Capitolo 11

86 4 1
                                    


٠ perché gli occhi si amano prima del cuore, si baciano prima delle labbra, fanno l'amore prima del corpo ٠

I Leoni Blu erano un'associazione di criminali inglese che da anni le autorità cercavano di prendere e sbattere in galera, ma senza avere successo. Ed era risaputo che, chi veniva a contatto con loro, o ne diventava parte, o veniva scuoiato vivo da un leone che stava nel seminterrato della loro base principale, questo dicono le persone che ne sono uscite vive e senza farne parte.

Io non ero una che si spaventava facilmente e potevo definirmi una persona coraggiosa, ma ora come ora tremavo tutta mentre la mano di Adrian mi teneva stretto a sé.
Finimmo la prima rampa di scale e cominciammo la seconda, e cercai di calmarmi e mantenere il sangue freddo.

-Ci sei, Lyliane?-

-Sì- dissi respirando profondamente.

-Sicura?- chiese non convinto.

-No. Per niente. Ma non abbiamo tempo per pensare a questo. Come hai fatto a scoprirlo?-

-Ho avuto a che fare con un caso due anni fa: eravamo quasi arrivati al capo dell'organizzazione, ma così dal nulla tutte le evidenze e le prove sparirono. Ovviamente c'era un traditore tra di noi e fu trovato qualche settimana dopo ma scappò, non lasciando tracce. Oggi ho avuto sospetti quando ho visto l'edificio e ho avuto la conferma quando ho visto il tappeto all'ingresso con un leone blu stampato e il tatuaggio sul polso della donna- era la prima volta che sentivo Adrian parlare di questi argomenti, mi affascinava la sua intelligenza e la sua acutezza.

-Hai notato tanti dettagli che mi sono sfuggiti. Forse ora abbiamo meno probabilità di morire- dissi per sdrammatizzare mentre cominciavamo la quarta ed ultima rampa di scale.

-Lyliane mi puoi promettere una cosa?-

-Dimmi-

-Qualsiasi cosa succeda, tu troverai il modo di uscire da qui viva, d'accordo?-

-Non ti lascerò mai da solo- mi fermai decisa e lo guardai. I nostri volti erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Lo guardai intensamente, affondando in quell'oceano azzurro.

-Lyliane, fallo per me-

-Qualsiasi cosa succeda, usciremo da qui entrambi. O moriremo entrambi. Andiamo- dissi risoluta, e questa volta fui io a trascinarlo con la mano e quando fummo arrivati al pianerottolo del quarto piano, guardai attentamente il luogo.

C'erano quattro stanze numerate: 5, 25, 45, 75. Tutti multipli di cinque. Poi al centro, vi era un tappeto bianco con un leone blu sopra, e un tavolino rosso sangue. Era pulito e lucido, a differenza del luogo che lo circondava, tutto sporco e impolverato, con delle ragnatele che scendevano dal soffitto.

Guardai riluttante Adrian, gli lasciai la mano e bussai alla porta numero 25. La porta si aprì con un clic e cigolò, fino a spalancarsi del tutto.

-Entrate- disse una voce roca e profonda.

-Alla fine non sei così male come credevo, felice di averti conosciuto Morton- gli sussurrai come se fosse una frase d'addio, entrando in quella stanza lugubre e buia, con i passi di Adrian che mi seguivano.

-Bene, bene. Chi abbiamo qua?- vidi una scrivania e dietro vi era seduto un uomo con la barba e i capelli bianchi che all'apparenza sembrava innocuo, ma furono il suo ghigno e il suo sguardo feroce a destabilizzarmi.

-Miláo móno egó. Gia to kaló sou- "Parlo solo io. Per il tuo bene" furono queste le parole che mi sussurrò Adrian prima di farsi avanti.

-Siamo due avvocati, e siamo venuti per indagare sul caso del serial killer Jackson- disse freddamente. L'uomo incarcò le sopracciglia e si accese una sigaretta.

When the sun meets the moonWhere stories live. Discover now