Capitolo 7

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٠ coraggio non significa avere la forza di andare avanti, ma andare avanti anche quando la forza manca ٠

Mi svegliai il giorno dopo stranamente di buon umore, nonostante i giorni passati e lo sfogo di ieri. Era ancora buio fuori, quindi decisi che sarei andata a vedere l'alba, in sella al mio cavallo.

Scesi dal letto e andai subito a cambiarmi. Non avevo bisogno di fare la doccia dato che l'avevo fatta ieri sera e così andai a vestirmi. Mi misi un pantalone di pelle in modo che mi tenesse al caldo e un maglione color panna, poi andai alla ricerca dei miei stivali.

La casa era silenziosa e tutti ancora dormivano, quindi cercai di fare il più piano possibile. Scesi nel seminterrato, sperando di trovare gli stivali dove li avevo lasciati un anno fa. Aprii la porta del ripostiglio non riuscendo a non farla cigolare e mi misi alla ricerca. Poco dopo però, sentii un rumore da fuori e mi misi all'erta.

Era forse entrato un ladro?

No, nessuno osava avvicinarsi a questa casa...

Presi una mazza che trovai lì vicino e mi avviai in direzione del suono. Stavo per colpire la persona quando, fortunatamente, mi fermai subito.

-Óchi óchi!- esclamai vedendo mio nonno.

-Ah nipotina, che volevi farmi eh?- mi sorrise mentre continuava a... aggiustare un orologio. Nonno stava mai fermo e non fui affatto sorpresa di trovarlo qui a quest'ora.

-Óchi óchi, che cosa ha che non va questa volta l'orologio?-

-Non va come deve andare nipotina, forse è giunta la sua ora. Tu piuttosto dimmi un po', che ci fai a quest'ora sveglia?-

-Vado a vedere l'alba insieme a Pégasos-

-Ah, a quella povera creatura sei mancata tanto. Ti va se ti accompagno?- nonostante i suoi ben settant'anni, nonno aveva un fisico robusto, data la sua precedente carriera da giavellottista e ancora oggi faceva lunghe camminate e se riusciva qualche corsetta. La vecchiaia non era riuscita ad impossessarsi completamente di lui, era arrivata solo ai capelli e aveva solcato il suo viso con alcune rughe.

-Sai che mi piacerebbe tantissimo Óchi óchi- gli sorrisi contentissima.

-Bene. Allora, dove andiamo?-

-Al Partenone-

-Ovviamente. Dai ragazza, fammi vedere se ci sai fare ancora con i cavalli-

~

-Pégasos mou!- esclamai quando vidi un muso bianco fuoriuscire da una delle stalle. Il cavallo nitrì e colpii contro il cancello che lo teneva bloccato. Ridacchiai e aprii lo aprii, cominciando ad accarezzarlo.

-Gli sei mancata molto. Questo giovanotto ha creato tanti problemi, e oltretutto non si fa sellare da nessuno- disse nonno mentre gli spazzolava il manto candido.

Pègasos ed io eravamo cresciuti insieme. Nacque persino il mio stesso giorno, quando però io avevo già cinque anni. Mi affezionai subito a lui com'ero già affezionata alla madre Médusa, che purtroppo morì due anni dopo. Oltretutto era diventato famoso, e lo è tuttora, per il suo mantello bianco, essendo l'unico ad averlo qui, dov'era rarissimo. I cavalli solitamente avevano il manto marrone, di diverse intensità.

Andai a prendere la sella e le redini e cominciai a prepararlo. Strinsi la sella, ma non troppo, in modo che Pégasos non soffri. Poi misi il cap e montai su.

-Óchi óchi, dove sei?- serra i polpacci e Pégasos si mosse.

-Eccomi, io e la vecchia Artemis- nonno era in sella ad un pony marrone e si avvicinò a me. Accarezzai il muso di Artemis, una pony che ormai era qui da tanto tempo, molto più prima di Pégasos .

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