Capitolo 18

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٠ e se i proiettili lasciano cicatrici indelebili sul corpo, lo stesso fanno le parole sul cuore ٠

Per qualche minuto rimanemmo con gli occhi fissi l'uno sull'altra, poi mi accorsi di quanto eravamo vicini e uscii dal mio stato di trance, allontanandomi dal suo viso.

-Che ne dici di andare a fare una passeggiata?- gli proposi sistemandomi i capelli nervosamente, avevo un immenso bisogno di allontanarmi da quella panchina.

-Perché no, andiamo- si alzò passandosi le mani tra i capelli arruffandoli leggermente, e nel mentre io lo guardavo come una rimbambita. Imprecai silenziosamente e mi alzai dalla panchina e cominciammo a camminare, uscendo dal parco.

Passarono i minuti, e noi continuavamo a camminare senza proferire parola, ma non mi sentivo a disagio, non come quando mi guardava dritto negli occhi.

Non ero brava a reggere gli sguardi.

Lyliane era brava.

-Allora, Brianna? Raccontami qualcosa di te, conosciamoci- lo guardai sorpresa ma sorrisi e cominciai a raccontargli della mia infanzia, in che famiglia ero cresciuta, ovviamente omettendo le parti oscure. Gli raccontai di Adrian e gli raccontai anche di Lyliane, del nostro viaggio in Grecia, di tutto.

Ma non gli raccontai della storia della mia gravidanza. Forse perché ero ancora restia ad aprirmi con un altro uomo dopo gli eventi passati con il padre di mio figlio. Mi ero sentita stranamente a mio agio con lui la prima volta, ma non tanto da confidarmi completamente.

Quando finii di parlare respirai profondamente e mi girai verso di lui, alzando la testa, data la sua altezza. Trovai già i suoi occhi su di me che mi scrutavano silenziosi, guardavano attentamente il mio viso, per poi scendere al mio lieve pancione.

-Sei una persona interessante. Mi piaci- mi diede ancora una lunga occhiata prima di girarsi e guardare davanti, continuando a camminare. Rimasi un po' indietro a guardarlo: il cappotto lungo blu notte e il maglione bianco in contrasto con la sua pelle, stranamente, abbronzata, e i suoi capelli biondi. Feci una leggera corsetta e lo raggiunsi, cercando di camminare vicino a lui, ma non troppo.

-E tu, Lane? Raccontami di te-

-Come già sai, sono il proprietario di quella caffetteria in cui sei entrata la prima volta. Sono una persona abbastanza riservata e introversa, dato anche l'ambiente in cui sono cresciuto. Come te, sono di una famiglia "nobile", in questo caso spagnola da come avrai notato dal cognome. Solitamente gli spagnoli sono descritti come persone piene di vita e festaioli, ma per quanto riguarda i Gonzalez no. Fino a un paio di anni fa, la mia vita è stata pressoché come la tua, piena di lezioni di etichetta, cene di gala e cose simili. Ma a differenze di altre famiglie che conoscevo, la mia teneva questa maschera rigida solo fuori casa, all'interno, quando eravamo solo in famiglia, i nostri genitori erano affettuosi e amorevoli, cercando anche di spiegarci, a me e ai miei due fratelli, perché facevano quello che facevano, e continuavano a dire che era per il nostri bene. Forse è grazie a questo che ho un buon rapporto con i miei genitori, nonostante qualche volta abbiano sbagliato, ma era unicamente nel tentativo di farsi un nome e un posto nella società. Un giorno magari te li farò conoscere- concluse prendendo un lungo respiro.

-Sai, ti invidio. Ti conosco da neanche un giorno e già ti invidio della vita che hai fatto. Perché nonostante tutte le formalità assurde, tutti gli strumenti che hai imparato a suonare e tutti gli altri hobby dell'alta società a cui sei stato obbligato a far parte, la tua famiglia ti amava e a casa vostra c'era un'atmosfera di amore e felicità. Mentre io per anni ho cercato di far tutto pur di compiacere i miei genitori, senza sentire mai un "brava" o "sono fiero di te" da mio padre, oppure un "facciamo una torta insieme", "c'è qualcuno che ti piace" da mia madre. Poi, crescendo ho scoperto che non valeva la pena, e ho smesso di andare alla ricerca di questo amore inesistente. Forse in un'altra vita saremmo stati una famiglia felice- dissi pensierosa, con un magone sul petto, cercando di non piangere.

When the sun meets the moonOnde histórias criam vida. Descubra agora