mormorai piano, sperando di non ricevere un rifiuto.

-Scusi, dove?- il tassista mi guardava confuso dallo specchietto e realizzai che avevo parlato in inglese, scordandomi completamente di dover cambiare lingua.

-Oh, scusi. Tenuta Makris- il tassista mi guardò per qualche secondo diffidente, poi mise in moto.

-Perché il tassista ti ha guardato così? E perché sa dov'è casa tua? Devi dirmi qualcosa?- mi chiese Adrian in inglese, guardandomi interrogativo.

-Oh, Adrian, è una lunga storia. In pratica, poi lo vedrai, io vivo in una specie di villa con intorno giardini immensi e una fattoria. Insomma, una tenuta. L'unico problema è che si pensa questo posto fu quello dove Atena trasformò Medusa da una donna bellissima ad una mostruosa, e questo posto fu considerato maledetto e portatore di sfortuna per migliaia di anni. Ti farò vedere i resti del tempio che ci sono nei Giardini di Teti-

When the sun meets the moonOnde histórias criam vida. Descubra agora