4 (parte II)

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   «Stai barando!» Thoth batte il pugno sul tavolo che ci separa.

   «Non è colpa mia se non sai giocare.»

   Questa è la terza mano che vinco, la terza fortunata mano che ho aiutato con un po' di furbizia.

   Assottiglio gli occhi e mi allungo per raccogliere la mia vincita: tre scarse monete di bronzo assai arrugginite. So per certo che non è il denaro perso a innervosire Thoth.
Lui non sopporta che lo batta, e di conseguenza accresce la confusione dentronqueste quattro mura di legno.

Molta birra viaggia da un cantone all'altro della taverna in boccali di legno, la schiuma trabocca e si infila nei baffi, quelli di Thoth non fanno eccezione.
Mi concentro su questi, trattenendo a stento le risate.

   «Ma quale giocare! Tu bari, è diverso.» Thoth si alza in piedi di colpo e con lui scatta in avanti l'intero tavolo dove stavamo giocando assieme a Josh e Lukae. «Ho vinto tutte le puntate, quando tu non c'eri!»

   Allargo il sorriso e improvviso un inchino galante esclamando: «Mi lusinga sapere che sono la tua nemesi» Questo mio modo di deriderlo non gli piace.
Si allunga sul tavolo scivolando sulle vecchie carte da gioco e agguantandomi per il collo dell'uniforme. Con uno strattone mi porta alla sua altezza e nel farlo scompiglia i miei capelli. Lunghe ciocche mi cadono attorno agli occhi mentre lui serra la presa.

   «Quanto sei sfacciata, piccola mosca» digrigna i denti.

   Io, non posso fare a meno di ridere. Lui continua a chiamarmi 'mosca', ma forse devo ricordargli una cosa... «Sai le mosche ronzano sempre intorno alla mer-» inspiro colta di sorpresa. Thoth ha alzano una mano. Posso sentire l'aria vibrare sotto alla forza del suo schiaffo. Uno schiatto rapido quanto un fulmine. Uno schiaffo che però non arriva alle mie guance.

   «Thoth.» Sgrano gli occhi. Non può essere. Sono due giorni che lo evito, e adesso... Adesso il Capo è a pochi passi da me. Regge il braccio del cacciatore con sguardo torvo, la punta della sua spada rinfoderata a fianco puntella le mie gambe. «Non dimenticare che Leonor è una donna,» dice e l'intero locale piomba in un silenzio raggelante, innaturale, «picchieresti una donna per una partita sfortunata?»

   Da che pulpito. Lui che ha schiaffeggiato Petunia per aver difeso Trevor.

   Poso il mio sguardo su Thoth. Non risponde, non a parole almeno. Si limita a grugnire sgusciando dalla presa del Capo e barcolla all'indietro. Finisce contro Lukae e con lui lo sgabello su cui prima sedeva si ribalta.

   Il Capo non ci bada tanto, estrae una lettera dalla tasca sul petto. È ripiegata con precisione e chiusa con una cera che ho già visto. Sta consegnando a Thoth la missiva del signor Marlon!

   «Consegnala a Gronkhil» ordina privo di emozione. Poi si volta nella mia direzione. Non ho mai avuto paura di lui, ma il suo atteggiamento, a volte, mi lascia in balia dei brividi. E quegli occhi... Sì, oggi è decisamente arrabbiato, penso, e ha avuto davvero un pessimo tempismo. Stasera dovrà aprire le danze della ricorrenza della Notte d'Ombra. E, sicuramente, rovinerà tutto.

   «Leonor, perché frequenti posti del genere?»

   «Mi stavo solo divertendo.» Indico dietro di me dove Josh e Lukae salutano timidamente. Il problema non è la taverna degli Shoofe. Il problema è Thoth!

   «Cassian e Trevor si stanno occupando dei preparativi per il falò, raggiungili e sii d'aiuto anche tu.» Vorrei svignarmela e inveve, da brava cacciatrice, chino il capo ed esco.

» Vorrei svignarmela e inveve, da brava cacciatrice, chino il capo ed esco

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Sangue e Petali d'Ardesia Where stories live. Discover now