Capitolo 20

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٠ a volte tocca ad un'altra persona curare le ferite del cuore che non ha causato lei stessa ٠

Era una bella giornata e la luce del sole illuminava la stanza. Ero a casa da sola che ripassato i documenti sul caso di Jackson, dato che non avevo meglio da fare, e Brianna era andata ad un appuntamento con Lane.
Sorseggiai la mia cioccolata massaggiandomi il collo, quando il telefono suonò e sorrisi alla vista del nome.

-Mámá, che bello sentirti- chiusi il computer e mi alzai dalla scrivania andando a sedermi sul divano.

-ri mou! Finché non ti chiamo io tu non lo fai?- ridacchiai e guardai il cielo pensosa.

-Má, mi mancate tanto. Sai che se ti avessi chiamato sarei scoppiata a piangere-

-Perché, Lylia? È successo qualcosa tesoro?-

-No, va tutto bene. Sono solo stressata per via del lavoro- non avrei mai raccontato a mia madre di quello che era successo ad Edimburgo, come non le avevo raccontato della ferita in Grecia. Non aveva nessun senso farla preoccupare, e magari la facevo sentire in colpa perché non poteva fare niente per me.

-Farò finta di crederci come sempre, Lylia. Comunque, hai prenotato i biglietti per venire?-

Era ormai tradizione tornare a casa per celebrare le festività natalizie, ma quest'anno mi ero scusata perchè avevo passato la vigilia e il 25 dicembre con i ragazzi. Volevo assolutamente tornare a casa almeno per capodanno, nonostante sia andata in Grecia recentemente, ma volevo portare qualcuno con me...

-Má, io vorrei chiederti una cosa...-

-Dimmi tutto, amore- la voce di mámá mi riempiva sempre il cuore d'amore, e aspettavo il giorno in cui sarei tornata a casa, dopo aver reso giustizia a mio fratello.

-Má, ho conosciuto un uomo... E mi tratta veramente bene, credo che il nostro amore sia reciproco...-

-Ma Lylia, è fantastico! Sei riuscita a superare il tradimento di quel kakófimos e finalmente è ora che tu sia felice. Poi quel Christian non mi è mai andato a genio, sai? Ti occupava troppo tempo e ti allontanava da noi-

-È vero, peccato che me ne sono accorta troppo tardi...-

-Lylia, meglio tardi che mai. Immagina che tu ti fossi sposata con quello ed essere tradita per il resto della tua vita? Adesso basta parlare del passato, parlami del tuo nuovo fidanzato: è bello, è alto, è inglese... l'avete fatto?-

-Mà! Mi metti in imbarazzo così- dissi sentendo le guance andare in fiamme e scossi la testa sconsolata.

-Eddai, a mámá puoi dire tutto- la sua voce divenne ovattata e più lontana e la sentii urlare con qualcuno.

-Má, tutto apposto?-

-Sì, sì. È solo quel moccioso di Achaikos che corre in giro e rischia di rompere la mia preziosa collezione di piatti blu- ridacchiai, immaginandomi il piccolo figlio di mio cugino che correva in giro, e mia madre che lo rincorreva.

Quella collezione di piatti blu era l'anima di mia madre, e non la usava a meno che non fosse un giorno importante.

-Allora mámá, volevo solo dirti che vorrei portare Adrian con me in Grecia, per conoscervi...-

-Theé mou! È la prima volta che ti sento parlare di portare il tuo fidanzato. E si chiama Adrian, che bel nome. Sarà un bel genero-

-Má!-

-Ah, va bene. Fammi sapere quando venite, giorno preciso ed ora precisa. Vado a spolverare i miei piatti blu- prima che potessi aggiungere qualcosa, chiuse la chiamata, e mi ritrovai a fissare lo schermo del telefono come una rimbambita.

When the sun meets the moonWhere stories live. Discover now