Capitolo 5

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٠ il comportamento è lo specchio su cui ognuno mostra chi è veramente ٠

-Lyliane, ti ho prenotato il volo, non c'erano voli previsti per domani, quindi parti il giorno dopo alle quattro e un quarto del pomeriggio, in teoria dovresti essere lì alle otto e qualcosa- disse Delilah entrando in ufficio con il pc in mano, seguita a ruota da McDonnell.

-Lyliane! Parti così all'improvviso?- cercai di trattenere gli sbuffi. Non avevo voglia di discutere pure con lui.

-Sì capo, ho bisogno di una vacanza-

-Va bene, e quando torni?-

-Non vuole tornare- disse Delilah.

-Come non torni più! Guarda che non ti do il permesso- Delilah scoppiò a ridere, mentre il vecchio le rifilava un' occhiataccia.

-Non ti preoccupare capo, non è ancora giunta l'ora del mio ritiro- McDonnell tirò un sospiro di sollievo che mi fece sorridere.

-Oh, fortuna. Comunque vedi un po' di andare in Grecia e recuperare tutta la tua energia e solarità. Questo studio è diventato un mortorio- annuii sorridendo.

-E prima che tu te ne vada, come va con il caso? Signor Morton?- si girò verso il diretto interessato, il quale tolse gli occhiali e si rilassò sulla sedia.

-Tutto bene-

-Lyliane? Come ti trovi con lui?-

-Io? Magnifico. Lavoriamo davvero bene insieme- nessuno oltre a me e Morton sapeva che in realtà ero sarcastica. Lo vidi trattenere un ghigno e continuò a reggermi lo sguardo.

-Bene, sono contento. Cogli quest' opportunità per imparare cose nuove-

-Oh, certamente. Di questo passo imparerò tante cose- spezzai il contatto visivo con Morton e vidi Delilah guardarmi con occhi interrogativi. Feci spallucce e sentii McDonnell venirmi vicino.

-Non farti abbattere Makris, sei più forte di così. Ridà a questo posto la sua luce- mi diede una pacca sulla spalla e uscii, seguito da Delilah, che mi mimò un "dobbiamo parlare".

Quando la porta si chiuse tornai a sdraiarmi sulla sedia, con gli occhi puntati al soffitto.

-Uff, che faccio...- ero parecchio annoiata e mancavano ancora tante ore alla fine del turno.

-Vieni ad aiutarmi- la voce profonda di Morton mi ridestò dai miei pensieri.
Mi alzai di scatto e lo guardai incuriosita.

-Dice sul serio?- non so perché, ma mi venne spontaneo sorridere.

-Lo devo ripetere?- disse freddamente.

-Nossignore- e senza smettere di sorridere, mi alzai e trascinai la mia sedia fino alla sua scrivania.

Forse oggi era davvero la fine del mondo.

• ~ •

-Io gliel'avevo detto-

-Silenzio- lo maledii silenziosamente mentre continuavamo a lavorare al caso.

Eh sì, finalmente aveva deciso di includere anche me e gli ho dato così tanto aiuto che tanti dei punti interrogativi che erano presenti sulla sua copia del dossier del serial killer erano stati sostituiti da delle spunte fatte dalla sottoscritta. Rigorosamente verdi.

Avevo notato il suo fastidio, e per questo continuai ancora di più. Era ora di far innervosire un po' anche lui.

-Quindi, come le ho già spiegato, anche se lei si è rifiutato di credere, il serial killer segue il ciclo della luna. Non abbiamo capito ancora in che modo decide ad esempio di cominciare dalla luna nuova o dai quarti, però dati i precedenti, è quasi sicuro che compirà il prossimo crimine il 17 gennaio-

When the sun meets the moonWhere stories live. Discover now